Immagini Riflesse

A MIO ZIO


 Cosa pensa un uomo quando esala l’ultimo respiro?  Quando rivive come in un treno in corsa tutta la sua vita?  E quanto pesano le colpe, l’indifferenza, l’egoismo,  le azioni commesse e quelle omesse?Quanto hanno pesato le tue, quando nell’agonia finale hai visto la tua solitudine?Ho preso la macchina senza cambiarmi, senza pettinarmi e sono corsa al tuo capezzale.  Non hai chiesto alcun perdono, non ne vedevi la ragione.  Ma io ho corso per regalartelo lo stesso.Ho ricordato il passato, il tuo giardino tenuto con amore, le piante rigogliose di lavanda e gelsomino.  E rose di tante specie.  Ho sentito la tua voce che mi insegnava i nomi delle piante, i profumi di ciascuna, e come tali profumi si modificano mischiandosi.  Che strano che anch’io adesso abbia tante lavande e tre o quattro tipi di gelsomini, gli stessi che mi mostravi tanti anni fa…  E alcune rose con profumi diversi.E ti ho rivisto con tutti i tuoi cani, attento al loro comportamento in gruppo.  Tu mi hai mostrato per primo i messaggi corporei dei cani in branco e come ci si muove tra loro.  Mi hai fatto guardare nel fondo dei loro occhi, un universo scuro e vellutato con tante tante emozioni e tanta dolcezza.E’ stato l’inizio, il primo capitolo della mia vita.  Ed di quel periodo ho interiorizzato la tua immagine come positiva, buona, valida.  Quell’uomo non può essersi dileguato;  la vita deve averlo sicuramente confuso, smarrito, impoverito.  Ma deve esserci ancora, intatto, come allora.  Ti lascio andare, con tutto l’affetto possibile.  Va per la tua strada, continua il tuo viaggio verso la luce.  Possa tu liberarti da tutti i limiti e dal dolore di questa vita.   Buon cammino, Cecca