Vampiri...

Tutto ebbe inizio...... 3°parte


  Pensavo e ripensavo a quella sera,ma nulla, non riuscivo a ricordare nulla. I pochi dettagli che erano nella miamente sparivano nella nebbia dell’oblio. Mi riguardai nello specchio varievolte. I miei occhi azzurri erano sempre gli stessi, anzi mi sembravano anchepiù belli con quella cicatrice, avevano un non so che di selvaggio. Mi ridestaidal compiacimento per me stessa quando Risen entrò nella stanza. Mi esaminò lagamba, le sue mani erano dolci e delicate, aveva spostato la steccatura un po’più in basso per non stringere troppo sulla coscia nuda. Indossavo ancora lasua casacca, e ogni volta che lui era al mio fianco per medicarmi mi salival’arrossamento e la vergogna per la mia nudità. Non ero mai stata cosi vicinoad un uomo in quelle condizioni, e il mio senso del pudore saliva alle stelle.Ma lui era li per curarmi e nulla più. Sentendo il mio imbarazzo midisse: “ stai tranquilla, domani ti porterò dei vestiti nuovi e potrai farti unbagno caldo, ma dovrò aiutarti viste le tue condizioni, non mi fido a lasciartisola.” “Va bene….. ti ringrazio ancora per quello che stai facendo per me, purnon conoscendomi mi hai salvata e ti stai prendendo cura di me….” Lui mi guardòe mi disse: “Io invece so molte cose di te…”, a quelle parole un interrogativoprese posto nella mia mente: “ allora, quella notte…. Quella notte non eri liper “caso”?” Mi fissò, i suoi occhi di quel blu profondo mi sorrisero: “Si, eroli per caso, ma ti conoscevo dai miei sogni. Conosco il tuo passato, ho vissutoil tuo presente e so quale sarà il tuo futuro. Ero destinato a trovarti…..”Aquelle parole si alzò. E come tutte le volte lasciò la stanza senza una parola.Anche a me aveva lasciato senza parole. La notte seguente non dormii per niente. Ilmio pensiero vagava sulle sue frasi cercando un appiglio. Oltre al mio cervelloche non si fermava un attimo, avevo anche un dolore fastidioso alla gamba e la cicatrice sul viso iniziava a tirare. Mai pensieri riuscivano a farmi sorvolare il fastidio del dolore. Mi chiedevocome mai un giovane così, mi avesse aiutato, curato, assistito,e soprattutto miavesse detto quelle cose. Il mistero diventava sempre più fitto. Dallamisteriosa creatura della notte dell’aggressione a quello che mi aveva rivelatoRisen. Mi risvegliai all’odore dolce diuna tisana calda. Aprendo gli occhi vidi Risen seduto al mio fianco sul letto.Mi sorrise e ricambiai il suo sguardo. Mi misi seduta e vidi alle sue spalle unbellissimo vestito in velluto viola appoggiato su un manichino. Spalancai gliocchi a quella vista e un sorriso bellissimo si aprì sul suo volto.“Ho voluto solo il meglio per te…..”mi disse. “ Ora vediamo di darci una ripulita, voglio vedere come ti staaddosso….”Provai ad alzarmi e vidi che lasteccatura sulla gamba non c’era più. Mi venne un dubbio, ma provai lo stessoad alzarmi. Non avevo nessun dolore, come se la gamba fosse sempre stata aposto. “ Ma come è possibile?” gli chiesi. Lui mi guardò e mi disse che eroguarita bene e in fretta senza dare altre spiegazioni. Bevvi la mia tisana epoi mi accompagnò nel bagno. La casa era bellissima, la mia stanza eraadiacente ad un enorme bagno in stile vittoriano, con una grande vasca inbronzo con zampe di leone come appoggi. Un profumo soave di Sali da bagnoriempivano la stanza. Mi lasciò sola, e mi presi tutto il tempo per rilassarminel caldo della vasca. Mi aveva preparato tutto, dalla biancheria alle creme..Passai tanto tempo e mi preparai. Rientrai nella mia camera e indossai ilvestito,  mi stava a pennello. Mi avviai verso il tendone pesanteche copriva la finestra, feci per spostarlo e sentii la sua presenza dietro dime. Era il in piedi e mi guardava. “sei bellissima” mi voltai e lo guardai.Anche lui era molto elegante. Portava un completo nero in velluto con unabianca camicia, stivali da cavaliere alti fino al ginocchio ed era più che unsogno. Mi fece segno di seguirlo e mi accompagnò in un enorme sala da pranzo.Le candele producevano una luce debole e soffusa, ma molto romantico.Il grande tavolo era apparecchiatoper due. Piatti di porcellana bianca, bicchieri di cristallo e posate d’argento, tutto era bellissimo e diun enorme ricchezza. Mi fece accomodare a un capo del tavolo e lui si accomodòsul lato opposto. D’un tratto si materializzo un personaggio alquanto strano.Un maggiordomo in elegante completo nero che portava pietanze di ogni tipo ederivazione. Pietanze che non avevo mai provato e che trovai deliziose. Mangiaidi tutto e di più, ma mi accorsi solo alla fine del pasto che Risen non avevatoccato cibo, ma anzi aveva solo bevuto un sorso di vino rosso. Chiesi comemai, ma non ebbi risposta. Si alzò e si diresse verso di me. Mi prese la mano emi accompagnò verso un grande tendone. Non sapevo che ora poteva essere ne chegiorno. Ormai avevo perso la cognizione del tempo. Vi appoggiò la sua mano e lospostò per farmi vedere il paesaggio notturno che si stagliava fuori dallagrande finestra.La notte, la luna piena e unadistesa d’acqua che non finiva che all’orizzonte. La casa si affacciava sulmare. Era la prima volta che lo vedevo ed era bellissimo, anche di notte.Eravamo molto lontani dal mio villaggio, che ormai era diventato la tomba dellamia famiglia, che non avrei mai più rivisto. Una lacrima solcò il mio viso e lamano dolce e confortevole di Risen la raccolse. Lui mi aveva salvata  quella notte. E quella notte mi resi conto cheil destino ci aveva voluto insieme.
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