Vampiri...

Tutto ebbe inizio...... 4°parte


Il mare.. Mi è sempre piaciuto vederlodal vivo, ne avevo sentito parlare da mio padre. Infatti quando lui era giovaneci aveva vissuto per un po’ e ci aveva sempre raccontato storie fantastiche sulmondo marino. Un enorme distesa d’acqua che non si sa dove finisce e neanchedove inizia. Ci è voluto Risen per farmi arrivare fino a lui. Quella sera micambiai nella mia stanza e mi avvicinai alla finestra, mi sedetti sul bordo emi misi ad ascoltare la voce del mare. Le onde mi cullavano e la brezza leggeratoccava il mio viso con la stessa delicatezza della sua mano. La sua mano, queltocco leggero che avevo cancellato la lacrima sul mio volto. Un brivido mipercorse la schiena, ma non era paura era qualcosa di più forte che mi toccavail cuore. Era lui il mio salvatore, era colui che mi aveva raccolto esangue suun campo di battaglia e si era preso cura di me, mi aveva fatto diventare lasua principessa. Ma se lui conosceva tutto di me, io non sapevo nulla di lui. In un momento saltai giù e iniziai lamia ricerca. Volevo sapere. Volevo conoscere l’identità del mio salvatore.Della persona che si era presa cura di me da quella notte. Allora iniziai avagare senza meta nei meandri della casa. Non potevo dire se era un castello oun grande podere. Per ora conoscevo solo tre stanze. Ero curiosa di vedere dovedormiva, dove si cambiava e come viveva. Oltre la sala da pranzo, ormaisgombra, trovai una porta. La varcai e mi trovai nella grande cucina. Un enormecamino acceso la faceva da padrone, le mensole ricche di ogni tipo di pietanzaerano disposte su ogni lato delle pareti. Un grande tavolo da lavoro si trovavaal centro di essa. Un’altra porta, forse la dispensa. Tornai nella sala e presila porta sulla sinistra. Una grande scala portava al piano di sotto. Era buio ,ma in lontananza sentivo delle voci. Tra quelle c’era quella di Risen. Sì, nonavrei potuto non riconoscerla. Aveva il tono caldo e cordiale di sempre. Miavvicinai piano, senza destare sospetto. Stava parlando con un altro uomo.Alto, non più giovane, con una divisa militare, i capelli ramati tagliati in unmodo strano, anche lui portava uno strano tatuaggio sul viso. Stavano parlandoin modo tranquillo. Ad un certo punto l’uomo si voltò, mi ritrassi all’istantesperando che non mi avesse vista e con cautela risalii la scala e me ne tornaiin camera. Dovevo fare più attenzione, non potevo farmi scoprire a spiarlo.Mi rimisi alla finestra. Dopo un po’sentii la presenza di Risen alle mie spalle. “Volevo solo darti la buona notte e dirti che stasera eribellissima….” A quelle belle parole mi voltai, mi sentivo un fuoco. Miavvicinai a lui e prendendo il coraggio a due mani lo baciai. Un semplice baciosulle labbra nulla di più. In quell’attimo tutto si fermò. Il mio cuore non batteva,il mio respiro si era fermato, il mio cervello si era spento. Come se tuttofosse scomparso. Ma lui era li con me. Aprii gli occhi, e lui davanti a me mifissava stupito dal mio gesto. Lo guardai e gli sussurrai all’orecchio “buonanotte anche a te, e grazie di tutto….” Mi lasciò sola nella mia stanza, e sparìdietro la porta.“Un bacio. Come ho potuto dargli unbacio?” mi chiedevo, ero stupita di quello che avevo fatto. Non avrei maipensato di riuscire a fare una cosa del genere. Invece quella sera successe. Lanotte passò leggera senza sogni e il mattino mi svegliai felice.Mi ero ripromessa di chiedergli scusaper il mio comportamento. Ma non lo vidi per tutto il giorno seguente. Usciisulla spiaggia nel sole del mattino. Avevo indosso uno dei tanti vestiti cheavevo trovato nel grande armadio della mia stanza. Un semplice vestito colorcrema adatto a quel clima leggero. Camminai sulla sabbia a piedi nudi, era unasensazione fantastica, avrei voluto che li con me ci fosse anche lui. Sareiriuscita a parlargli senza cadere in imbarazzo. Poi mi ritrovai a pensareall’uomo che avevo visto quella notte. Quella divisa non l’avevo mai vista, enon potevo ricondurre niente alla mia memoria. Si stava facendo tardi e la miapancia richiamava del cibo. Infilai i sandali e salii alla casa. Ora potevodefinirlo un semplice podere. Non era un castello, ma una semplice casa dicampagna, con il suo orto e i suoi animali da fattoria che giravano nell’aia. Ilfatto che fosse sul mare era bellissimo. Salii alla sala da pranzo i tendonitirati e le candele accese, ma il tavolo apparecchiato per uno. Risen nonc’era. Peccato… Finito il pranzo andai nella mia camerae sul letto trovai una lettera con un sigillo a cera lacca che la chiudeva. Laaprii: “ Cara Amina, Volevo augurarti una buona giornata e avvisarti che staròvia un paio di giornate perché sono fuori a caccia. Spero non ti sentirai sola.Ti porto sempre con me. Un saluto Risen”. Era la prima volta dopo tanto tempoche sentivo di nuovo dire il mio nome. E non pensavo lo conoscesse. Ma misbagliavo. Così avrei avuto due giorni per riuscire a scoprire qualcosa sul suoconto. Uscii di nuovo sulla spiaggia. Il soleera caldo e la brezza leggera del mare sbatteva il mio vestito. Mi avvicinaiall’acqua, era fresca e mi piaceva giocare con i piedi sulla sabbia. Avevofatto amicizia con un cagnolino nel cortile della casa, e dopo due carezze miaveva seguito fino alla spiaggia e mi misi a giocare con lui. Arrivò anche ilmomento della cena. Salii alla casa, consumai il pasto e quando il maggiordomosi fu chiuso nelle sue stanze ero libera di girovagare per la casa. Avevo ormaiuna certa confidenza con porte e scale, ma ad un certo punto scoprii una portache non avevo visto. Ci andai vicina e provai ad aprirla. Era aperta, entrai emi ritrovai in un enorme stanza piena di libri, forse la biblioteca. Grandivolumi e pergamene ne facevano da padrone. Un'altra porta sulla parete di fondoapriva un'altra stanza. Più piccola della precedente anch’essa piena di libri.Erano entrambe senza finestra, ma nella stanza piccola su un lato eraposizionato un letto. Non grande e sfarzoso come il mio. Ma piccolo e fatto distracci. Chissà chi dormiva in quella stanza.Tornai nella mia stanza e mi misi a pensare a quelle due stanze nuove.Tantissimi libri, peccato che io non avevo abbastanza cultura per poterlileggere. Mi sarebbe piaciuto però. Mi addormentai e lo sognai.
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