Vampiri...

La trasformazione 2° atto


 La mia vita di vampiro era semplice,durante il giorno non si poteva uscire, ma io e Risen dedicavamo la giornata astudiare libri e ad aumentare la mia conoscenza sulla storia delle due razze.Iniziammo subito con l’addestramento, la mia forza doveva essere controllataallora praticavamo esercizi di tutti i tipi. Avevo scoperto di essere moltoveloce e intuitiva. Facevamo gare di corsa in mezzo al bosco e il più dellevolte vincevo io. Ma a Risen piaceva questa cosa, diceva che stavo crescendobene e che avevo delle buone capacità. Una notte mi portò nel covo del clan diLupen. Il castello si inerpicava su una rupe, le finestre illuminate siintravedevano attraverso la foschia che circondava la montagna. Salimmo finoall’entrata e fummo accolti da una delle guardie all’ingresso. La grande salaprincipale accoglieva grandi divani e al centro padroneggiava un enormelampadario di cristallo che illuminava tutta la stanza. Al suo interno c’eranodiversi vampiri. Sia uomini che donne. Alcuni si avvicinarono a me e sipresentarono, altri invece furono più restii. Risen mi portò nella sala dei trofei.Alle pareti era appeso ogni tipo di trofeo, ma il più importante eraposizionato sopra il camino enorme che occupava la parete nord. Un enorme testadi Lycan. Non ne avevo mai vista una cosi da vicino, tranne quella notte, ma imiei ricordi erano offuscati. Il pelo color miele, risplendeva alla luce dellecandele. Gli occhi aperti erano neri, e senza vita. Ragionevole per una testaimpagliata appesa sopra un camino. Ma lo sguardo fisso incuteva timore. “questoè uno dei Lycan che sono stati uccisi la notte che ti ho salvato, ti avevodetto che ero li per caso, ma non è propriamente la verità. Stavo seguendo ilbranco perché so che avevano fiutato il tuo odore, avevo visto in uno dei mieisogni che eri in pericolo. Ho avvertito Caronte e Lupen del fatto e sono venuticon me a darmi una mano. Quella sera abbiamo fatto una strage, questo era ilcapo branco il più grosso e forte, Caronte e Lupen lo hanno affrontato e sonoriusciti ad ucciderlo. Per questo è finito qui nella sala dei trofei.” Guardaiquella testa di lupo, i denti affilati si intravedevano attraverso la boccasemi aperta, il muso sporgente, mi venne in mente il momento che quella bestiasi trovava sopra di me. Il suo alito e il peso. Poi il buio più totale. Miguardai intorno. C’era ogni sorta di oggetto. Bellissime armature, armi di ognigenere, elmi, scudi, stivali. Tutta roba sottratta al nemico durante lebattaglie. Risen mi prese per mano e mi condussein un'altra stanza. Era grandissima, un enorme tavolo era posizionato al centroe sulle pareti erano appesi grandi arazzi colorati. Ma una cosa attirò la miaattenzione. Sulla parete di fondo c’era un enorme cartina che rappresentavatutti i regni conosciuti. Mi avvicinai e iniziai a studiarla. C’erano diciottoregni segnati su di essa, con le varie città di appartenenza. Io a dir laverità ne conoscevo a mala pena due, i regni che confinavano con il nostro, ilregno di Sghevgoz a nord e il regno di Lorwynn a sud-est, tutti gli altri a meerano sconosciuti. Risen mi guardò compiaciuto, ero come ipnotizzata da quellagrande carta e non mi accorsi che erano entrati Lupen e i resto del clan.Quella era la sala della guerra, dove vi si riuniva il clan per decidere lestrategie per le battaglie. Lupen prese posto proprio sotto lacarta, al suo fianco di sedette Criminal, uno degli admin, un vampiro di altastatura e con una forte muscolatura, i capelli biondi erano tagliati corti e isuoi occhi brillavano di una luce rossa, una caratteristica che non avevoancora mai visto e sullo zigomo aveva una profonda cicatrice. Poi entraronotutti gli altri e ad uno ad uno presero posto al tavolo. Risen si sedette sulfianco destro di Lupen e mi fece accomodare di fianco a lui. Eravamo in nove.Eravamo solo due donne. Il resto del clan era composto da uomini. Vampiriesperti e meno esperti. Lupen mi presentò al clan come lacreatura di Risen, e spiegò a tutti l’importanza della mia presenza. Ero laloro “arma segreta” nella lotta contro i lupi. Raccontò della notte dellabattaglia al mio villaggio, io ascoltavo rapita quella descrizione, ancheperché fu la prima volta che la sentivo così dettagliata. Mi proclamò quartoadmin in quanto ero la compagna di Risen. Io ero la più inesperta per quelruolo, ma fui felice di poter partecipare attivamente alla vita del clan.Nei giorni seguenti, passammo tuttele notti all’interno del covo del clan. Era un grande famiglia, tutti davanouna mano a tutti e ogni vampiro si dimostrò molto amichevole nei mieiconfronti. Imparai molte cose, soprattutto dell’arte della guerra, tutti midiedero una mano con gli allenamenti e Risen era contento dei miei progressi. Miglioravoa vista d’occhio e tutto mi sembrava più facile ogni volta che lo facevo. Lamia attenzione era sempre al massimo, non sentivo la stanchezza, non provavopaura. Tutto era portato al massimo, e io davo sempre il massimo.
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