Imperatore Ghiaccio

il ragno


Il vento sopra al ponte gli colpiva il viso, staccando quelle lacrime che prodotte con una salinità speciale, stavano percolando dai tristi occhi. Il cellulare tuonò a risvegliare la mente, a cercare di farla ritornare alla verità, alla vita. Lasciò l’oggetto suonare indecorosamente, senza rispondere, aspettando solo che l’ultimo squillo arrivasse a terminare il tentativo di connessione. Sapeva chi era, ma non sapeva cosa dirle, non aveva avuto modo di valutare il da farsi, lui non era uomo da storie serie, la sua vita era stata un susseguirsi di giochi di sponda, un’inenarrabile giocare di rimbalzo. Fino allora il suo gioco era stato di non avere gioco, aveva vissuto da parassita, lasciando che le prede arrivassero da sole, come un ragno paziente aveva costruito una sofisticata ragnatela attorno a lui, e il solo compito era andare a catturare le libellule che, ignare, nell’euforia del divertimento, nella primavera del loro tenero cuore, osavano toccare i fili di quel leggiadro intarsio. Sapeva di essere il tipo d’uomo che lontano, lento e leggero, scardinava le difese, entrava nella loro testa dalla porta di servizio, senza grandi scene, ma poi con un continuo stillicidio operava nel cervello sino alla resa totale ed incondizionata.Le donne che avevano provato il suo veleno, quelle che erano cadute in trappola e si erano perse nei suoi caldi occhi, per poi essere divorate, dilaniate con ferocia e cinica insensibilità, sarebbero state disposte ancora a tutto pur di avere un’altra carezza o un bacio.Eppure avrebbe dovuto avere il cuore, ma quell’organo si era spento nel chiarore d’avvenimenti più grandi, e ora portava avanti il suo triste compito con puntuale solerzia. Il suo modo di agire era la propagazione di quanto vissuto, era la ricompensa che il fato gli aveva promesso, era la vendetta per l’indifferenza del mondo, era la forza di un progetto, era la mancanza di un progetto.Malgrado tutto, era un essere speciale: pulito, avvisava la vittima dandole la possibilità della fuga, e a volte restando senza pasto... [Salirà dal Mare - Aronne Micael Belial]