Imperatore Ghiaccio

da - Le porte dell'anima


Era in piedi davanti al letto osservando la ragazza. Si rese conto in quell’istante della sua bellezza e di come si fosse adagiata sul letto in una posa estremamente sensuale.< Hai mai fatto del sesso con una ragazza che devi legare perché non ti faccia del male fisico? >< Indemoniata? >< Non essere stupido e soprattutto limitato, essere razionali non significa per forza dover comprendere tutti i misteri dell’universo, perché ci sono aspetti della vita che non sono facili da comprendere nemmeno a chi li vive. Io sto bene nel mio buio e non sento la mancanza di una luce che illumini il lento cadere nel vuoto, ma a volte, per un attimo, ho bisogno di sentire un’emozione che nutra il corpo e il pensiero >Si rialzò dal giaciglio lasciando cadere la veste a terra, mostrandosi alla luce tremula delle candele disposte a cerchio attorno al letto. Gli occhi di Diaccio scivolarono sul fisico della ragazza, infilando la voglia dentro la pelle pallida.< Sei davvero molto bella ed io sarei lusingato di fare l’amore con te, ma sono impegnato o almeno dovrei esserlo... >< Nessuno lo è veramente per sempre > disse avvicinandosi lentamente, sinuosa come un felino in cerca del pasto.< Non lo sono mai stato prima, ma ho iniziato a esserlo... >Replicò balbettando, mentre il calore del corpo prendeva forma in un lascivo adescamento. Lei prese un disco in vinile e lo mise sul piatto, la puntina criccando iniziò a leggere la traccia, restituendo attraverso le casse la musica del Bolero di Ravel, una melodia potente, insistente, sensuale, irresistibile.< Davvero? > disse accostando le incandescenti labbra alla sua bocca. Le lingue si toccarono leggermente e poi iniziarono a guerreggiare fra loro, le mani di Diaccio raggiunsero quelle della ragazza nascoste dietro la schiena, serrandole in una presa cattiva, di nemesi.< Fermati adesso o sarà troppo tardi. Devi legarmi saldamente >< Va bene > disse col sorriso irriverente stampato in volto.< Non hai capito, io ti prego di legarmi, perché quando raggiungo l’apice sono capace di cose che non riesco nemmeno a pensare >Disse sistemandosi a gattoni sul letto, appoggiando le mani alla spalliera e i piedi allo stesso modo contro i montanti del letto. Diaccio si spogliò gettando gli indumenti per terra, eccitato dalla visione della ragazza nuda sul letto, in preda a una frenesia che non conosceva.< Legami! > urlò ancora voltando lo sguardo, trafiggendolo con la lava incandescente di quei mirabili gioielli incastonati nella voglia. Sempre più preso da un’irrefrenabile brama, raccolse i nastri di tessuto e cominciò a legare i polsi e le caviglie della ragazza, uno alla volta, girandole attorno, seguito dagli occhi infuocati di lei.< Sono abbastanza stretti? > chiese a lavoro ultimato< Non lo sono mai abbastanza! Spegni le lampade e anche le candele attorno al letto, lascia solo che la luce della luna filtri dalle persiane e ci accompagni nel viaggio >Dopo aver spento tutto, in un’oscurità impressionante, si avvicinò al letto a tentoni. Appoggiò le mani sulla morbida seta della pelle, punzecchiando con le dita sino alla testa, poi scivolò indietro con la bocca lungo la schiena, sino a giungere alla vulva fremente, la baciò, accostando le labbra all’umido fiore. Lei si contorceva mentre la sua lingua iniziava a scavare nel miele dolciastro di quel fiore perverso, i suoi lamenti aumentavano d’intensità a ogni assalto.Si inginocchiò dietro accostando il membro turgido, poi d’impeto s’insinuò in lei facendole emettere un grido di godimento, mentre inarcava la schiena offrendo i capelli da abbrancare come briglie per sorreggere il galoppo selvaggio. Inabissava colpi penetrando la ragazza che a ogni affondo aumentava i mugolii, sino a esplodere in un urlo animale. Diaccio sentì una fitta intensa sul collo, vicino alla nuca, guadagnargli l’orgasmo e poi restò ansimante sul corpo caldo che lentamente si rilassava.