Impresa e Lavoro

La missione del Ministro Brunetta


C’è chi lo ama e chi lo odia… ma se ci concentriamo sui principi, sul metodo e sul contenuto, più che sulla persona, riusciremo meglio a focalizzare le importanti innovazioni che la riforma Brunetta cerca di introdurre. Il Decreto Legge entrato in vigore il 25 giugno 2008 (D.L. 112/2008) attende la sua conversione in legge … (i Decreti Legge devono, infatti, essere convertiti in Legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione) … ma nel frattempo esplica i suoi effetti: il “taglio delle teste” degli assenteisti nella pubblica amministrazione.Lo stesso Ministro ha evidenziato il fatto che non tutti i lavoratori pubblici sono dei “fannulloni” ed i numeri parlano chiaro: la gran parte dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche lavora sodo!!! E se ci riflettiamo un istante… se così non fosse … i servizi pubblici non funzionerebbero affatto!!!Certo esiste un ampio margine di miglioramento dell’efficienza ed efficacia dell’azione pubblica ed attendiamo fiduciosi che ciò avvenga.La lotta all’assenteismo è solo il primo passo di un lungo cammino. Ci chiediamo quando giungerà il tempo delle vere e proprie rivoluzioni ma ci accontenteremmo delle semplificazioni: normativa ed organizzativa, tanto decantate e non ancora raggiunte.Ma, soprattutto, ci domandiamo quando la selezione del personale avverrà solo ed esclusivamente per meriti.I passi per rinnovare la pubblica amministrazione sono diversi e concatenati, speriamo che il Ministro tenga anche conto del blocco salariale che colpisce tutti i dipendenti pubblici… soprattutto coloro che lavorano ogni giorno per far funzionare la macchina pubblica. E che facciamo? Li premiamo o no i lavoratori che, mossi esclusivamente da grande passione e da encomiabile senso di servizio, senza alcun riconoscimento concreto, sacrificano persino il loro tempo libero per rendere più efficiente il loro ufficio? Il Decreto affronta anche il problema delle carriere all’interno delle amministrazioni… e speriamo che il Ministro sia al corrente che oramai tutte le amministrazioni pubbliche marciano sulla pelle dei lavoratori precari assunti con contratti di vario tipo, tenuti sulla corda, che mandano avanti la baracca… e che non potranno mai veder convertire il loro contratto a tempo indeterminato. Una vera e propria disparità tra pubblico e privato per evitare che il politico di turno assuma i suoi familiari in pianta stabile nell’ente pubblico, ma che in qualche modo si ritorce contro la stessa qualità del lavoro della p.a. che perde in tal modo personale formato da diversi anni che alla prima occasione si trova costretto a cercare altrove una qualche stabilità.Troppi spunti… forse … ma abbiamo un’estate intera per pensarci su… :o)Sempre insieme… sempre più fortiValeria