Like a storm again

Silenzio in aula


Ogni volta una storia, un dramma, un processo. L'imputa la scrivente, il crimine efferato: la musica. Ogni volta mi ritrovo sul banco a dover rispondere a questioni che da sola non avrei mai sollevato, ogni maledetta volta le solite osservazioni. Sì, vado ad un concerto. No, non mi sono stancata di girare come una vagabonda. Sì, sempre lo stesso gruppo. No, la scaletta non è la stessa. Mi ritrovo a dovermi difendere per una cosa che amo fare e che non nuoce a nessuno se non al mio conto in banca. Mi vedo costretta a spiegare per l'ennesima volta che il mio tempo lo gestisco io, come pure i miei soldi e le mie passioni, alibi che già da solo mi scagionerebbero da ogni eventuale accusa. Vostro Onore, è il mio gruppo preferito, è uscito il nuovo CD e suoneranno in una città che non ho mai visto, rivedrò i miei amici. Risponda alla domanda: non li ha già visti l'estate scorsa, e la precedente, e la precedente ancora? Sì Vostro Onore, ma.... Niente ma, risponda solo sì o no. E intanto la giuria è lì che mi guarda, sento il brusio delle loro voci e pensa già io sia colpevole di troppa leggerezza, di egoismo, che sia un'invasata senza via di ritorno, e studia la giusta punizione. E stavolta la punizione è tremenda, stavolta devo rinunciare ad una data perchè il cuore, lo stesso che mi aveva fatto decidere per tre concerti, suggerisce che io torni a casa prima del previsto. Non è giusto Vostro Onore!!! Però questa volta forse è giusto, stavolta so che dovrei fare un passo indietro e dire no, accontentarmi ed essere presente là dove è richiesta la mia presenza. Come si dichiara l'imputata? Silenzio... Colpevole, Vostro Onore. Sì, colpevole perchè dentro di me sento con tutta l'anima che vorrei tanto essere altrove.
Music is not a crime