Tutti si chiedono quali saranno le ripercussioni politiche della sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna dell’onorevole Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione (tre dei quali estinti grazie all’indulto) e che ha rinviato ad altra sezione della Corte d’appello milanese per l’esatta determinazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (da uno a tre anni). In qualsiasi Paese normale, un politico condannato con sentenza passata in giudicato avrebbe immediatamente rassegnato le dimissioni per un atto di rispetto verso il proprio partito, le istituzioni, il popolo. Nel nostro vi sono parlamentari che inveiscono contro la magistratura politicizzata il cui fine sarebbe quello di eliminare politicamente Silvio Berlusconi, una patetica macchietta che tutti i circhi del mondo ci invidiano. Il teorema della persecuzione politica della magistratura nei riguardi di Silvio Berlusconi è una cretineria talmente enorme da suscitare lo sconcerto in tutti i commentatori internazionali, una cretineria così ributtante, meschina, ripetuta ossessivamente da parlamentari e ministri, da avere allontanato molti cittadini italiani dalla vita politica, una cretineria che ha precipitato il nostro Paese nel ridicolo, screditando la nostra classe politica. Infatti, i nostri rappresentanti vengono assimilati all'estero a dei buffoni di corte, a delle malconce maschere che invece di occuparsi del debito pubblico, della crisi economica, sociale, culturale dell’Italia si stracciano le vesti per difendere l’indifendibile al grido beffardo e irresponsabile "Tanto paga sempre Pantalone!"
Gli ermellini servono coniglio in salmì
Tutti si chiedono quali saranno le ripercussioni politiche della sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna dell’onorevole Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione (tre dei quali estinti grazie all’indulto) e che ha rinviato ad altra sezione della Corte d’appello milanese per l’esatta determinazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (da uno a tre anni). In qualsiasi Paese normale, un politico condannato con sentenza passata in giudicato avrebbe immediatamente rassegnato le dimissioni per un atto di rispetto verso il proprio partito, le istituzioni, il popolo. Nel nostro vi sono parlamentari che inveiscono contro la magistratura politicizzata il cui fine sarebbe quello di eliminare politicamente Silvio Berlusconi, una patetica macchietta che tutti i circhi del mondo ci invidiano. Il teorema della persecuzione politica della magistratura nei riguardi di Silvio Berlusconi è una cretineria talmente enorme da suscitare lo sconcerto in tutti i commentatori internazionali, una cretineria così ributtante, meschina, ripetuta ossessivamente da parlamentari e ministri, da avere allontanato molti cittadini italiani dalla vita politica, una cretineria che ha precipitato il nostro Paese nel ridicolo, screditando la nostra classe politica. Infatti, i nostri rappresentanti vengono assimilati all'estero a dei buffoni di corte, a delle malconce maschere che invece di occuparsi del debito pubblico, della crisi economica, sociale, culturale dell’Italia si stracciano le vesti per difendere l’indifendibile al grido beffardo e irresponsabile "Tanto paga sempre Pantalone!"