un_mondo_ di_amore

Non insegnate ai bambini


In queste settimane di ferie ho avuto modo di incontrare diversi bambini, con grande gioia, commozione, meraviglia e anche divertimento, che non guasta mai. In effetti, gran parte del  divertimento è stato dovuto agli adulti, al modo in cui alcuni “grandi” interagiscono con i piccoli. Ho visto e sentito con i miei occhi e le mie orecchie una signora elegante, in tubino nero, salutare un pargoletto di otto mesi ben cinquantasette volte di fila (ciao, ciao, ciao…) e intuirete qual è stata la reazione del  neonato: un pianto dirotto e straziante. Se a quella scena avesse assistito un fumettista, sono sicuro che questi avrebbe collocato una nuvoletta sulla figura del marmocchio con la seguente frase: “Cosa vuole questa deficiente a molla?!” E non solo, ho visto e sentito un signore alto quasi due metri per centocinquanta chili di stazza gattonare sul pavimento urlando come uno sciacallo dopo un lauto pasto, una signora gridare PIPIPIPIPIPIPIPIPI,  un signore ripetere con voce stentorea e sillabando “PEPPA” per tutta la serata, una cosa fuori di testa, un tipo, forse nostalgico del periodo del servizio militare mimare in rapida sequenza il passo del giaguaro, il passo del leopardo e il passo del leprotto impallinato nel sederino da un cacciatore di frodo. Ridicoli. E anch’io non mi sono risparmiato,  ma non è giusto infierire. Tutte queste esperienze hanno fatto maturare in me il seguente convincimento, che farà gridare allo scandalo chiocce, polli e pulcini: nell’interazione tra gli adulti e i bambini emergono facilmente le difficoltà relazionali degli adulti.