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Tradizioni da superare

Post n°464 pubblicato il 08 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Nei pressi del porticciolo,  c’è una solarium comodissimo.

Attraverso una scaletta di legno  si accede comodamente al mare, l’acqua è quasi sempre limpida, calda e trasparente.

Allontanandosi un po’ si vede il paesaggio tipico del borgo di mare, la scogliera, il lungomare, i grappoli di case, la piazzetta con le panchine e la fontana,   la chiesa e il campanile, il vecchio pescatore dal viso cotto dal sole seduto sul muretto dal millenovecentosettantotto, in lontananza l’Etna.

Ed è proprio lì che un giorno sì e l’altro pure, tranne la domenica,  ogni pomeriggio nuoto per qualche chilometro.

Dopo di ciò risalgo la scaletta e mi distendo sul solarium rilassato, sereno e contento come un papa, nessun pensiero, tutto è pace e silenzio in me.

Tranne oggi.

Alle 17.45, un tizio a poca distanza  da me ha fatto esplodere dei fuochi pirotecnici.

Subito dopo dal cielo sono caduti sulla mia testa dei residui di carta e altro materiale bruciacchiato mentre il delinquente panzone in canotta, dopo avere caricato la sua roba,  montava sul suo fiorino allontanandosi alla chetichella, non senza avere ricevuto il mio benevolo saluto.

Ho saputo dopo, da un indigeno, che trattasi di un’antica tradizione popolare:  i fuochi pirotecnici richiamano i fedeli alla funzione religiosa dell’antivigilia della festa del santo patrono.

Che cosa deliziosa e sorprendente (visto che è la prima volta che assisto ad una cosa del genere in quel posto dopo vent’anni di assidua frequentazione).

Ma non sarebbe bello superare certe tradizioni?

Che senso ha sparare i botti nel primo pomeriggio, a rischio di fare venire un coccolone ai poveri bagnanti?

Non potrebbero spendere meglio i loro soldi e il loro tempo?

Cornuti!


 

 
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