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La Leggenda del Pianista sull'Oceano

Post n°8 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da aleika
Foto di aleika

E questa volta non è un libro. Anzi non esattamente. Questa storia è un libro, solamente è un libro con un titolo diverso e ancora una volta è un libro di Baricco. Il libro da cui è tratto questo film si chiama Novecento: pianista e coloro che hanno visto il film, prendendolo in mano, si stupiranno di quanto sia sottile questo libro. E' un monologo (nel film la voce narrante) che racconta la storia (o leggenda) di questo uomo straordinario dalle capacità eccezionali.

Novecento è un trovatello, un bambino abbandonato su una nave, il Virginia, usato da immigranti e uomini ricchi per le traversate oceaniche Europa-America. Viene adottato da un macchinista di colore che lo cresce fra uomini e con la concezione della vita che lui riteneva fosse la più giusta. Un giorno, per caso, Novecento si siede al pianoforte e comincia a suonare... Una musica inspiegabile, sembrava che suonasse con quattro mani talmente erano le note che riusciva a fare. Una bravura impressionante che da inizio alla sua carriera come pianista sul Virginia.
Ma la cosa eccezionale di questo uomo sono gli insegnamenti e i giudizi con occhio distaccato che lui riesce a dare sugli altri uomini: quelli di laggiù, quelli sulla terraferma. Eh sì, perchè lui sulla terraferma lui non ci ha mai messo piede nella sua vita ed è così che la sua storia rimane una leggenda... Novecento per il mondo, per le carte, per la burocrazia non è mai esistito.
Eppure è stato il più grande pianista di tutti i tempi...

Crederci o no, è comunque bello sognare cullati dalle note della musica di Novecento. Musica immaginata per chi legge e sentita per chi vede il film.
Un film eccezionale, che sa mettere in immagini quello che Baricco ha scritto e che riesce a trasmettere sullo schermo le emozioni che sono racchiuse fra le pagine del libro.

 
 
 

GIACOMO LEOPARDI

Post n°7 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da aleika
 
Foto di aleika

L'esame di letteratura italiana è prossimo e l'argomento di quest'anno sono le "Operette Morali" di Giacomo Leopardi.

Lezione dopo lezione mi sono appassionata molto al personaggio e anche al libro...

Chiedo a voi... Condividete il mio giudizio?

 
 
 

Castelli di Rabbia

Post n°6 pubblicato il 07 Aprile 2009 da aleika
 
Foto di aleika

Ancora Baricco. Questo è il libro del suo esordio e come sempre si trova una trama e dei personaggi che sfiorano l'impossibile, l'irreale e il geniale.  

La storia si ambienta a Quinnipak ("un luogo che invano cerchereste sulle carte geografiche. Eppure è là.") dove vive il Signor Rail, l'uomo più ricco e conosciuto del paese, con sua moglie Jun, donna bellissima dalle labbra provocanti, suo figlio Mormy, bambino e ragazzo bellissimo nato però da un tradimento, Elizabeth la bellissima locomotiva, il vecchio Andersson depositario del "Brevetto Anderssonn delle vetrerie Rail". A Quinnipak c'è un musicista geniale sempre alla ricerca di nuovi strumenti e di nuove scoperte. A Quinnipak non c'è solo la banda del paese, ma anche i componenti dell'umanofono, bizzarro strumento inventato da Pekish, che prevede che siano le persone ad emettere ciascuno una nota. Pekish, il musicista, sempre accompagnato da Pehnt, un piccolo ragazzino dal destino già segnato, in attesa di crescere abbastanza per viverselo. Quello che ha di meraviglioso Pehnt è la sua determinazione, supera le sue insicurezze, si convince che un giorno ce la farà e nel frattempo annota nel suo quadernetto brevi lezioni di vita. Una al giorno.
A Quinnipak c'è la vedova Abegg, che poi vedova neanche lo è.
A Quinnipak un giorno arriva Hector Horeau, architetto pieno di idee innovative, e porta con sé progetti e sogni.

Quinnipak è un posto dove ci si rifugia per fuggire ai problemi, per sentirsi al sicuro. Lo si può cercare, non lo si troverà, eppure.. c'è!

 

 

 

 

Forse è dentro di noi che dobbiamo cercare...

 

 
 
 

Amélie Nothomb - Le fait du Prince

Post n°5 pubblicato il 22 Marzo 2009 da aleika
 
Foto di aleika

Dato che è risaputo che mi piaccia molto leggere, a Natale ho ricevuto questo libro. La copertina mi ha subito colpita, e un po' inquietata onestamente, poichè ha uno stile molto dark ed il dark non è esattamente il mio genere.

Più tardi ho chiesto notizie di questa scrittrice e mi è stato detto: "E' una scrittrice belga, scrive molto bene ma è un po' matta!"
Qualche tempo dopo, dimenticando questo commento ho iniziato a leggere il libro; già da subito appare piuttosto strano. Le pagine scorrono senza problemi, non è una scrittura pesante o noiosa, ma di per sé in tutto il libro si continua a parlare e a descrivere cose senza dire assolutamente niente e alla fine quando ci si aspetta il colpo di scena finale... che non succede nulla di che.

Sembra che tutto il racconto sia circondato da una leggera flemma che avvolge i personaggi e di seguito anche il lettore.. Niente è stupefacente, tutto sembra ovattato e dà quella sensazione intangibile di sogno.
Il vero colpo di scena sta nell'incipit ma anche qui.. viene preso come una cosa quasi normale.
Mancano molte spiegazioni in questo libro e tanti fatti restano inesplicati, senza delle risposte.

Amélie Nothomb ha sicuramente uno stile particolare, che può piacere o no. Io sinceramente non l'ho apprezzato molto.

E voi la conoscete? Avete mai letto qualche suo romanzo? Come la giudicate? COMMENTATE

 
 
 

IL GIORNO IN PIU'

Post n°4 pubblicato il 14 Marzo 2009 da aleika
 

Si comincia bene, con un bel titolo! Un titolo che assume una grande importanza, un giorno in più.. Un giorno in più per che cosa? Un giorno in più di felicità, IL giorno in più, l'ultimo, quello che ci si gode sempre con un po' più di passione.

Questo libro inizia nella routine di un uomo, Giacomo. Giacomo è un uomo sicuro di sé e appagato dalla sua vita; ha un lavoro che lo soddisfa, vive molte avventure amorose, ha un passato familiare difficile e il suo migliore amico è una donna.
Ogni mattina prende il tram per andare a lavoro, ma un giorno qualcosa è diverso. Una presenza lo colpisce, una donna molto bella, con cui comincia un gioco di sguardi che si prolunga per qualche mese. Lui non sa nulla di lei e s'immagina tutto il suo mondo e il suo modo di essere, finché un giorno lei, un attimo prima di scendere, lo invita per un caffé. Lui accetta, chiacchierano, ridono, si conoscono ma.. lei gli rivela che quello era il suo ultimo giorno sul tram e in Italia. Il giorno dopo lei partirà per New York per cominciare una nuova vita.
Lui è completamente affascinato da lei e così un giorno decide di correre il rischio di mettersi in ridicolo e parte per New York alla sua ricerca...

E' un romanzo con una trama surreale a tratti molto divertente (lo conferma l'immagine di una me che legge sulla metropolitana ridendo da sola e cercando di nascondersi dagli altri viaggiatori) e in altri punti fa molto riflettere, ma è un libro in cui ogni lettore trova un pezzo della sua vita e ci si riconosce. Sarà perchè Fabio Volo parla di cose semplici ed esterna anche quelle cose che per noi sono ovvie e che non diciamo.

Un bel romanzo, leggero, divertente che fa piacere leggere e che ti lascia un senso di felicità e serenità dentro...

 
 
 
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