AL BUIOPer coloro che non temono il giudizio |
L'ETICHETTE DELLA SOCIETA'
Come avrete potuto leggere sul post precedente, la combinazione sostanza e casualità si sono incrociate nell'attimo preciso, nella condizione ideale, un po' per una certa predisposizione avuta sin da piccolo verso l'utilizzo di sostanze in compagnia,partendo a 10 anni in 1a media con le sigarette, ai 12 anni con i primi spinelli alla marjuana, all'uso dei TRIP verso i 14 anni, oltre che ad altri tipi di acidi o LSD come volete chiamarli. Condividevamo tutto quanto nel nostro gruppo, nessuno escluso o quasi, trovando in ogni giorno l'occasione per improvvisare feste dove il nostro senso di libertà assumeva valori quasi eccelsi.
Ci ritrovavamo al moletto del Castel Sonnino a far baldoria, per poi svegliarsi quando andava bene il giorno dopo e tornare alle nostre attività di responsabilità. C'è stata una sera in particolare che dopo aver assunto 5 TRIP, ebbi quella che è stata a livello di:"condizione di stato" l'esperienza piu' forte che ho mai fatto con le sostanze, arrivando a contatto con quelle parti di me che non pensavo neanche di avere, telepatia, capacità di percepire immagini e suoni particolari che neanche immaginavo fino a raggiungere il significato vero della parola "LIBERTA'". Potevo agganciare segnali che durante la vita, assuefatti da tutto non siamo in grado di poter raggiungere.
Adesso che sono tornato, ormai da tempo nella regolare vita sociale, sibisco quello che la parte "perfetta" dell'uomo giudica, spesso proprio chi ha li stessi vizi ma non ha una coscienza tale da capire che in fondo redimersi e chiedere un'altra occasione dal momento che hai una professione dove in passato eri un personaggio all'interno del tuo mestiere nella parte elettrica ed elettronica industriale e umano e volge a esercitare quello che sei capace di fare, ma ritenuto "impedito" dai vizi che hai avuto.
Eppure durante questo mia particolare stile di vita ho conosciuto i nomi dell'alta società essere preda di tali vizi e a volte li ho pure aiutati, per poi scordarsi facilmente di quei momenti.
Questa è la nostra realtà, a volte mi prende di ricorrere ai mezzi illegali di prima, dove i soldi mi si fiocchettavano in quantità da far invidia a molti....ma non era onesto, allora andiamo verso l'onestà mi son detto! Li le persone dicono si aiutano, ti rimandano le soddisfazioni per quel che sai fare, come andiamo sentendo a giro dai discorsi di chi esprime le sue idee senza che filtrino dalla loro coscienza!
Io tutto questo lo sto affrontando a testa alta, sapendo che chi realmente dovrebbe nascondersi è chi ti mostra il sorriso e poi è il primo assassino: "La società e chi la gestisce":
IL MIO INCONTRO CON L'EROINA
A volte capita che molti di noi che hanno vissuto la "tossicodipendenza" portano in se storie e testimonianze che rimangono trascritte nei loro occhi.....tracce di delusioni, di sofferenza, associate alle violenze di chi si insegna ad apparire, di chi ci vuole vedere arrivare per primi, di chi ci invita a inseguire una carriera, una sistemazione un business che ci sottopone ogni giorno alla luce, alla vista di chi ci osserva e ci giudica, allontanandoci sempre di piu' da quello che siamo. A volte è cosi che rimaniamo vittime delle nostre decisioni, allattati dall'ambizione, cresciuti dall'apparenza, adottati da chi su di noi diverge il proprio destino.
Adesso la luce non ci appartiene piu', adesso solamente il nostro nuovo profilo al buio ci permette di reinventarsi e di vivere la vita che desideriamo. Io ormai vivo qui da sempre!
A me tutto questo è accaduto e accade ogni giorno. E' stato un crimine avere avuto le proprie idee, non aver fatto parte di un partito, non aver giurato obbedienza a nessuno, non essersi corrotto ai nostri padroni. Oggi gli errori sono classificati in base alla appartenenza del nome e non alla gravità delle proprie azioni. Oggi chi non ha la possibilità di gridare non viene ascoltato, chi non sfodera un'arma non fa paura chi tenta di rimediare non ottiene perdono.
Era primavera inoltrata del 1992, una sera verso le 19:00 ora di chiusura dell'officina nella quale lavoravo mi raggiunse un amico, l'amico di sempre con il quale avevamo affrontato qualsiasi cosa insieme, eravamo cresciuti condividendo quello che neanche due fratelli ne avrebbero avuto il desiderio e la possibilità.
Fece un breve giro di parole dopo di che estrasse dalla tasca una piccola busta celeste, dentro la quale mi ammise esserci eroina.
Di li a poco sarei dovuto tornare a casa da mia moglie e mia figlia, consapevole del clima di ostilità che avrei dovuto sopportare cosi che accettai di farmela a patto che non ci volesse molto tempo. La personalità di mia moglie mi sopraffaceva anche quando avevo piena ragione, figuriamoci se avessi fatto tardi e non avrei avuto una buona giustificazione.
Fu li che vidi da vicino la prima insulina, osservando con attenzione quella che mi venne formalmente assegnata la quale una volta riempita, la presi in mano osservandola da ogni lato, come se il mio occhio fosse esperto e sapesse dove andare a scrutare, mentre in realtà era la gran confusione che sentivo in me, di fronte a quello che per la prima volta mi si presentava con un titolo cosi forte e che io non sapevo come gestire. Prima si fece su di lui, dopo di che seguii le sue indicazioni e mi misi, spalle al muro in un piccolo spazio antistante la toelette dell'officina dove il mio amico mi mise in una certa posizione dopo di che in pochi secondi mi introdusse lasostanza endovena. Poteri scriverci un libro a riguardo, ma posso solamente dire che per un attimo tutto quello che mi destava preoccupazione, che mi innervosiva, che avevo rinunciato di realizzare era tornato al suo posto, aveva acquisito di nuovo il suo significato, avvalendosi di un equilibrio che partiva da me ma che non conoscevo di possedere. Per un attimo e molto di piu' il tempo scorreva serenamente, trascorrendo minuti che poi si rivelarono ore senza preoccuparmi della reazione che avrei trovato a casa......per un attimo io ero io e questa cosa per me era di nuovo importante.
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Messaggi di Settembre 2023
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BENVENUTO AL BUIO DI PERIFERIA
Benvenuto anche a te che ami stare: ''AL BUIO'', che cerchi riparo dalla luce, dagli occhi indiscreti che controllano, etichettano giudicano......e condannano. A te che ritieni che questo spazio è la conseguenza di quelli che ci vengono tolti dal potere, attraverso quelle leggi che noi non condividiamo.
Proprio cosi; ci vengono tolti dall'uomo stesso sotto forma di una SPA o di una carica che gli permette di rivolgere le proprie ''violenze'' ovunque, perdendo l'appartenenza al senso della fede sostituendola con le regole che lui stesso si è creato a misura con le quali si spinge ovunque, presentandosi in nome dell'amicizia, facendosi credito in nome di una religione, manipolando in nome del progresso, per poi tradire e rubare nel proprio nome cosi da accreditarsene la proprietà.
Dopo di che, per presentarsi Giusto agli occhi delle persone e impedire a noi di negargli la possibilità di intitolare tali azioni: "Per il bene comune" non si fa scrupoli a presentarci come criminali, tagliandoci fuori dalla comunità, dichiarandoci: "colpevoli" di aver difeso le nostre idee.
Sono le nostre idee che ci rendono liberi, che ci danno la possibilità di esprimerci, magari la dove gli interessi del denaro sono ancora lontani e noi troviamo rifugio. La dove i nostri fratelli sono stati costretti e abbandonati a se stessi, tra i vicoli, le panchine, la tossicodipendenza, le sirene delle ambulanze, i clochard, i binari, e gli angeli.....quelli con le ali nere dalla fuliggine che si siedono vicino a noi e ci tengono la mano per non abbandonarci al nostro destino.
Io vivo qui da sempre......in periferia! Qui fa colore ogni cosa, le ombre hanno la propria libertà, i rumori non sono assordanti, le voci trovano eco e le luci accese delle finestre ti fanno riflettere su chi sei in quel momento, su cosa ci fai in quel posto, facendoti sentire solo, per un attimo, ma poi trovando la compagnia con una sigaretta dai significato ad ogni piccolo particolare, come fai da sempre, realizzando in te sempre piu la consapevolezza del fatto che nessuno riuscirebbe mai a capire. E ripensi a quando eri piccolo, a quando sentivi il desiderio di stupire, a quando il giudizio era ancora in una fase di incubazione e il tuo istinto ti dava sempre ragione. Poi magari, mentre i pensieri ti abbandonano ti volgi e vedi che la luce sta sopraggiungendo, adesso è di nuovo il momento di fingersi padri del progresso, ma dentro di te sai che di li a poco potrai sentirti di nuovo figlio della strada, e di ritrovarti la dove ''AL BUIO'' fai parte del tuo mondo.
E' qui che c'è ancora spazio per quelli come noi!