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Post n°28 pubblicato il 08 Agosto 2012 da L.Onely
 

*

 
[Femme paysage]

Annaffiami la luna.
Spazzolami i denti delle scale.

Trasportami nella tua valigia di carne sul mio letto d’ossa.
Cuocimi un tuono.
Raccogli i terremoti in una gabbia
E coglimi un mazzo di lampi.
Tagliati in due e mangia una di queste metà.
Eiaculati nell’aria orgogliosa dei getti d’acqua di Versailles.
Bruciati arrotolati a palla.
Sii una palla dal riso arcaico
Che rotola intorno a una pillola.
Getta tutte le tue lingue alle rose.
Regala le tue lingue ai dolci rinoce-rosa.
Pasticciati un pasticcio.
Ranati in rana.
Poniti come firma sotto la mia lettera.

Annaffiami la luna

* * *

Sono tante stelle i cuori,
negli uomini fan fiori.
Tutti i fiori sono cieli.
Tutti i cieli sono fiori.
Tutti i fiori incandescenti.
Fanno fiori tutti i cieli.
*
Mi ripeto a bassa voce
ogni giorno due parole.
È per farmi un po’ coraggio
e confondermi, e scordare
quel dolore così grande,
l’impotenza in cui viviamo,
che ripeto queste semplici parole.

[Danseuse, 1925]

I mari sono fiori.
E fiori son le nubi.
E sono fiori gli astri,
in cielo son fioriti.
La luna è un fiore solo.

Mi ripeto a bassa voce
queste semplici parole
di continuo le ripeto.
Ogni giorno mi ripeto due parole, un niente.
Le ripeto come piccole campane
si ripetono, ripetono.

 Sofia è un cielo.
Sofia è una stella.
Sofia è un fiore.

Tutti i fiori in fiore,
fioriscono per te.
Tutti i cuori accesi,
s’incendiano per te.

Ma ora tu sei via.
Perché tocca a me venire qui e stare.
Ho solo una domanda.
Ti voglio rivedere.

[Foglie e ombelichi, 1929]

Un passo è questa vita
nel chiaro buio in Dio.
Appena hai detto oggi
trascorso è già domani.
E van così anche gli anni
tra indugi, sogni, giochi.
Così trascorre il tempo
su cui s’attarda il fiore.

Da che sei morta
a ogni giorno che trascorre dico grazie.
Ogni giorno già trascorso
mi avvicina a te.
*
Sophie (part 1)

*
A Sophie Täuber, (pittrice, architetto, ballerina e insegnate. 1889-1943), compagna di Arp dal 1915, anno del loro incontro, per il resto della propria esistenza.

 * * **

[L'Araignée]

A Zurigo, nel 1916, viene fondato il Cabaret Voltaire, dedicato al filosofo francese che aveva sostenuto i valori della ragione. Qui nasce il Dadaismo, un movimento che durò pochi anni, ma che ha avuto un’esplosiva capacità di mettere in gioco le comuni regole e attività artistiche.                                        [Star]

Al Cabaret Voltaire gli artisti vivevano serate con esecuzioni di musica e letture di poesie dada e a queste serate il pubblico partecipava di solito molto attivamente.


Recitavano poesie anche in lingue sconosciute,
solo per il gusto di sentirne il suono,
a prescindere dal loro significato.

 

 

Nelle sue composizioni, spesso assemblate con materiali insoliti, Arp crea solo forme semplici, armoniose, spontanee e assolutamente, senza significato. Il titolo, solitamente sorprende, lascia senza parole, stuzzica la fantasia.
Arp sviluppa con il tempo un linguaggio basato sulla combinazione di forme elementari, spesso mutuate direttamente da oggetti reali, ma isolate e riproposte, colte fuori del contesto d’uso. Tali caratteristiche ritornano nei legni scolpiti, nei collage e in altri lavori dipinti a colori vivaci o a rilievo. È così portata avanti la ricerca per le forme neutre, tema ricorrente nella sua scultura degli anni Trenta.

Di questo periodo è l’esplorazione della casualità, dell’aggregazione spontanea come atto creativo: compone nuovi collage con frammenti di carta lasciati cadere e incollati. Meccanismi analoghi saranno successivamente elaborati anche in ambito poetico dadaista.

*

* * *

Quattro fanciulle decidono di crescere fino a
diventare donne.
Una volta diventate donne
sposano quattro uomini piccoli
e continuano a crescere
fin quasi a toccare il soffitto.
Per passare dalla porta
devono strisciare a quattro zampe.
Più le donne crescono
più gli uomini diminuiscono.
Prima per la sorpresa
di queste donne che continuano a crescere
poi per amore.
Il corpo degli uomini è ricoperto
di piume grigie e blu.
Gli uomini poco chiacchieroni
parlano sempre meno
cominciano a tubare
poi diventano ancora più taciturni
ma tubano e tubano.
Nel frattempo una delle quattro donne
dorme nella stanza
e continua a crescere e a crescere
dentro la stanza.
La sua massa compatta riempie tutta la stanza
con parti di essa che escono dagli infissi.
Suo marito è un cafone
e senza tanti complimenti
si dichiara stufo di tutta questa crescenza
tuba un’altra volta
e incomincia a volare.
La massa della moglie scoperchia la prigione
poi corre a nascondersi
nel primo abisso disponibile.
Gli altri tre uomini
restano fedeli alle loro gigantesse
e appollaiati sulle loro dita
tubano
e s'ingozzano di briciole di pane.

Quattro donne

* 

*

Jean Hans Arp
(Strasburgo, 1887 – Basilea, 1966 / scultore / pittore / sin dall’infanzia scrive poesie.)

*

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Commenti al Post:
socrate400
socrate400 il 09/08/12 alle 10:52 via WEB
Ho sempre pensato che l'arte della scultura e della pittura sia la proiezione, anche, della nostra visione interiore della realtà che, quasi sempre, non corrisponde alla realtà pura e oggettiva...ecco perchè amo le correnti come il dadaismo, il cubismo, il surrealismo...
 
solosorriso
solosorriso il 09/08/12 alle 15:27 via WEB
Non ci capisco niente io di arte ma ti giuro che queste opere e queste parole mi hanno abbagliata...incantata...andrò sicuramente ad approfondire magari riesco a trovare la ricetta per cuocere il tuono ;-) scherzi a parte...molto bello davvero...grazie per avermelo fatto conoscere :-) Buon pomeriggio...un sorriso per te :-) Carmen
 
claudia.sogno
claudia.sogno il 09/08/12 alle 18:03 via WEB

"Quando i polli ebbero i denti
E la neve cadde nera
C'era allora,c'era c'era"
Giù la testa alla terrazza,
quella fatta in marzapane
Al posto delle ossa
ho risucchiato rane
Il mio verso sa di cielo
I capelli son spumiglia
Tra l'effluvio il gelsomino
che si finge nano e figo
E ripeto come un mantra
Voglio strade come palii
Il mossiere a far la notte
Lungo il canapo siderale
Quel tuono cotto a fulmine
La sua metå mangiata
Mi ha messo un lampo al dente
M'ha trasfigurata
Imbocco riso arcaico
precoce eiaculazione
M'ingravida il pasticcio
Di un Dio troppo ingegnoso
 
L.Onely
L.Onely il 09/08/12 alle 22:24 via WEB
Ora le scale san di fluoro
il parapetto al silicone
tappet(t)ino l'inquilino
rise russo e bussò bombo
cadde un chicco sulla rana
palla di pelle di girino cenerino
de_rapata sull'asfalto aspira
spumiglio di capelli siderali ali ali
luna bagnata in grave data
[hey acula, ma poi netta!!!]
Innocente il rinoceronte
vespa vispa vista in pista
Disse ieri l'architetta
sette volte in sei parole
"super_feta_ziooooniiii !!!!"
pensava fossimo cogl(vabbè)???
Così tra denti lenti ed in ritardo
mezzo lampo tra i bagagli
cossi un mazzo di fichi nani
bevvi il mezzo vuoto del bicchiere
mi impasticcai di trifogli e sogni
colsi paglia ne feci una maglia
suonai l'arpa con la scarpa
e quando il cielo si pettinò
cadde una stella com'era
...
era una stella, era una stella
forse un fiore, l'incendio di un cuore.
***
[Chiedo venia, ma la "Dada" (?) tentAzione è stata forte ... mi spingo e mi re_ritiro in esilio. Dadaumpa a tutti!)
 
 
claudia.sogno
claudia.sogno il 10/08/12 alle 00:25 via WEB
tingo l'll bianco in tabatinga
trovo l'll rosso in urucù
ma l'll macura ruba l'll fuoco
resta l'ovo alla cock
sembra d'essere a Pamplona nella pancia di Firmin
mangian penne tutti in coro
sotto palme e embirugù
nella danza dei Tangaras
l'Ar_chi_tetta(!)ri_petenTe
sette volte, por_or_oca!
canTàcanta,volà-vola
muricì jenipapo
-jaticomba,jatobà
chiama Yara!...Boyagù!!
Venite.venite a vedere...
si muove nel verde una stella
è l'Uccello Urutau
si è fatto di tabatinga
la lingua in urucù
 
   
L.Onely
L.Onely il 10/08/12 alle 00:48 via WEB
Uh purcu ... ma cusa l'è sta roba chi?
curu in corsa al corso d'urucu, ca ma cura la palebra alle penne d'Urutau.
Volo e canto porca l'oca,
che di ragion n'è resta poca.
Tra Titicaca e Timbuctu
seguo il filo della danza biancorosso e un po' di blù,
se mi perdo chiamo Yara, due passi alla Rayuela, lancio sassi nella sognosfera.
(Che Tangaras di commenti, questa sera!)
 
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