MICIO...Era arrivato per caso da lei, in un mattino di fine estate; non sapeva bene perchè, né aveva mai capito come l’avesse trovata. S’era magicamente materializzato, tra le piante di
rose bianche rampicanti che si conquistavano il patio assieme alle azzurre clematidi. Un mattino...proprio quel mattino, mentre, intenta a scrivere, a tutto avrebbe pensato tranne ad un incontro come quello. Era lì e... la guardava, la osservava, la studiava! Il suo muovere il capo, prima a destra poi lentamente a sinistra in un altalenare, la metteva a disagio ed allo stesso tempo la incuriosiva. Restò tranquilla, lasciandosi studiare e studiandolo a sua volta, occhi negli occhi ...lo stesso colore verde per entrambi e l’improvvisa sensazione di pace, di una serenità che non si spiegava, per poi... vederlo allontanarsi...Sorrise divertita, cercando di riprendere da dove aveva interrotto, ma incapace di concentrarsi, continuava di tanto in tanto a cercare scrutando, con la speranza di rivederlo comparire. Andò avanti così per un paio di mattine... un tacito appuntamento. Non avrebbe mai creduto che le stesse entrando nel cuore. Lo capì solo il mattino del terzo giorno! Continuò a versarsi più volte il caffè americano, cominciando dopo un po’ a tormentare la tazza, tirandola su e giù, facendola battere lentamente, ritmicamente, sul piano di cristallo del tavolino in vimini. Faceva ancora caldo, ma un vento stizzoso, sfogliava le pagine bianche, del suo quaderno d’appunti, dove stava scrivendo una favola dai profumi d’Irlanda.Il suo sguardo si lasciava catturare dai piccoli petali di geranio che staccandosi, cadevano, senza peso e si posavano senza rumore sul pavimento mosaicato del patio. Mossi dal vento, strisciavano, saltellavano, si rincorrevano e quando si fermavano contro il muretto bianco, ne notava la piccola forma a cuoricino di un bel rosso acceso. Quel soffio irriverente, faceva si che in alcuni momenti si formassero dei piccoli mulinelli dove i piccoli petali danzavano ordinatamente rotolando a terra e su se stessi. Uno strano malinconico gioco, che assieme al cielo vuoto, dove le rondini avevano lasciato il posto al volo saltellante, scomposto e basso di qualche passero, le facevano capire che l’estate era ormai finita. Per tutto il tempo, quel soffio, aveva rivoltato, scartabellato una dopo l’altra, le pagine bianche che per quel giorno almeno, non si sarebbero viste riempire di parole, pensieri....racconti.Il raggio di sole che aveva illuminato e scaldato fin dal primo mattino, un ampio spazio del patio, si ritraeva, lasciando posto all’avanzare dell’ombra, che diventata prepotentemente padrona, donava conforto agli occhi che si riposavano della troppa luce, mentre l’afa sembrava non avere fine.Fu un’attesa ...lunga!! Lo sapeva che non le apparteneva e che non sempre lo avrebbe rivisto nel suo giardino...eppure ne soffriva la mancanza. Era l’imbrunire ed ormai aspettava l’arrivo della notte, le gambe alzate sul dondolo che l’accoglieva come una culla, mentre immersa nei morbidi, gonfi cuscini...fissava la fiammella che bruciava essenza di citronella. Sentì di non essere sola e spostò lo sguardo, era lì!! Apparentemente molto stanco, ma non abbastanza da non poter passare a salutare la sua amica. Lo chiamò sussurrando appena... e lui ...con un solo balzo le saltò in grembo lasciandosi stringere, lasciandosi accarezzare con tutta gioia, che dissolveva il lungo attendere di quella interminabile giornata. Da quel momento in poi, non si allontanò più da lei! Giorno dopo giorno le vive vicino, donandole amore e calore, tranquillità. Fu lui a sceglierla e lei lo amò subito....Passando li si vede, lui acciambellato al suo fianco, farsi compagnia in un silenzioso trascorrere del tempo...sono lì ancora adesso due castagne in un riccio ...Giuly ed il suo piccolo, dolce micio.. .. Giuly