*Incedere Silente*

Post N° 73


ABBRACCISi aprivan gli occhi ogni mattina su di uno scenario diverso, scelto per caso o forse cercato e scovato nella notte a precedere. Una sola domanda:- DOVE?- Domanda che spesso non aveva grande importanza… ciò che più importava era uscire da quell’isola, cercando di oltrepassare i confini che richiudevano in essa la solitudine… il distacco dal resto della vita. Bastava poco, un piccolo cesto con dentro qualche tramezzino ed una bottiglia d’acqua e poi  sedersi ed attendere, il momento in cui si sarebbe partiti senza conoscere la destinazione… ad occhi chiusi…fidandosi sempre. Odore di terra, di montagna, di boschi…querce, castagni, conifere e …terra umida mista a foglie e muffe del sottobosco. Ci s’incamminava, passo dopo passo, respirando l’aria fresca che a tratti sapeva di timo, quel timo che ne rilasciava l’aroma se solo se ne sfioravano i copiosi cuscini, ricoperti dai piccoli fiori rosa-viola. Si continuava a fatica, scalando il pendio e fermandosi incontrando di tanto in tanto, una pozza fangosa da saltare…una tenera scusa per lasciarsi stringere in un abbraccio “d’aiuto” e che ogni volta accentuava il desiderio di un bacio…quel bacio…il suo!! Si proseguiva, nessuna parola a sporcare il silenzio, solo il soffio di
un respiro affannoso ed il secco spezzarsi sotto i passi, di rami resi fragili e come…croccanti, dal rinsecchimento. Passi su passi, senza peso e senza forza…passi che non avevan nessuna consistenza e che lasciavano impronte solo nello smuovere dell’aria. Inevitabile la sosta per raccogliere le forze, per scambiarsi sorrisi, per  un incontro di sguardi e seguire quella mano, raccogliere un fiore, un piccolo ciclamino che avrebbe infilato tra i capelli, dopo averli sfiorati…dopo averli spostati dal viso con una carezza che provocava sensazioni forti e accendeva il desiderio di aspettare la fine di tutto, lì…tra le sue braccia. Si distendeva al limitare del bosco, la radura, tappezzata di tenero trifoglio e muschi e licheni, morbidi e piacevoli da calpestare fino al laghetto…ecco la meta! La meta…l’arrivo e… l’attesa che arrivasse sera per capire se davanti al fuoco di un camino acceso in un piccolo rifugio di montagna, si fosse sufficientemente lontani dall’ ISOLA che teneva prigioniera la nostra mente, mentre tutto ciò che restava di quella giornata era un piccolo ciclamino…quel piccolo ciclamino tra i capelli…Giuly