PartenzeSfioro la piccola scatola dove ripongo la delicata e
preziosa biancheria di seta e pizzo. Svuotare una valigia, è sempre un segno
d’arrivo, anche se ogni
arrivo è diverso… come lo è ogni partenza. Si assapora
l’amaro di un qualcosa che è finito prima che ci si potesse abituare e desiderare di ripartire.
Partenze… partenze che restano
sospese come fiocchi leggeri e
volteggiano su biglietti che non portano da nessuna parte. Ne leggi la carrozza
il numero di un posto vicino al finestrino e chiudi gli occhi cercando di
vedere scorrere un paesaggio in movimento. Lacero il cuore, sanguina, per una
fine che non ha inizio né percorso. Si
posa sul fondo di un cassetto la
scatola piena degli indumenti
preziosi…profuma di lavanda quel
cassetto, profuma di petali di rose caduti tra pizzi e sete e che
risvegliano sensazioni di freschezza…di pulito. Si muovono leggere e precise le mani nel piegare e riporre con cura, ma
la mente non segue quel movimento, disattenta viaggia all’indietro,
ripercorrendo giorni andati, sospiri,
lacrime, dolori …abbandoni.
Sono le promesse che ci danno
la forza di credere…sono parole che ripetono arrivederci e quei “ti voglio
bene”…che sono necessari per sopravvivere al distacco…non è cambiato nulla, per
ogni partenza un ritorno e qualcuno che attende ad un’immaginaria stazione…un
treno che non passa e che non porterà nessuno.Giuly