Ti sfiora delicatamente, il tiepido tocco del sole d’inverno,Non osa, non azzarda spingere il suo calore oltre il golf di lana.
Pallido, oltrepassa le nubi e ridona luce ad una stanza, nella quale non vuoi vedere niente, e di cui conosci bene il bianco del soffitto guardato per ore e che ora sembra ancor più bianco.E volgi lo sguardo a quei vetri ancora gocciolanti di una pioggia sbattutagli contro con rabbia.Scendono, le piccole gocce trascinandosi lentamente il loro sottile strascico d’acqua.Gocce…perle strappate al cielo e pronte a riempirsi di arcobaleni rubati a quei raggi che continuano a sfiorarti dolcemente, temendo di sciuparti. Perle di acqua e sole che infili con lo sguardo, una ad una, in collane di luce e guarderai dissolversi senza lasciar ombra del loro passaggio.Gira l’arcolaio e stretto nella mano il fuso, la tua mente, fila pensieri in fili sottili che ricamano disegni mai finiti, su di un cuscino trapuntato di parole che ora non hanno suono e scomposte giocano su di un letto sfatto.Giuly