Incosciente2.0

Gotan Project


Ma guardalo. Si muove piano, acquatico ,lunatico, tenero. Mi respira con calma, senza fretta, appoggia le sue mani piano su di me, sulla mia schiena, sul mio collo; affonda le narici fra i capelli, sulla nuca.Mi assapora lentamente, come mai, morbido. E mille parole sospese ,come goccioline di vapore a riscaldare l'ambiente e dire di se e della voglia che c'è ,che deve  esserci, malinconica;frastornata. Poi mi mette giù e mi scopre la schiena, le sue mani lungo la colonna, i polpastrelli sui fianchi. Sono ancora qui, un'altra volta ,a prendere quel che prepari per me, a riscaldare quel gelo che ancora e sempre devo trascinarmi dietro.  Esplorerai la mia schiena con le tue labbra affamate del mio mare profondo e scuro e vischioso . Tu ci hai trovato coralli e stelle di mare e hai deciso di raccoglierle e pulirle e portarle chissà dove. E sai che poco altro ti è dato.  Qualche luce,bagliori improvvisi, desideri incostanti.  Questa stanza profuma di lavanda, come sempre,e come sempre entra luce dal cortile e come sempre suona qualcosa nell'aria. Stasera ho scelto io. Stasera Gotan Project.  Triptico che incalza, in ben altri giorni di gloria mi riporta ,quando, audace e sfrontata, a testa alta ,muso duro, quella notte e molte altre ;e onde alte su cui surfare,in quell'estate calda da liquefarmi tanto era calda.  Così quella notte in piazza Dante i Gotan Project nella mia città, un'eccitazione fuori controllo , sudore nell'aria, i miei sandali alla schiava e la gonna gitana. E la chioma fulva e furiosa. Mille occhi addosso; mille balli ,mille vite fa. C'era la compagna di viaggio di sempre, testimone di uno splendore ,quello si,veramente incosciente. C'era un fotografo ispirato.  E balli e foto e bislacchi vagabondaggi negli anfratti della mia città, la magia della Civita e trascinare l'alba al mare,sfatti di vita rubata, ebbri e increduli, gli occhi lucidi ma ancora aperti sulle prime luci. I Gotan Project che  mi trascinano lontano. Andrebbero messi giù.  Che questa nostalgia di felicità ingombra un po il campo.