Incosciente2.0

Spalle al muro


Me lo dice chiaro, fermo, irremovibile, muovendo di poco il sopracciglio destro. Che non me ne esco così. Non così facilmente, non senza un senso. Non sono spiegazioni quelle da fornigli, non sa cosa farsene delle mie magnifiche spiegazioni. Sono abile nel confezionarne di impeccabili, di certissime, di convincentissime. Ci credo io, ci crede tutto il mondo. O vuol crederci, chè , in fin dei conti, è comodo assai.Ho un buco allo stomaco che è una voragine; sudo freddo e stringo i pugni. Mi fissa dritto, non abbasso lo sguardo, ma vado via con la mente, cerco il ben preciso punto della concentrazione che mi permetta di mettere a punto il più credibile distacco. Ognuno nel proprio metro quadro, badiamo bene. Non cede di un millimetro, nè si attende sia io a farlo. Così mi tende astute trappole, ma senza inganno alcuno. Eludo domande e affermazioni, aggiro ostacoli a ripetizioni e questa fatica mi appare coprirsi di ridicolo. Mi scapperebbe da ridere, se non fossi io, io stessa, solo io, indiscutibilmente io, l'artefice dei fallimenti in potenza che vado generando occasionalmente. E a 'sto giro, no, che non posso farla franca. Ma troverò , come sempre ho fatto, la peggiore delle vie di fuga, quella che mi copre di ignominia, così da non lasciare alcun rimpianto dietro di me. Così da chiudere il conto in maniera irrevocabile. Dove e quando sia nato e cresciuto e pasciuto, soprattutto, questa mia attitudine alla distruzione credo di non volerlo ricordare più. Lui è bravo però, è molto più intelligente di me e ha deciso. Ha deciso a prescindere.