Incosciente2.0

Spengo il telefono.


Ho preso il telefono fra le mani , per chiamarlo, almeno 10 volte. Poi ho smesso di contare. E ho spento il telefono. Quanto sono prevedibile. Lui ha tenuto fede al suo proposito. Non si è fatto vivo. Del resto , era stato chiaro. Sono andata in giro distrattamente. Mi sono seduta di fronte al mare e bevuto il mio caffè schiumato. Pian piano il fruscio delle onde ha cancellato tutto e come sempre accade in questi casi mi sono ritrovata in un giorno del passato. Un giorno qualsiasi fatto di luce e curiosità. Quando tutto era diverso perché io ero diversa. Quando le giornate cominciano tardi e finivano ancora peggio. Quando devidevo casa con due compagne di sventura. Logico che quella casa immensa diventasse un irresistibil bordello assortito. Proprio una vita fa se penso a tutte le sere passate in silenzio con la mia musica ei miei libri, oggi. Oggi. Oggi ho lavorato come una matta come sempre, mi sono tuffata fra le carte, le mail e le mille telefonate da fare allontanando qualunque altro pensiero. Ho pranzato al volo in ufficio senza capire neanche cosa stessi mangiando, senza sentirne i sapori. Poi un insopportabile senso di caldo afoso insopportabile appiccicoso mi ha spinta fuori dall'ufficio giù,  al parco. Un vento tiepido mi ha lambita, ho sentito il profumo inequivocabile dell'estate che se ne va. E qualcosa del mio pranzo veloce e insapore è tornato su come una coltellata fino alla gola. Un improvviso senso di vuoto, un imminente bisogno di mare, un desiderio stringente di pienezza, di un'altra giornata strappata alla stagione che arriva, antipatica. Poi mi vengono in mente proprio quelle giornate di sole. Quelle in cui ho conosciuto lui, al mare. Riprendo il telefono ancora una volta vado per accenderlo ma poi no, resta lì sul tavolo della cucina.