Creato da Seppi4 il 24/01/2010

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Dal suo creatore

Post n°7 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da Seppi4

Purtroppo come ogni buon articolo che si usi anche la mia fixed ha accusato qualche “colpo”. E così in una giornata in cui ero preso bene, mi son detto. Ma sì andiamo a trovare il tuo creatore.
Avevo fino ad allora rimandato perché ci avrei tenuto a presentarmi al negozio a cavallo della mia, non appena mi fossi impratichito ben bene, ma la neve aveva reso le strade impercorribili e sebbene le sfide mi piacciano, e il dare contro a chi dice che con la neve non si gira in bici mi piaccia ancora di più, non me la sono sentita. Ma non ci sarei andato da solo e così me la sono caricata in macchina e siamo andati.
Sono così arrivato al negozio. In effetti mi aspettavo un grande ambiente, con tanto materiale per le due ruote, magari qualche televisore con su una cassetta di triks americani, e un ambiente alternativo, tecnico e per tasche piene.
Arrivato là mi si presenta un negozietto piccolino, per le mie aspettative, e ciò mi ha fatto dis/piacere: “dispiacere” perché in un posto grande c’è più roba e forse trovo qualche cosa che mi piaccia a buon mercato, “piacere” perché nei negozi piccoli si viene curati di più. Dalle vetrine vedo molte bici, il negozio è ordinato e coi soffitti alti, così non mi sento oppresso e l’aria pare allegra all’interno. Vedo modelli da corsa e mi spavento un po’ e penso: un altro di quei negozi per fighetti e gente che se non spende non è contenta (non che non mi vada il pensiero, è solo che io di spendere non ne ho nessuna intenzione) così mi dico:” bene ora che sei qui fatti pure un giro tanto te ne uscirai come da tutte le parti: senza niente e con l’idea che “ Sì è stato bello ma non fa per me; ti lustrerai gli occhi e poi ti dirai, si si belle bici ma io non saprei neanche da che parte si sale”.
Così mi decido ad entrare, apro la porta alla Mia, come si conviene ad ogni buon gentiluomo, ed entro.
Mi accoglie un ragazzo. Dal look della mia bici mi ero immaginato un signore di una certa età, uno di quelli che chissà quanto hanno corso, magari con tante foto di grandi corridori e relativi autografi di cui ignoro le fattezze e i nomi. Uno di quelli che da quest’anno avevano avuto l’astuta trovata di rispolverare qualche vecchio modello di bici e riproporlo alla gioventù di oggi, a quei pochi individui che non la vogliono facile, ma che se possono se la complicano, a quelli che ora c’è il digitale e vogliono rimanere alle reflex meccaniche, magari pure al bianco e nero!
Invece è giovane (e ora che ci penso mni sembra d’averlo già visto da qualche altra parte, ma visto che dall’altra parte mi hanno trattato male, allontano subito quest’idea balzana).
Per fortuna a quell’ora il negozio è vuoto, quindi entro e per farla breve, mentre lui aggiusta e regola una bicicletta da corsa se non erro, per un bambino di 10 anni, andando a guardare regolamenti e libri e telefonando a una donna che gli dà i numeri giusti da giocare sul mezzo, io mi chiedo chissà che bestia diventerà il bimbo che a quell’età si allena già.
Il ragazzo riconosce il proprio mezzo, e sebbene con imbarazzo, io non mi aspettavo uno come lui ma certamente lui non s’aspettava uno come me, si scambia qualche parola e a stento riesco a mantenere un discorso, per evitare il silenzio e fare quello che guarda e giudica il lavoro altrui, insomma come al solito. Ed è così vengo anche a sapere che di bici simili alla mia ce n’è 3 in Torino, non nascondo un pizzico di delusione per il fatto che abbia detto:” bici come la tua” perché io mi “bellavo” del fatto che fosse l’unica, e forse accortosi di ciò aggiunge subito che hanno particolari diversi e pezzi diversi. Faccio anche qualche domanda su nozioni che pedestremente mi ero appiccicato in testa per l’occasione preparandomele settimane prima. Parlo allora dei telai columbus, e gli chiedo se si tratti di una marca o di un tipo di acciaio e, se non ho frainteso la risposta, mi dice che si tratta proprio di una marca e di acciai columbus ci sono vari tipi per tutte le tasche.
Ho così la riprova che un tizio che avevo incontrato per strada aveva ragione nel pensare al columbus perché quasi sicuramente è un columbus, certo non di qualità eccelsa ma tant’è. Ed io ne sono contento anche perché ho subito provato simpatica per il nome. Ma il dialogo col signore in via Roma fa parte di un’altra storia.
Poi tocca alla mia bici; nota la ferita sul telaio, appena una sbucciatura, ma me la cura subito; prima la parte dolorosa: la gratta con un po’ di carta vetro, poi disinfetta e sterilizza con un solvente, poi usa lo spray per la pelle nuova ed infine usa il calore per favorirne la guarigione.
Faccio notare poi la perdita di tre delle cinque viti di fissaggio della pedaliera alla corona anteriore, perdita che è avvenuta abbastanza presto, ma della cui scomparsa mi sono accorto tardi dal gioco consistente che ha acquistato il pedale, il tutto, penso io, dovuto alle fortissime vibrazioni dovute all’aver percorso a tutta birra via Po per stare davanti alle macchine: una goduria!
Me le ha rimesse, e poi mi ha “tirato” la catena che aveva iniziato fisiologicamente a cedere leggermente per l’uso, e infine ha fissato il manubrio che in effetti mi dava qualche problema perché si smollava ogni uscita e prendeva gioco in frenata.
Tocco finale gonfiatina ai pneumatici che, gonfiandoli a mano, sono molto al di sotto dei canonici 7 bar, e controllo dell’assetto sulla bici.
E così contrariamente alle mie abitudini mi trovo a mio agio e imparo qualche cosa. Poi entrano dei signori che iniziano a parlare di allenamenti di qui di là di chilometri di cosa è meglio fare, gente, a guardarla, simpatica. Uno che porta i suoi ciclisti in erba ad allenarsi in Polonia , e qui e di là. Mi nutro anche di questi discorsi, non potendo farne a meno visto lo spazio ristretto. Chissà che non impari altro.

Poteva fine qui? No. In effetti già che c’ero ho visto dei caschetti e visto che eravamo a Natale volevo dare un’occhiata a quelli che aveva lì. Pochi forse, ma se ci va anche gente che fa della bici seria, mi son detto, forse trovo quello che fa al caso mio. Non ci speravo troppo in uno sconto, ma ho detto tentar non nuoce così mi faccio un’idea dei prezzi.
Ne aveva alcuni alla mia portata ma onestamente bruttini, desideravo fosse decente di aspetto, sicuro, quindi preferibilmente da MTB o Bmx ma che non mi rendesse troppo ridicolo sulla mia, anche se sapevo già che sarei stato inguardabile col caschetto.
In ogni caso rompo gli indugi e dichiaro chiaramente la cifra che intendo spendere, visto che le cifre proposte da lui erano fuori budget. Mi dice che se aspettavo un momento vedeva cosa poteva fare per accontentarmi… morale? Mi son portato a casa un caschetto fighissimo scontato di 30 euro della Selev modello per MTB professionale. Alla mia testa ci tengo!
Stavo per uscire ma decido di scambiare ancora qualche parola, e mi fa vedere i nuovi arrivi: cerchi colorati splendidi per personalizzare la bici, e una sacca che è uno spettacolo, aprendola tutta serve a coprire interamente la bicicletta per il trasporto in treno, mentre chiusa assume la forma della sacca del portapacchi con lo spazio per libri o pc. Molto bella altrettanto tattica. Colore nero.
E poi scambiamo qualche parola sulla sua splendida bici che trovo esageratamente bella: quei tubi spessi telaio cinelli blu, quel manubrio largo, trasudava potenza e robustezza, ma allo stesso tempo non risultava affatto appesantita, anzi una linea perfetta. I raggi dietro intrecciati davano un aspetto vissuto e da strada, unica pecca per il mio acerbo gusto, un pezzetto di manubrio rivestito in carbonio, che infatti mi ha confidato cambierà. Con quella ha vinto una gara qui a Torino, la prima che han fatto forse due anni fa e che ha intenzione di riorganizzare come un grande progetto.
Sono uscito dal negozio dopo aver passato tutto il mattino tra attesa, riparazione, e chiacchiere. Molto soddisfatto di esserci andato, di aver scambiato due parole, di aver visto quella bici, di aver rimesso in sesto la mia, che infatti è uscita di lì tutta eccitata e felice, scattante, avremmo voluto farci un bel giro ma abbiamo convenuto sul fatto che fosse tardi e che era ora di tornare a casa.
Una grande mattinata, ed è stato un piacere parlare col proprietario.

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