Post n°6 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da Seppi4
Pomeriggio autunnale, fresco, soleggiato, ideale per un bel giro in bici. Non ho ancora fatto l’abitudine alla velocità e appena ho preso confidenza con la guida. Corso Casale. Rettilineo che passa davanti al motovelodromo Fausto Coppi, di fronte al monumento alle vittorie di Coppi di Giuseppe Tarantino, cerco di tirare e tenermi dietro più macchine possibili, evito gli onnipresenti buchi dei tombini (più buchi che tombini, o meglio tombini che sembrano buchi o peggio pozzi). |
Post n°7 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da Seppi4
Purtroppo come ogni buon articolo che si usi anche la mia fixed ha accusato qualche “colpo”. E così in una giornata in cui ero preso bene, mi son detto. Ma sì andiamo a trovare il tuo creatore. |
Post n°8 pubblicato il 10 Aprile 2010 da Seppi4
Prelievo telai: viaggio ad Alessandria
Pronto? Teo? Allora quand’è che andiamo? Io domenica sono libero. Ok allora andiamo domenica. Appuntamento in piazza Castello, io arrivo puntuale, Edo 5 minuti e più in ritardo. Lo richiamo: devo portarti un cornetto? No no arrivo. Partiamo, macchina libera e sedili tirati giù, per ottimizzare lo spazio. Ricordo anche un’arancia ma non rimembro dove sia finita. Viaggetto fino ad Alessandria, la giornata è bella, fa freddo ma c’è il sole. Arriviamo alla stazione di Alessandria entriamo nella discarica catorci, e mi si presenta uno spettacolo desolante: chissà che cosa mi ero immaginato! Telai De Rosa forse (allora non sapevo neanche cosa fossero… ma neanche adesso)? Eppure mi aveva inviato le foto, ma non ci avevo fatto caso. Sarà la luce cruda di questo mattina ma più li guardo e più mi paiono proprio dei catorci. Non so da che parte cominciare. E’ anche vero che non ne capisco nulla di bici. Ah sì perché non l’ho detto ma quei catorci dovrebbero essere delle bici e dovrebbero diventare i nostri telai su cui fare pratica e magari tirarci su pure una bella fissa. Quello lì è il mio! Dice Edo giusto per mettere le cose in chiaro ed indica un telaio che pareva essere in condizioni migliori, ma sempre inguardabile. Tutto dorato. E’ giusto. Lui ha trovato il posto, ed è quindi sua la prima scelta. Confidavo anche sul fatto che fosse completamente digiuno di telai e bici, e riponevo troppa fiducia nella mia esperienza maturata in 2 mesi di vagabondaggio su internet per cercare di capire che cosa sia una bici. L’idea della fissa è venuta in mente ad entrambi e ci siamo trovati d’accordo. Io avevo già la mia bella nuova regalatami qualche mese prima dai miei amici, ma desideravo capirne di più, e soprattutto capire dove si mettano le mani. In effetti il mio obiettivo è fare esperienza e accumulare quante più conoscenze possibili. Leggere informazioni senza metterle in pratica non serve a nulla, misurarsi con le difficoltà è il modo migliore per imparare. Dal canto suo Edo desidera farsene una in modo da avere anche lui la fissa, rimastone folgorato quando ha acquistato insieme agli altri la mia. Obiettivi diversi ma strada comune. Ci decidiamo e carichiamo i telai meglio messi. Il viaggio di ritorno avviene discutendo di cose che nemmeno conoscevamo bene, come farla, quali le difficoltà, insomma come due bambini con una grande idea e nessuna conoscenza, ma intanto avevamo i telai! Edo è più silenzioso dell’andata, è chiaro che sta già assemblando la bici nella sua testolina. Ma questo vantaggio non lo aiuterà, io dalla mia ho uno sconfinato sapere… penso io, ma come mi sbagliavo. |
Post n°9 pubblicato il 10 Aprile 2010 da Seppi4
Tra quelli a disposizione ho scelto quello rosso, avevo iniziato a fare ricerche su internet. Per prima cosa si cerca la marca della bici, cosa se ne dice, se è buona che componenti ha. Una ricerca un po’ raffazzonata mi ha portato a giudicare questo telaio il migliore. Non ha delle buone geometrie, che sono tipicamente da passeggio, ma il fatto che fossi riuscito a rintracciare la marca mi aveva messo veramente di buon’umore ed ho deciso che questo sarebbe stato il mio telaio, sempre che non avessi scovato rotture o crepe. Per fortuna fino ad ora non mi ha riservato sorprese. Certo quello di Edo ha geometrie migliori, Il mio invece è corroso in più punti dalla ruggine, ma almeno il colore è originale. Porta come nome “B.Giuntelli”. Il simbolo presente sul tubo sterzo e sull’obliquo, nonché sul piantone, sono illeggibili, ma grazie al nome risalgo ai produttori. Si tratta di due fratelli, i fratelli Giuntelli, entrambi ciclisti professionisti degli anni '20-'30, ritiratisi dalla scena ciclistica, hanno aperto 2 botteghe ad Asti e si sono messi a costruire bici, anche per grandi nomi. E’ quindi uscita dalla bottega di Battista Giuntelli. Pur rimanendo la mia una bici da passeggio, il fatto che sia stata fatta da un ex corridore, tempo addietro, e sia resistita fino ad oggi, per me sono garanzie di ottima qualità e resistenza. Così mi sono subito affezionato al mezzo. La prima idea è stata quella semplicemente di cercare di rimetterla a posto, non mi andava di rovinare un telaio fatto da una persona che di bici se ne intendeva. Varrà poco varrà molto, poco importa, se posso la rimetto semplicemente in sesto, mantenendo fede al movimento libero con cui era nata. Accantono l’idea fissa per il momento, io posso fare esperienza anche così, e porgo rispetto a chi l’ha costruita. Ho cercato su internet il dettaglio dei colori e lo stemma originale, in modo da ricostruirlo, ma senza risultato. In seguito mi sono reso conto che tenerla così non sia possibile e decido quindi di smontare tutto e riverniciarla. Lo smontaggio è lungo e laborioso e impegna diverso tempo: mancano gli attrezzi. Nasce quindi la società con Edo per l’acquisto degli strumenti utili ad entrambi, la parola d’ordine è riparmio assoluto e se possibile solo roba usata. E’ andata bene per una chiave a tubo 14x15 presa al balòn, invece lo smagliacatena l’abbiamo dovuto acquistare nuovo da quagliotti. |
Post n°10 pubblicato il 11 Aprile 2010 da Seppi4
Ecco qui una rassegna dettagliata di foto del mio bolide in attesa di restauro completo. La bici come si presenta al completo. La foto rende meglio che nella realtà, i colori rimangono più vividi. Notare che i cavi dei freni passano internamente ai tubi Il tubo forcella visto da sotto, forse si intravedono i cuscinetti, almeno io che so che ci sono li vedo. Dettaglio del tubo piantone Dettaglio finali forcellini posteriori e carter. Dettaglio cassetta m.c. e pedivella sinistra, con nastro adesivo che copre la chiavetta |
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