Creato da educatrice2 il 15/03/2007
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« SESSUOLOGIA | MEDITAZIONI E CONVEGNI S... » |
Siamo tutti rassegnati alla morte;è alla vita che non arriviamo a rassegnarci... per questo chiediamo alla sanità pubblica di curarci subito........... ( è un nostro limite!) Sanita': in aumento viaggi speranza, +5% all'estero e +7% fuori regione Gli italiani tornano a fare le valigie e a varcare i confini per farsi curare all'estero. I 'viaggi della speranza', alla ricerca di terapie migliori o non disponibili in Italia, registrano un aumento del 5% rispetto al 2006. Si credeva fosse un fenomeno del passato, ormai superato, invece nel 2007, per la prima volta, le segnalazioni dei vaggi all'estero per curarsi superano quelle degli spostamenti all'interno della propria regione di residenza, diminuite del 12% rispetto al 2006. In crescita del 7% il ricorso a ospedali e specialisti al di fuori della propria regione. E' la fotografia scattata dall'XI rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, presentato oggi a Roma nella sede della Regione Lazio. Il 25% delle segnalazioni di mobilità sanitaria, arrivate al Pit Salute, riguarda viaggi all'estero.
Sono i più giovani a spostarsi di Paese in Paese: una segnalazione su due arriva da una persona di non più di 35 anni. Sono quattro i principali motivi che inducono ad andare oltreconfine, nelle strutture europee: necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico (32% delle segnalazioni), a un trapianto (17%), alla riabilitazione (11%) e a cure per malattie rare (10%). Solo al quinto posto, con meno del 10% di segnalazioni, l'esigenza di specifiche terapie, che nel 2006 primeggiava in questa triste classifica. Oltre ai disagi del viaggio, i costi non sono da meno. Ben 60 mila euro per un trapianto di midollo; 50 mila per un intervento neurologico; 40 mila per asportare un meningioma; 35 mila per un'operazione ginecologica. Due - secondo il rapporto Pit Salute - i motivi principali che inducono a cambiare regione per curarsi: nel 55% dei casi la necessità di un intervento chirurgico (rispetto al 45% dell'anno precedente), nel 10% il bisogno di sottoporsi a riabilitazione. Si parte alla volta di un'altra regione soprattutto per cure oncologiche (34% delle segnalazioni), ortopediche (32%) e neurologiche (10%). Si viaggia lungo la Penisola da Nord a Nord (l'88% di cittadini settentrionali rimangono comunque nella stessa area geografica), dal Centro al Nord (58%) e dalle isole al Nord (53%).
Non è una sorpresa, ma l'ennesima conferma di un Paese spaccato e dello stato in cui versa la sanità meridionale: nessuno sceglie di andarsi a curare nelle isole e nessuno dal Nord pensa di farlo al Sud. Il 24% delle segnalazioni riguarda, infine, gli spostamenti all'interno della propria regione di residenza. Il Tdm la definisce una mobilità "forzata": in questo caso, gli spostamenti non sono solo frutto di scelta o di capriccio, ma puro stato di necessità, per una serie di motivi tra cui spiccano la carenza di strutture sul territorio (44%), le lunghe liste di attesa (22%) e la mancanza di posti letto per ricoveri nei presidi sul territorio (18%), piuttosto che di apparecchiature diagnostiche avanzate (15%). Anche nel caso degli spostamenti intraregionali, il principale motivo riguarda la necessità di interventi chirurgici (40%), seguiti da esami diagnostici (18%), riabilitazione (16%) e visite specialistiche (10%).
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