Dangerous Liaisons

Il Visconte di Valmont alla Marchesa di Merteuil


Cosa succede dunque, mia bella amica, che non ricevo nessuna risposta da voi? La mia ultima lettera mi sembrava meritarne una; dovrei averla ricevuta già da tre giorni, invece l'aspetto ancora! Sono molto arrabbiato; così non vi dirò niente dei miei importanti affari. Non vi dirò niente della riappacificazione pienamente conclusa che invece di rimproveri e sfiducia ha suscitato nuove tenerezze; sono io adesso a ricever le dovute scuse e riparazioni per aver sospettato della mia innocenza; e, senza il fatto imprevisto accaduto la scorsa notte non vi scriverei nemmeno. Ma siccome si tratta della vostra pupilla, e, dato che presumibilmente non sarà in grado di informarvi lei stessa, almeno per un po' di tempo, mi assumo io questo incarico. Per motivi che intuirete, o forse no, Mme de Tourvel mi lasciava libero da qualche giorno, e siccome le stesse ragioni non sussistevano per la piccola Volanges, ero diventato più assiduo con lei. Grazie alla compiacenza del portiere, non avevo alcun ostacolo da superare e conducevamo, io e la vostra pupilla, una vita comoda e regolata. Ma l'abitudine induce alla negligenza. I primi giorni non ci parevano mai abbastanza le precauzioni per la nostra sicurezza, tremavamo anche dietro le porte chiuse coi catenacci. Ieri un'incredibile distrazione ha provocato l'incidente di cui vi voglio informare; e se per parte mia, me la sono cavata con la sola paura, alla ragazzina è costata più cara. Non dormivamo, ma eravamo nel riposo e nell'abbandono che seguono la voluttà, quando abbiamo sentito la porta della camera aprirsi all'improvviso. Subito impugno la spada per difendermi e difendere la nostra comune pupilla; mi faccio avanti e non vedo nessuno, però la porta era davvero aperta. Siccome avevo un lume, sono andato a esplorare ma non ho trovato anima viva. Allora mi sono ricordato che avevamo dimenticato le solite precauzioni; e senz'altro la porta solo accostata o chiusa male, si era aperta da sola. Tornando dalla mia impaurita compagna per tranquillizzarla, non l'ho più trovata nel letto; era caduta o forse aveva voluto nascondersi, nello spazio tra il letto e il muro, insomma era stesa, senza conoscenza, rigida e scossa da fortissime convulsioni. Immaginate il mio imbarazzo! Riuscii a rimetterla a letto e anche a farla rinvenire, ma si era ferita cadendo e non tardò a sentirne le conseguenze: dolori alle reni, coliche violente, anche sintomi meno chiari mi hanno fatto subito capire cosa stava succedendo; ma per spiegarglielo ho dovuto dirle in che stato si trovava prima, perché lei non ne aveva alcun sospetto. Forse mai, prima di lei nessuna ragazza è riuscita a conservare tanta innocenza pur facendo così bene tutto ciò che occorre per disfarsene. Oh, ma quella non perde il suo tempo a riflettere! Ma ne perdeva molto a disperarsi, e capivo che bisognava prendere una decisione. Mi misi d'accordo con lei che sarei andato subito dal medico e dal chirurgo avvertendoli che qualcuno sarebbe venuto a chiamarli, in segreto avrei confidato loro ogni cosa; lei da parte sua suonasse per la cameriera, glielo dicesse o meno, facesse come voleva ma la mandasse a chiedere aiuto, proibendole però di svegliare Mme de Volanges, attenzione delicata e naturale in una ragazza che teme di mettere in agitazione la madre. Ho sbrigato le mie due commissioni e le due confessioni il più in fretta possibile, poi sono tornato a casa mia da dove non sono ancora uscito; ma il chirurgo, che peraltro conoscevo, è venuto a mezzogiorno a informarmi sullo stato di salute della malata. Non mi ero sbagliato, ma lui spera che, se non sopraggiunge qualche complicazione, in casa non si accorgeranno di niente. La cameriera è a conoscenza del segreto, il medico ha dato un nome alla malattia, e questa faccenda si aggiusterà come tante altre, a meno che in seguito non ci torni utile parlarne. Ma abbiamo ancora qualche interesse in comune noi due? Il vostro silenzio mi indurrebbe a dubitarne, e non ci crederei nemmeno più se il desiderio che ho non mi spingesse a cercare tutti i mezzi per conservarne la speranza. Addio, mia bella amica, vi abbraccio, anche se un po' arrabbiato. Parigi, 21 novembre 17...