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Dangerous Liaisons

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Il Visconte di Valmont alla Marchesa di Merteuil

Post n°51 pubblicato il 30 Agosto 2011 da Just_for_today
Foto di Just_for_today


Senza dubbio, Marchesa, non mi crederete così ingenuo da pensare che abbia potuto lasciarmi ingannare da quel tête-à-tête in cui vi ho sorpreso questa sera, e dalla strana combinazione che aveva portato Danceny a casa vostra. Non che la vostra fisionomia esercitata non abbia saputo assumere l'espressione dell'indifferenza e della serenità o che vi siate tradita con qualcuna di quelle frasi che sfuggono talvolta nella confusione o nel pentimento. Ammetto perfino anche che i vostri sguardi vi hanno servito alla perfezione e se hanno saputo farsi credere così bene come si facevano capire, non solo non avrei avuto il minimo sospetto ma non avrei dubitato un attimo del vostro estremo disagio per la presenza di quel terzo incomodo. Ma per non sprecare doti simili, per ottenere il successo che vi ripromettevate, per dare veramente insomma, l'illusione che volevate creare, bisognava prima istruire un po' meglio il vostro amante novizio.
Visto che avete intenzione di dedicarvi all'insegnamento, dovreste insegnare ai vostri allievi a non arrossire, a non andare in confusione al più piccolo scherzo, a non negare per una sola donna con tanto calore le stesse cose da cui ci si difende, con tanta poca convinzione, quando si tratta di tutte le altre. Insegnategli anche ad ascoltare gli elogi fatti alla loro amante, senza sentirsi obbligati a farne gli onori; e se permettete loro di guardarvi in pubblico, che sappiano almeno mascherare quello sguardo di possesso, che si riconosce tanto facilmente, e che essi confondono così maldestramente con quello dell'amore. Allora potrete esibirli in pubblico senza che il loro comportamento faccia torto alla loro saggia maestra. Da parte mia sarò felicissimo di contribuire alla vostra celebrità; vi prometto di stilare e propagandare i programmi di questa nuova scuola.
Ma in attesa di quel momento, mi stupisco, lo confesso, che voi abbiate preso a trattar me come uno scolaro. Oh, come mi sarei subito vendicato con qualsiasi altra donna! Che piacere ne trarrei! Un piacere che sorpasserebbe di gran lunga quello che lei avrebbe creduto di farmi perdere! Sì, solo con voi posso preferire la riparazione alla vendetta. E non crediate sia trattenuto dal minimo dubbio o dalla più piccola incertezza. So tutto. Siete a Parigi da quattro giorni, e ogni giorno avete visto Danceny e nessun altro all'infuori di lui. Anche oggi la vostra porta era chiusa; solo che al vostro portiere è mancata la vostra stessa impudenza per impedirmi di farmi salire da voi. Tuttavia non avrei dovuto dubitare, secondo quello che mi avevate scritto, che sarei stato informato per primo del vostro arrivo, arrivo di cui non potevate ancora dirmi il giorno preciso, mentre mi scrivevate la vigilia della partenza. Negherete questi fatti? O cercherete di scusarvi? Entrambe le cose sono impossibili, tuttavia riesco ancora a controllarmi; riconoscerete in questo il vostro potere, ma credetemi, adesso che avete avuto la soddisfazione di averlo sperimentato, non abusatene troppo a lungo. Noi due ci conosciamo, Marchesa; questo dovrebbe bastare.
Domani sarete fuori tutto il giorno, mi avete detto. E sia, uscite pure ma sapete che saprò se è vero. Comunque rientrerete la sera; e per la nostra faticosa riconciliazione non ci resterà molto tempo fino a domani. Fatemi dunque sapere se sarà a casa vostra o laggiù che noi eseguiremo i nostri reciproci e numerosi rituali espiatori. Soprattutto, niente Danceny. La vostra testa balzana si è fissata per lui, e posso non essere geloso di questo delirio della fantasia, ma pensate che da questo momento ciò che non è che un capriccio potrebbe diventare una spiccata preferenza a mio sfavore, e non penso di essere fatto per tale umiliazione, né mi aspetto di riceverla da voi.
Spero anche che questo non vi sembrerà un sacrificio. Ma se anche vi costasse un po', mi sembra di avervene dato io stesso un bell'esempio. Una donna sensibile e bella che viveva solo per me e in questo momento forse sta morendo d'amore e di rimpianto mi pare valga almeno quanto uno scolaro che, se volete, non manca di bellezza e di spirito, ma non ha né esperienza né consistenza.
Addio, Marchesa, non vi dico niente dei miei sentimenti. Tutto quello che posso fare per voi in questo momento è non scrutare il mio cuore. Aspetto la vostra risposta. Nel darmela pensate che più vi è facile farmi dimenticare l'offesa che mi avete fatto, più un rifiuto da parte vostra, o un semplice rinvio, la inciderebbe a tratti indelebili nel mio cuore.

Parigi, 3 dicembre 17... la sera

 
 
 

 

 

 

 

 
 
 

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