Smisurata preghiera

Cosmopolitismo e anima mundi


Vi sono diversi doni, ma uno solo è lo Spirito. [...] Tutte le parti, anche se sono molte, formano un unico corpo. (1 Cor 12, 4;12)Sono stato alla GMG. Non di mia scelta, sia chiaro. E ho visto qualcosa di difficile interpretazione. Ho visto masse di gente adorare un uomo come un Dio. Inconcepibile. Masse credere che in un pezzo di pane ci sia la carne di un uomo, che perpetua quotidianamente il suo sacrificio: un Dio, dicono, che, fattosi uomo, ha redento l'uomo, ossia sé stesso, immolandosi. Che ha negato il mondo, trasferendo la Vita altrove. Un Dio che si è fatto beffe di chi lo ha rinnegato, volendo assomigliargli, volendo anche lui tentare la strada della perfezione. E un uomo - un uomo! - si diceva suo vicario in terra, si definiva Santo e Padre, un uomo diceva di sapere tutto di Lui, che quando parla di Lui è in-fallibile. Ho visto questo, e molto altro. Ho visto masse di altri uomini e donne riunirsi per testimoniare una cosa. Che oltre a quell'uomo, oltre a vuoti discorsi, il Vangelo vale ancora. La buona notizia, l'annuncio di un amore eterno dell'uomo per l'uomo, la promessa di un futuro migliore, la speranza di vivere serenamente in eterno, finché il mondo duri, tutto ciò ha ancora valore. Il Vangelo vale ancora. E non solo. Li ho visti credere che in fondo siamo tutti parte dell'umanità, un solo grande corpo, tutti pervasi da un comune sentire la vita, tutti affermare che siamo in-seriti assieme ad altri, che ci danno continunamente senso. Lo Spirito, al di là delle storpiature religiose, esiste.  Non come Dio, magari, non come persona, ma come ente a sé. Come fonte inesauribile di Bellezza. Cicerone lo chiamava calor, fervor. Noi lo chiamiamo Spirito. Per differirlo dalla materia nuda; lo Spirito è materia, madre di tutte le cose. Fuoco, o soffio, come voleva Eraclito, o Anassimene, fa poca differenza. Esiste. Con un nome o con l'altro.