Smisurata preghiera

Alle mie donne


A una passanteLa strada assordanta urlava attorno a me.Lunga, sottile, in lutto, dolore maestoso, una donna passò, con la mano fastosasollevando, oscillando l'orlo ed il merletto;agile e nobile, con la gamba da statua.E io bevevo, teso come un folle,nei suoi occhi, cielo livido dove germina l'uraganola dolcezza che affascina e il piacere che uccide.Un lampo... poi la notte! - Fuggitiva bellezzail cui sguardo m'ha fatto d'improvviso rinascerenon ti rivedrò più che nell'eternità?Altrove, lontano da qui! forse mai?perché ignoro dove fuggi, tu non sai dove vado,o tu che avrei amata, o tu che lo sapevi!C. Baudelaire (da Le fleurs du mal)Da quanto adoro tutto ciò che parla delle passanti. Di queste anime in fuga, di queste brevi epifanie, di queste ninfe evanescenti. Le passanti. Nulla più di un breve secondo d'eterno. Indelebile. E oggi, Giornata della donna, io ricordo le mie passanti. Le donne che ho visto, di cui ho ammirato lo splendore per pochi istanti, con cui ho condiviso viaggi in treno, che hanno addolcito i miei giorni. Che avrei voluto fermare per sempre, ma che invece - ahimé - sono passate. Ma io non le dimentico.Dedico tuttavia questa giornata a quelle passanti che si sono fermate. Alle donne cui ho voluto, voglio e vorrò bene. Che hanno segnato la mia esistenza, quelle cui io ho segnato la loro esistenza. Quelle che mi sono vicine, e quelle che mi sono lontante. Quelle che conosco, e anche quelle che non conosco.A tutte voi.