Smisurata preghiera

Κρήτη*


 I ricordi e le sensazioni si affastellano... tanto da non poter percepire nulla di ciò che è stato se non nell'ordine dell'oblio...Frammenti, e poco più.  Come i deliri politicheggianti prima di partire. Il senso civico non serve e il modello Tonga è l’unica soluzione.I fallimentari tentativi di parlare il greco con i monaci cretesi.Almeno sapevamo chiedere il conto, tuttavia.Anche se spesso arrivavano brutte sorprese, come il ritorno dalla signora di Armeni, dove cercavamo il monastero inesistente.Lo tzatziki mangiato alle 8 di mattina, dopo una notte di lucide follie causate da vino. Ma era tutta colpa di Arnaldo. Quello con la esse bolognese.La cartola di Matala. Che ci spedisce sull’Everest. Ups, Red Beach. Lei sapeva l’inglese, durante gli anni ’60, quando ci venivano gli hippies. Poi l’ha scordato. Ma gli hippies sono rimasti.Il caffè ellenico, ce non ci ha fatto per nulla rimpiangere il caffè italiano. Almeno a me.E il monastero di Preveli, con le capre mangia-cappelli. Sempre meglio dei monaci che vanno a mare di mercoledì mattina.Lingue parlate a Creta: il calabrese, il bolognese e il veneto. Spesso il romano. Occasionalmente il greco.La spiagga di Granvoussa, coi ricci che solo B. poteva beccarsi in modo tanto copioso. I forti veneziani, soprattutto quello di Rethymno, coll’unico vero e inimitabile videoggioco. Con due gg, detto alla romana.Le super bazze della tessera studentesca. E quelle solo per i fan dei Motörhead.La gyros pita andata a male e il pane del monaco. Aghios artos.Il kairos perennemente in ritardo e Murphy, epico guastafeste.Gli intermezzi fantozziani e il platanos erotico, quello sbagliato.Zeus e le giovenche, le pecore di Afrodite, la sigaretta di consolazione e il festival del doppiosenso, di cui onoriamo B., la sua imperatrice incontrastata.La guida che diceva tutto. Ma proprio tutto. Pure troppo.Ghiannis lo stregone, misogino e meghetofobico. La grotta di Zeus, i muli, i canti alpini e i benzinai inesistenti.Ottantamila Klerkos alle 8 di mattina al porto di Iraklio. In realtà, arrivò l’indian boy.847 km fatti con una macchina gialla improbabile su strade ancora più improbabili.  Alle mie compagne di viaggio B. e C.*a molti saranno oscuri i riferimenti di questo post. Me ne scuso.