Blog
Un blog creato da Virplatonicus il 19/06/2006

Smisurata preghiera

Vita di un aspirante filosofo, disputazioni e dialoghi, alla ricerca costante di verità e virtù, viaggiando in direzione ostinata e contraria

 
 

CHI È QUI NEGLI INTERMUNDIA?

site  statistics
 

AREA PERSONALE

 

ULTIME VISITE AL BLOG

mcvisaniVirplatonicusSessoHonorisCausaaresgmmariomancino.mmcarlabdonatomastromarinotav83.starturo29giorgiocibinsc_prim_l_vinciclaudio709pierof.pfangy.almarzia.bello
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 14
 

TAG

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

immagine

 

LAO TZU

immagine
 

SCHOPENHAUER

immagine

 

FOR EMILY, WHENEVER I MAY FIND HER

immagine

What a dream I had
Pressed in organdy
Clothed in crinoline
Of smoky burgundy
Softer than the rain

I wandered empty streets
Down past the shop displays
I heard cathedral bells
Tripping down the alleyways
As I walked on

And when you ran to me
Your cheeks flushed with the night
We walked on frosted fields
Of juniper and lamplight
I held your hand

And when I woke
And felt you warm and near
I kissed your honey hair
With my grateful tears
Oh I love you girl
Oh I love you

Simon & Garfunkel

 

 

« Per JudithPer un'amica »

La solitudine del filosofo

Post n°120 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da Virplatonicus
 

L'uomo è per natura un animale politico (Aristotele)
Solitudo mea iocundissima (Petrarca)

E' davvero così? Quale delle due frasi è vera? Siamo soli o uniti? L'umanità è un solo Spirito come dice S. Paolo ai Corinzi o siamo tanti uomini soli? Davvero non lo so. A che serve conoscere i versi di Milton, o tutte e dieci le categorie di Aristotele, apprezzare le poesie di Orazio considerando il testo latino, se non c'è poi nessuno con cui condividere? Hadot diceva che questa frattura è insanabile: il filosofo vede il mondo come dovrebbe essere, il non-filosofo come è. E voglio estendere il termine filosofo a chiunque si elevi dalla massa e abbia coscienza di ciò.
Quanto sembrano inutili, se visti così, gli studi! E allora ci si butta su Seneca, Platone e Montaigne, tentando di trovare conforto. Come Petrarca: stare con i morti. Ma questi morti, alla fine, non aiutano. Intellettuali frustrati, ecco cosa sono i filosofi. C'è poco da dire: è così.
Che imparino a godersi la propria solitudine. Perché davvero la frattura è insanabile.

Che tristezza, però.

P.S.: chiedo scusa a tutti i lettori se questo post sembra uno sfogo. Il fatto è che non sembra, é uno sfogo. Mille scuse.

Immagine: H. Fussli, Solitudine all'alba

Commenti al Post:
nightscream91
nightscream91 il 08/11/08 alle 20:42 via WEB
Non scusarti, ti prego... Sai che ti capisco... Molte volte mi sento sola anche io in questo mondo che molte volte ho la senzazione di non farne parte... ciao... ^.^
 
 
Virplatonicus
Virplatonicus il 10/11/08 alle 19:12 via WEB
"Filosofa" anche tu dunque. O semplicemente, poetessa :)
 
break_the_silence
break_the_silence il 09/11/08 alle 21:47 via WEB
Sei proprio sicuro che il filosofo vede il mondo come dovrebbe essere, e non piuttosto come è? Che mi dici di Seneca?
 
 
Virplatonicus
Virplatonicus il 10/11/08 alle 14:14 via WEB
I sistemi filosofici, generalmente tentano di categorizzare il sapere. La ragione, come dice Kant nella prima, ha dei limiti a priori: che non sono del mondo, ma di chi lo guarda. L'uniformazione della realtà ai canoni della ragione non sono sicuro che sia un'operazione correttissima. Seneca? Il suo modello di sapiens non è quanto più distante dal vero? Dà un occhio all' "Elogio della follia" di Erasmo, e mi darai ragione ;)
 
   
Virplatonicus
Virplatonicus il 10/11/08 alle 14:14 via WEB
errata corrige: da'
 
   
break_the_silence
break_the_silence il 10/11/08 alle 22:10 via WEB
anche io sono d'accordo che non sia possibile uniformare la realtà secondo i canoni della ragione, il problema dell'oggettività, di fin dove è oggettivo ciò che osserviamo è un problema molto importante, ma se torniamo al problema filosofico che poni, Kant, com'era conscio dei suoi limiti? Se la ragione fosse realmente limitata, allora in quanto limitata, non dovrebbe sapere dei suoi limiti. Un paragone stupido, perdonami, ma te lo faccio fuori dai denti e con il massimo rispetto per chi non si rende conto di questo: avrai avuto a che fare con persone poco intelligenti. Ecco, loro, non si rendono conto di essere poco intelligenti. Indi se la ragione fosse realmente limitata, non si accorgerebbe dei suoi limiti. Detto questo, io ritrovo molta autenticità in Seneca, anche qui, dipende cosa intendi per verità. :) Non ti do ragione :D, ma leggo volentieri il passo che consigli, me lo mandi?
 
     
break_the_silence
break_the_silence il 10/11/08 alle 22:11 via WEB
*per poco intelligenti intendo persone sciocche, totalmente superficiali.. non farmi specificare di più, perchè mi dispiace portare tali esempi..
 
     
Virplatonicus
Virplatonicus il 11/11/08 alle 21:32 via WEB
Poni una questione interessante. La finitudine è data dalla mancanza di abbracciare il tutto, credo; la ragione è sì limitata, ma grazie ai suoi limiti può "espandersi". Come riconoscerli? E' un circolo vizioso (cfr. questione delle antinomie in Kant): indagando limitatamente arrivo a comprendere che la mia indagine è limitata. Qualcun altro direbbe che ci arrivo attraverso percorsi extra-logici, intuitivi, ma questo è un altro discorso. Seneca: bisogna distinguere, analisi e sintesi. L'analisi può essere verisimile, ma la sintesi no, questo è il punto cruciale della filosofia - per riprendere quello che già citai di Hadot - ossia che posso vedere i problemi con lucidità, ma poi le soluzioni che propongo e secondo le quali vivo sono arbitrarie e non conformi alla "realtà" - ma sappiamo che ci giochiamo tutto su questo termine.
 
     
Virplatonicus
Virplatonicus il 11/11/08 alle 21:35 via WEB
P.S.: non è che non sia possibile uniformare la realtà secondo i canoni della ragione, è l'unica strada da percorrere: il problema sta nella correttezza del metodo.
 
bippy
bippy il 06/01/09 alle 08:08 via WEB
L'altrernativa quale sarebbe? Quella di vivere mendicando?Come un nomade? (per assurdo e per opposto)No io credo che chi sia portato verso la filosofia apra scrigni che renderanno i suoi occhi diversi e la sua sensiblità acuta. La solitudine è un dato di fatto anche per il totale analfabeta. Ma la differenza è che la libertà non passerà mai dall'ignoranza.E solo la libertà ci renderà uomini viventi e non sopravvissuti su questa terra.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Baruch\'81 il 25/11/09 alle 00:43 via WEB
Essere-gettati nel mondo-della-vita (Heidegger) e non accorgersene mai.. anzi, accorgersene e tacere l'Angoscia, la Voce della Coscienza che ci avvisa della finitezza nostra e di tutte le nostre possibilità.. tacerla e tornare ad essere enti tra gli enti.. senza mai interrogarci.. senza mai porci - da uomini quali siamo - il problema dell'essere è quell'ente per cui «nel suo essere ne va dell'essere stesso».. Tornare ad una serena quotidianità.. non "ripetere" (heidegger) mai la possibilità passata e sfuggita, la rivoluzione sfiorata e mancata, l'opinione rimasta inascoltata, la verità detta in una stanza vuota della storia.. Tornare altresì a fare shopping e a ragionare per luoghi comuni e fatalismi radical-chic.. Tutto QUESTO mi rende solo. Altrochè.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Baruch\'81 il 25/11/09 alle 00:46 via WEB
*(6° riga) ....il problema dell'essere in quanto enti di cui "ne va del nostro stesso essere".... Tornare ad una serena.. ecc ecc.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie!
Inviato da: philo
il 26/01/2014 alle 10:41
 
Grazie!
Inviato da: delphine
il 26/01/2014 alle 10:41
 
Grazie!
Inviato da: Caro
il 26/01/2014 alle 10:41
 
Grazie!
Inviato da: Benedicte
il 26/01/2014 alle 10:40
 
Grazie!
Inviato da: sabina
il 26/01/2014 alle 10:40
 
 

SMISURATA PREGHIERA (DA “ANIME SALVE”, 1996)

Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie

Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine

per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere

Fabrizio Dé André

 

SHIVA

immagine

 

SOCRATE

immagine 
 

PLATONE ED ARISTOTELE

immagine

 

BUDDHA

immagine
 

DORME, DORME PLACIDO SULLA COLLINA

“… E dov’è Jones, quel vecchio suonatore
che giocò con la vita per tutti i suoi novant’anni,
affrontando la tormenta a petto nudo,
bevendo e facendo chiasso,
senza mai un pensiero né a moglie, né a parenti,
non al denaro, non all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia ancora delle porcate di tanti anni fa
delle corse bel boschetto di Clary
di ciò che Abe Lincoln disse una volta a Springfield

(da “La Collina” di E.L. Masters)

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963