Interno16

E Festino fu.


 
Finalmente dopo giorni di suspance, di scommesse alla Snai e di polemiche da caffè Santa Rosalia è stata festeggiata dal pio popolo palermitano come ogni anno dal 1624.Carro in pompa magna, baraccopoli al Foro Italico e flusso di cittadini in crisi mistica che attraversano corso Vittorio Emanuele come l’esercito dei non morti di Resident Evil.Uniti come opliti greci e con lo sguardo perso nel vuoto, avanzano verso il mare come zombies nei film di Romero. Detta così, sembra più una punizione che un festeggiamento in onore della Santuzza tanto amata.Questo perché solo due cose uniscono i palermitani, anzi tre: Il Palermo calcio, il disprezzo per il sindaco Cammarata e il festino. Tanto che alcuni, d’appresso al fastoso carro di Rosalia, si aspettavano quello con la statua di Zamparini magari eretta su una torre di palloni Supersantos.Il Festino in realtà è la fiera del gusto palermitano. Lungo il foro italico si schierano per centinaia di metri tutti i venditori ambulanti di cibo tradizionale della contea. Venditori di: panelle, meusa, stigghiole, gelato di campagna e di città e chi più ne ha più ne metta, si danno alla concorrenza sleale più spietata in barba all’antitrust.Quest’anno anche i venditori di corna luminose, per chi non ne avesse già abbastanza.Essere Palermitani, talvolta, è una professione che puoi esercitare o subire.Chi va al festino è consapevole di partecipare ad una specie di teatro interattivo, uno di quegli spettacoli dove il pubblico e gli attori interagiscono improvvisando sulla scena ,ma in questo caso il copione è sempre lo stesso dal 1624. Copione che poi racchiude l’insieme di tutte le caratteristiche tipiche di questo giorno.Posteggiare è praticamente impossibile, è più probabile che vi appaia Santa Rosalia vestita da parcheggiatore abusivo e vi faccia trovare un parcheggio tra un palo ed uno scoglio.Il Festino è praticamente la sagra del babbalucio. Lo sterminio di quest’ultimi – che in Francia chiamano escargot, ma sempre babbaluci rimangono- è talmente smisurato che ci sarebbe da chiamare il WWF. Quintali di piccole lumache alla mercè del pio popolo, pronte a fare quella che a detta dei molti è la morte migliore.Come se non fosse già abbastanza triste, con immenso disgusto (al limite della leggenda metropolitana) ho sentito dire che la raccolta delle lumache avviene al camposanto e se uno più uno fa due la canzone nostrana “viri chi dannu fannu i babbaluci che cu li corna ammuttanu li balati” (trad. vedi che danno che fanno le lumache che con le corna spingono le balate) ha un preciso significato orrorifico, in tutto lo stile siciliano (basti pensare che la nostra canzone tipica “vitti na crozza”che in sostanza è un dialogo tra un teschio sopra un cannone e uno che aveva di certo qualche problema con la droga).Tra una fetta di “mellone” e una “grattatella”, ci si impegna a far passare il tempo dal momento che il vero obiettivo della serata è quello di arrivare svegli a mezzanotte e con tre Kg in più per assistere aigiochi pirotecnici.Pare che i fuochi d’artificio siano la condicio sine qua non affinchè il festino possa dirsi riuscito. Ho visto cose che voi non palermitani non potete nemmeno immaginare: padri di famiglia appostati a bordo marina fin dalle otto in assetto da campeggio, uomini con carichi di sedie di legno sulla spalla pronti a invadere ettari di prato, scatti da centro metrista per la pole position a margine dell’area di esplosione, nemmeno dovessero assistere all’aurora boreale.Eppure in quel momento accade una magia, dal brusio incessante si passa ad un silenzio attonito.Sguardi rivolti al cielo, silenzio religioso rotto sporadicamente da qualche alito di stupore, per uno spettacolo tanto semplice quanto magico per noi palermitani a cui piace ancora sognare.Mezzanotte e quarantacinque, mentre ancora l’eco dell’ultimo scoppio si sta spegnendo nelle nostre orecchie e ancora sfrigolano sui nostri timpani le cascate dei fuochi come panelle nell’olio caldo, da lontano si leva una voce familiare: “Chi bellu ciavuru uora u sfurnavo, uora”.Con quaranta gradi, tre chili in più, anche quest’anno festino fu.Viva Palermo e Santa Rosalia!pubblicato anche su:http://www.blogsicilia.it/blog/e-festino-fu/51308/