Interno16

L’unica vera coppia è la doppia a poker


La mia mente è una gebbia (“bevaio” per animali da soma pieno di gracidanti rane e girini) di riflessioni, dove galleggiano beate le mie disquisizioni sul nulla.Osservando gli umani che abitano la città la sera dei weekend,  i miei girini impazziti hanno cominciato a dissertare sulla trasfigurazione di una relazione sentimentale.Ho sempre pensato che i rapporti amorosi tra un uomo e una donna siano costituiti da più fasi:Sesso e chiacchere: tutto è multicolor, i monti ti sorridono e le caprette ti fanno ciao.Pianificazione e/o assestamento: presentazioni ufficiali, accumulo di adipe, panettone a Natale in famiglia.Parabola discendente: consapevolezza dello stadio raggiunto; lei con le amiche, lui a calcetto (–> vedi punto 2 ovvero smaltimento grassi).Mummificazione : nemmeno si accorgono di tenersi per mano; lui guarda a destra lei a sinistra in totale lobotomia. Lui sogna California e lei l’idraulico.Sesso e chiacchiereLa fase migliore. Parabola ascendente. Il partner è la cosa che si avvicina di più ad una divinità greca. Stessi hobby, stessi interessi, stesse opinioni, stesse passioni:- “Ma sì? Ma daaaai? Ma non mi dire!? Pure io adoro il badmington!” ;- “Anche io ascolto Gatto Panceri!” – “Ma dai? Io ho tutta la discografia e pure il cappellino autografato”.A letto c’è sintonia, ogni luogo, ogni occasione è buona per dare sfogo all’ormone impazzito. No orari, no problemi, no sonno, no finale di coppa in tv.Pianificazione e/o assestamentoIl debutto. Si diventa ufficialmente il “ragazzo di..o.. la ragazza di…”; fase di acquisizione delle abitudini con eventuale battesimo mediante affibiamento di nomignoli improbabili: “Puzzolina chiamami prima di andare a dormire” oppure “Trottolino peloso fammi uno squillo quando arrivi” o ancora “Pustolino che ne dici di mangiare dai miei? Pucipù Ti andrebbe?”.Parabola discendenteOvvero “l’involuzione irreversibile”Primi segni di cedimento. Il “che ne dici se” diventa un “stasera mangiamo dai miei” imperativo categorico. Obbligo di chiamata ad orari fissi. Squillo appena ti svegli, squillo appena scendi, squillo appena arrivi. “Hai buttato la spazzatura? Hai messo il tappo nel dentifricio? Spegni la play e vieni a letto? Ti avevo detto di buttare la spazzatura”MummificazioneOvvero l’omega. È la fase che in assoluto attira la mia attenzione. La puzza di sarcofago la senti a centinaia di metri di distanza. Le bende scivolano fuori via dai vestiti come niente fosse. Le vedi al bar mangiare il gelato. Il gelato si squaglia e sporca le bende senza che loro se ne accorgano (o fingono di non accorgersene).I segni evidenti di tale stadio sono ravvisabili in qualunque momento, ma quello in assoluto in cui l’esalazione da vergine di Norimberga è più pungente è quando la coppia di imbalsamati si trova al ristorante. Lui sguardo basso sul piatto. Silenzio tombale. La conversazione più lunga dura esattamente 3 secondi: “Passami il sale“.Lui guarda il cellulare a intervalli regolari di 5 minuti. Lei parla..parla parla parla..lui non la ascolta o meglio finge di ascoltarla. Lei per mettere alla prova la curva dell’attenzione del partner ogni tanto fa domande trabocchetto per capire se lui recepisce gli input. Lui si limita ad annuire con lo sguardo perso nel vuoto. Spesso si assente a cose del tipo “Domani mi accompagni a fare shopping”, ma chiaramente l’indomani per questo scoppierà una lite in quanto il mummio non ha nemmeno capito a cosa ha acconsentito.Lei ha mal di testa, lui è stressato dal lavoro.Lei: “Amore avrei intenzione di trascorrere un weekend con le amiche qui vicino Palermo”Lui : “Tesoro non ti preoccupare vai pure, perché solo un weekend? Fatti un bel mesetto magari alle Galapagos..guarda! Te lo pago io”Lui: “Oggi è mercoledì, Fausto mi ha invitato a vedere la partita ma sono stanco…”Lei: “Amore vai vai, anzi portati pure la play così dopo magari vi fate una partitina…”Si cominciano a mettere i primi scheletri nell’armadio. Alcuni riescono ad erigere intere necropoli paleocristiane.Lei non passa dalle porte, lui non passa dall’arco di trionfo.Si rimane incontrastate vittime degli eventi.La fine? E chi lo sa. Si possono mettere arbre magique qua e là per coprire l’odore di decomposizione o …una gran bella gran pausa di riflessione. Oppure un bel tilascioperchétiamotroppo… Ma questo è un altro capitolo.Detto ciò ho sempre pensato che tutto quello che facciamo prima o poi lo dobbiamo espiare. L’espiazione è una sorta di canale di scolo per malefatte che ti permette di rimetterti in lista d’attesa per il paradiso aspettando il giudizio ultraterreno. Tutto quello che piace è direttamente proporzionale al grado di malessere che porterà. In una sola parola: il Contrappasso.Una volta un mio collega mi disse: “Arià ma non hai paura del contrappasso?”Io risposi: “Ma tanto, me lo becco uguale, una cosa in più una cosa in meno…”Ma in fondo  il senso di colpa è come la scorreggia: prima o poi la puzza scompare.Se tutto questo è frutto di personale esperienza, se esperienza il nome che diamo ai nostri errori (che paraculo che era Wilde), io sono la regina della ragion pratica, altro che Kant.Ben dice  l’Alberti “L’amore è solo per i coraggiosi… Tutto il resto è coppia”.