Rete

Una donna piangeva


 C'era solo il marciapiede che esalava l'afa di agosto, e carte sparse e bustine e un donna inginocchiata con capelli grigi e biondi che di spalle singhiozzava perché si piange sempre con la faccia rivolta al muro. Non era un pianto liberatorio ma un pianto di una disperazione desolante per accompagnare il fardello pesante attraverso un'altra lunga notte di luci e ombre e odori maleodoranti liquefatti dall'afa nella stazione, che perdeva i suoi connotati di punto di transito per far emergere facce bianche e consunte che la notte riuniva in gruppi amorfi e asfittici. La pelle si mescolava per lasciare il posto agli occhi voraci e ansanti che cercavano una parte nel teatrino oscuro e anonimo che si crea ogni notte per trascinare corpi magri e asciutti fuori dai propri tormenti.