Un'altra Io.

Ci sono situazioni e sentimenti (o vicissitudini) che ci segnano profondamente, da quando qualcuno ci espelle sul mondo e sino a quando qualcosa non ce ne sbatte fuori. Non so se sia masochismo, questo desiderio di vivisezionarsi per soffrire in santa pace. In fondo ci tempriamo soprattutto sulle faccende dolorose. E'così che impariamo a non farci ferire. Con la memoria. Credo che, semplicemente, si tratti di ritrovare una propria identità, finalmente libera dalle idee (ed aspettative) che qualcuno vuole a tutti i costi cucirci addosso, riaffermando il diritto ad una felicità che è sempre più difficile detenere o, addirittura conquistare. Ma in fondo per le donne è cosa normale: loro guardano in prospettiva e s'angosciano facilmente davanti alla meschinità del mondo, non si rassegnano (appunto) ma si arrovellano per cercare un senso positivo, perchè loro hanno il dovere (e la struttura mentale) di pensare in prospettiva, non all'attimo. Non credo sia masochismo, ma soltanto la giusta aspirazione al rispetto, alla considerazione, al 'riconoscimento' in quanto parti essenziali dell'Universo. Questa rivendicazione, a volte, assume i toni dell'urlo lacerante, in questo coacervo di false coscienze.