IoSòCarmela

LETTERA APERTA


LETTERA APERTA:CARMELA 4 NOVEMBRE 1993 – 15 APRILE 2007VIOLENTATA DAGLI UOMINI, UCCISA DALLO STATO, OLTRAGGIATA DALLA GIUSTIZIA!VITTIMA UCCISA, STUPRATORI LIBERI, ISTITUZIONI SENZA MACCHIA E PADRE DELLA VITTIMA PROCESSATO PER AVER OSATO INDIGNARSI!APRILE 2007/APRILE 2013: 6 ANNI DI VERGOGNOSE INGIUSTIZIECome ogni anno ormai, ad aprile, mi ritrovo puntualmente a commemorare l’ennesimo vergognoso anniversario della morte di mia figlia, una bambina di soli 13 anni, prima violentata dagli uomini, poi uccisa dallo Stato e infine oltraggiata dalla giustizia.Dopo sei lunghissimi anni siamo ancora in attesa che la giustizia dimostri la sua presenza in un Paese, apparentemente fondato sul rispetto dei diritti civili. Dopo 6 lunghissimi anni un molestatore (e non solo) appartenente alla Marina Militare, nonostante sia stato colto in flagrante e abbia confessato in presenza di testimoni, si ritrova con una denuncia archiviata; è in altre parole libero di continuare a molestare altre bambine/i come ha sempre fatto, nonostante la sua ignobile fama di "pedofilo di San Vito" (in tal modo lo definiscono i ragazzini del piccolo borgo tarantino). Due stupratori rei confessi “puniti” con l’applicazione della messa alla prova (perché all’epoca dei fatti risultavano minorenni per qualche mese), durata 15 ridicoli mesi e neppure scontata realmente in quanto la Caritas revocò la disponibilità per mancanza di disponibilità. Mai nessuno si è preso la briga di far scontare loro una pena alternativa, ovviamente! Risultato? Reato cancellato e stupratori liberi di continuare a stuprare ancora! Per i tre pedofili rinviati a giudizio dovrebbe a settembre di quest’anno arrivare una sentenza, anche se ancora di primo grado. A ben guardare, nei meandri delle assurdità della giustizia italiana, sembra ci si stia avvicinando ad una conclusione.Che dire inoltre a proposito delle responsabilità di tutte quelle Istituzioni che, anziché aiutare Carmela, l’hanno di fatto uccisa con il loro, a dir poco, scriteriato intervento? Nessuno ha mai preso alcun genere di provvedimenti, quantomeno di tipo cautelare, nei confronti degli stupratori, “pensando bene” invece di prenderli nei confronti di Carmela, allontanata con l’inganno dalla famiglia e imbottita arbitrariamente di psicofarmaci. Un drammatico volo di sette piani ha posto fine alla breve esistenza di una bambina colpevole solo di essere nata in una società indegna di essere definita civile!Nel prossimo mese di aprile ricorre il sesto anniversario della sua scomparsa; la giustizia italiana ha deciso di esprimere il lato peggiore di se stessa per commemorare questa triste ricorrenza: ha deciso di processare me, reo di diffamazione per aver osato indignarmi pubblicamente per il comportamento disdicevole di un avvocato, difensore di uno degli imputati minorenni, che in aula ha oltraggiato l’onore e la memoria di mia figlia Carmela definendola “prostituta”. La vera diffamazione in realtà è stata di altro genere; ricordo che in quell'occasione il giudice minorile non si è degnata nemmeno di mettere a tacere le vergognose frasi pronunciate da quell'avvocato; il Pubblico Ministero, dal canto suo, anziché indignarsi per l’istruzione di un ridicolo processo a mio danno (visto che anche lui era presente in aula proprio in veste di Pubblico Ministero quando la piccola Carmela venne diffamata) ha ritenuto opportuno lavarsene le mani come il peggiore dei ponzi pilati dei giorni nostri, richiedendo di fatto il mio rinvio a giudizio.Ho presentato un esposto all’ordine degli avvocati, affinché vengano presi dei provvedimenti disciplinari nei confronti di questo avvocato totalmente irrispettoso delle più elementari regole della buona educazione e del buon senso, oltre che del codice penale e deontologico. Il mio atto è rimasto totalmente ignorato, forse perché le caste in Italia non si toccano!I primi di aprile io mi presenterò in aula; siederò su quel banco degli imputati, posto in cui avrebbe dovuto sedersi quell’avvocato; mi avvarrò del diritto di esporre spontanee dichiarazione per continuare ad esprimere il mio sdegno nei confronti di un sistema giudiziario degno dei peggiori regimi dittatoriali che la storia ci ha fatto conoscere. Probabilmente verrò condannato, anzi probabilmente verrò anche accusato di altro, visto che oserò sputare metaforicamente in faccia a questo sistema che gestisce la giustizia in modo mafioso e assolutamente irrispettoso delle leggi e dei diritti delle vittime.Non ho idea di come andrà a finire. So soltanto che mi sento profondamente disonorato di appartenere a questo Paese. Rido sarcasticamente, quando leggo indignazione per i comportamenti estremi, violenti e inaccettabili messi in atto da persone di altre culture che vivono in Italia. Siamo bravi tutti a giudicarli, ma nessuno di noi si ferma a considerare cosa accade in casa nostra.PER IL SESTO ANNO CONSECUTIVO MI RITROVO AD URLARE AL PAESE:STATO, GIUSTIZIA, ISTITUZIONI DOVE SIETE???ALFONSO FRASSANITO
PADRE INDIGNATOCITTADINO RILUTTANTE VERSO IL PROPRIO PAESE!