IoSòCarmela

Gita "turistica" ....su e giù per l'Italia.


Intera famiglia dedita allo spaccio, tre arresti a MessinaUn'intera famiglia dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti è stata scoperta dalla polizia di Messina.  In manette sono finiti Armando Manuguerra, 20 anni, la sua compagna, Carmela Branda, 27 anni, la madre del giovane, Isabella Caruso, 42 anni. I tre sono accusati di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti.Nel rione Santo Bordonaro di Messina, gli agenti della squadra mobile hanno sequestrato, in più circostanze, alcune dosi di eroina. Da una successiva indagine coordinata dal sostituto procuratore Francesco Chillemi era emersa l'esistenza di una struttura, organizzata su base familiare, dedita all'attività di spaccio. Per non essere scoperti avevano anche installato un impianto di video sorveglianza che poteva avvertirli nel caso in cui fossero arrivate le forze dell'ordine.il bambino di 15 giorni è ricoverato in gravissime condizioniViterbo: lancia dal balcone il neonato della cugina, forse per gelosiaL'accusa nei confronti di una ventenne è tentato omicidio.ROMA - È ricoverato in terapia intensiva nel reparto pediatrico del policlinico Gemelli a Roma, il bambino di 15 giorni gettato dalla finestra dell'abitazione dei nonni a Viterbo. Secondo quanto si è appreso da fonti mediche, il quadro del bambino è «serio» per gravissime lesioni interne e fratture e i «parametri vitali sono costantemente monitorati». ARRESTATA UNA CUGINA - La polizia ha arrestato una donna di 20 anni, cugina della madre del piccolo, per «tentato omicidio». La giovane, come hanno ricostruito gli investigatori, martedì mattina ha fatto visita alla zia (la nonna del piccolo), dove si era recata la madre del bambino. Mentre le altre due donne parlavano, è andata nella cameretta del neonato, lo ha preso dalla culla e lo ha lanciato dal balcone per un volo di circa dieci metri. La nonna e la madre si sono accorte che il bambino non era più nella sua culla e hanno trovato la giovane con lo sguardo fisso nel vuoto. Le hanno chiesto dove fosse il neonato e lei ha risposto che era caduto dalla finestra. Durante l'interrogatorio la ragazza si è avvalsa della facoltà di non rispondere. In considerazione dello stato confusionale in cui si trovava è stata ricoverata nel reparto per detenuti.CHOC PER LA MADRE - In predenza la madre era stata interrogata per oltre due ore in ospedale a Viterbo, dove è ricoverata in osservazione in grave stato di choc.L'autore materiale dell'uccisione dell'animale è un bambino di 9 anniRagazzini seviziano e impiccano un caneCanicattì, la scena è stata filmata dalle telecamere di sicurezza del municipio. L'Enpa: fatto sconcertanteMILANO - Prima lo hanno seviziato, poi gli hanno tolto la vita impiccandolo ad una maniglia. Il tutto davanti all'occhio elettronico della fotocamera di un telefono cellulare. La vittima è un piccolo cane di razza yorkshire; gli aguzzini sono tre ragazzini siciliani e a compiere materialmente l'impiccagione è stato il più piccolo dei tre, di soli nove anni (i «complici» che hanno effettuato le riprese ne hanno invece 13 e 15).I FILMATI - A loro i carabinieri sono arrivati dopo aver visionato le telecamere installate dal Comune sulla villa comunale di Canicattì, nei pressi della quale si sono verificati i fatti. Dalle registrazioni video è emerso che ad uccidere il cane è stato un bambino di 9 anni che si è fatto filmare con un telefono cellulare dai due complici di 13 e 15 anni. Per tutti è scattata la segnalazione alla Procura dei Minori che adotterà le misure del caso.«FATTO CHE LASCIA SGOMENTI» - «Quanto accaduto a Canicattì - commenta Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Ente nazionale protezione animali - è un fatto sconcertante che lascia sgomenti per la giovanissima età dei tre bambini. Ci si chiede quali condizioni esistenziali possono aver portato tre minori a compiere un’azione talmente efferata che certamente non mancherà di lasciare traccia su di loro, anche negli anni a venire. Questo episodio dimostra quanto sia indispensabile una maggiore tutela dell’infanzia».MACABRA MODA - Non è la prima volta che dei giovani vengono sorpresi a torturare animali e non è la prima volta che certe gesta vengono immortalate in un video. In YouTube, uno dei principali siti per la condivisione di filmati, digitando le parole «cane impiccato» si arriva ad un video relativo ad un macabro ritrovamento di un cane ucciso appunto per impiccagione a Sant'Agata di Militello, nel Messinese. E molti sono i video di episodi analoghi provenienti da diverse parti del mondo. Resta ora da vedere quali saranno le decisioni dei giudici dei minori relativamente al caso di Canicattì. Tutti i giovani coinvolti nella vicenda sono però di età inferiore ai 14 anni e per questo non punibili. Imperia, massacrato di botte a 17 mesi:piangeva. Arrestati madre e conviventeIl piccolo Gabriel è stato colpito con calci e pugni che gli hannospappolato fegato, reni e milza. I due arrestati tacciono(17 maggio) - «E' successa una cosa orribile». In queste poche parole del medico legale che ha effettuato l'autopsia, c'è il riassunto della terribile vicenda di Imperia dove un bambino di 17 mesi è stato massacrato di botte: calci e pugni nell'addome fino a spappolargli fegato e reni, fratturargli la milza. Piangeva, Gabriel, e loro lo hanno picchiato per non farlo piangere più. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano sulla morte di Gabriel, 17 mesi e che stamani hanno arrestato per concorso morale e materiale aggravato da futili motivi in danno di discendente la madre del piccolo, Elizabete Petersone, 20 anni, lettone, e il suo convivente, Paolo Arrigo, 24 anni, commerciante e titolare di un negozio di vernici a Imperia. Grabiel subì poco tempo fa la frattura di un braccio. I due sono sempre stati zitti: avvalendosi della facoltà di non rispondere, non hanno chiarito alcuna delle circostanze di questa morte. Ma la polizia è convinta che era consueto per i due picchiare Gabriel. Per tutti, un episodio di qualche tempo fa, quando Gabriel finì in ospedale con un braccino rotto. Sua madre disse che la frattura se l'era procurata cadendo dal letto che era senza sbarre laterali, ma la squadra mobile di Imperia, che s'interessò subito del caso, espresse già allora più di una perplessità. La madre non collabora. Il gip ha emesso le due ordinanze di custodia cautelare accogliendo le richieste del pubblico ministero Filippo Maffeo. Neppure davanti a contestazioni così gravi come quelle contenute nel titolo di reato Elizabete ha voluto parlare. Non collabora, così come non collabora il convivente della donna Paolo Arrigo. Le testimonianze raccolte dalla polizia parlano di una coppia giovane ma molto, molto nervosa. Litigavano spesso, a toni piuttosto accesi. Il piccolo Gabriel invece era «un bambino tranquillo, buono». Non l'hanno sentito piangere gli operatori del 118 quando la madre li ha chiamati dicendo «mio figlio ha difficoltà di respirazione». L' unica altra voce rimasta impressa nelle registrazioni era quella di Arrigo, che era presente in casa. I medici sono arrivati e hanno portato via Gabriel. Ma il piccolo che non riusciva più a respirare non ce l'ha fatta: è morto, il corpicino ricoperto di lividi, ridotto in una condizione che ha emozionato anche il medico legale incaricato dell'autopsia e che uscì dalla morgue dicendo: «È successa una cosa orribile».