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15MILA BIMBI VITTIME TURISMO SESSUALE SU COSTE KENYA.Il mare, il sole e la spiaggia spingono da sempre i turisti verso la costa del Kenya che affaccia sull'Oceano Indiano. Un nuovo rapporto dell'Unicef rivela pero' che molti turisti non scelgono le coste keniane per i panorami da cartolina ma per lo sfruttamento sessuale di minori. Secondo il rapporto, tra 10.000 e 15.000 bambini sono vittime del turismo sessuale sulle coste del Kenya. Almeno 3.000 sarebbero lavoratori sessuali a tempo pieno. Il documento, presentato questa settimana, si basa su uno studio realizzato nel 2006 in differenti zone della Provincia Costiera del Kenya, comprese le localita' di Mombasa, Mtwapa, Shanzu e Malindi.Vai all'articolo: http://www.nation.co.ke/News/-/1056/602184/-/ujof9k/-/BULLISMO, COSENZA È LA CITTÀ CALABRESE CON PIÙ EPISODI.E' Cosenza la citta' calabrese dove si registra il maggior numero di episodi di bullismo: sono state 13 quest'anno le denunce presentate con un andamento quasi costante dal 2006 ad oggi e a fronte delle quattro registrate a Catanzaro e dei pochi casi segnalati a Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria. Il dato e' stato fornito a Catanzaro in occasione della chiusura della prima fase di un percorso formativo pluriennale "Educare istruendo - Il bullo questo sconosciuto", promosso dall'Osservatorio legalita' e bullismo, dell'Ufficio scolastico regionale della Calabria e dal ministero dell'Istruzione.L'iniziativa formativa e' rivolta a 30 docenti di vari istituti della regione. "Il fenomeno del bullismo- ha detto il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Francesco Mercurioe' importante e va contrastato in maniera seria". Dagli approfondimenti dedicati al fenomeno, rispetto al quale bisogna tenere conto che molti episodi non vengono nemmeno denunciati, e' emerso che un aspetto ancora poco evidenziato di questo fenomeno che presenta anche varie sfaccettature riguarda il "cyberbullismo" che scaturisce dall'utilizzo errato tra i giovani di supporti elettronici come telefonini e internet.Intanto proprio a Cosenza, la Digos ha denunciato sette ragazzi, di cui sei minorenni, per l'aggressione di due coetanei. Gli agenti hanno scoperto che i giovani provocavano e picchiavano i ragazzi per il puro gusto di dimostrare che erano i piu' forti e che nessuno doveva osare guardare le loro fidanzate. Si tratta di giovani tutti incensurati ed appartenenti a famiglie che non hanno problemi di disagio sociale.Gli episodi di violenza si ripetevano da un paio di mesi, in una delle piazze centrali di Cosenza. Le vittime erano provocate prima verbalmente e poi, dopo gli insulti, arrivavano i primi schiaffi e pugni. I motivi erano tra i piu' banali: da un presunto sguardo ad una delle ragazze del gruppo al rifiuto di regalare una sigaretta. Ed e' in questo scenario che nei giorni scorsi due ragazzi minorenni sono stati aggrediti dal solito gruppo di bulli. Prima di quest'ultima aggressione il questore di Cosenza, Raffaele Salerno, aveva gia' incrementato i controlli finalizzati a prevenire gli episodi di bullismo.LA SOCIOLOGA: MOLTE MINORENNI NELLE 'NUOVE CASE CHIUSE.Il mercato della prostituzione in-door e' uno dei temi affrontati dal ciclo di seminari in programma alla Fondazione Betania di Catanzaro e inerenti al Progetto "Alba chiara", diretto dal Coss (Consorzio per i servizi sociali della Provincia di Cosenza) e gestito dalle cooperative sociali Rossano Solidale e Promidea. A collaborare all'iniziativa anche l'azienda sanitaria di Cosenza, il Centro Women's Studies dell'Universita' della Calabria, la cooperativa Agora' di Crotone e i Comuni di Corigliano, Rossano, Cassano e Trebisacce. Ad illustrare il fenomeno delle nuove "case chiuse", Monica Massari, sociologa dell'Unical.Cosa e' emerso dalle ricerche effettuate? Gli studi e le ricerche messe in atto su tutto il territorio nazionale hanno registrato un sensibile aumento del fenomeno, un ripopolamento di appartamenti, night club, centri massaggio: tutti luoghi dove vengono esercitate forme palesi o mascherate di prostituzione. Abbiamo concentrato la nostra attenzione su questa nuova realta' perche' gia' con le ricerche fatte sulla prostituzione in strada avevamo recepito forti segnali relativi al fenomeno, in piena crescita. Una crescita dovuta a quali cause?Sicuramente le cause sono molteplici. Si tratta di una concatenazione di fattori che hanno riportato le donne al chiuso delle case. Tra queste vi sono le misure istituzionali come la legge Bossi-Fini o i provvedimenti adottati dai singoli comuni. Un dato certo a livello nazione e' che, nelle nuove "case chiuse", a prostituirsi ci sono anche molte minorenni. Un fenomeno complesso e difficile da inquadrare L'invisibilita' di questa realta' crea problemi sul piano sociale e sulle strategie di intervento da parte degli operatori. Per certi versi, anche se sembra assurdo e paradossale, stavano meglio le donne nelle case chiuse della prima meta' del secolo scorso perche' erano sottoposte a controlli sanitari e non erano invisibili agli occhi delle istituzioni. Oggi, invece, siamo in presenza di una realta' di sfruttamento estremo. Associazioni e operatori del settore come intervengono?Agire su questa realta' e' un'operazione difficile. Spesso gli operatori si fingono clienti e rispondono ai falsi annunci pubblicati sui giornali per adescare la clientela. In questo modo si cerca di entrare in queste case ma soprattutto nella vita di queste donne, cercando di dar loro sostegno psicologico e morale. Da quali Paesi arrivano queste donne? Nelle case chiuse sono soprattutto rumene, molte di etnia rom, ucraine, bulgare e albanesi. Queste ultime sono arrivate da tempo in Italia e con i loro protettori ormai riescono a dare vita a delle forme di sfruttamento negoziato: sono in grado di pattuire la percentuale del loro compenso. Qual e' la situazione in Calabria?Abbiamo raccolto molte informazioni nell'Alto cosentino dove il fenomeno della prostituzione per strada e' diminuito anche perche' alcune amministrazioni comunali hanno preso delle misure molto rigide. Mentre, in generale, sul territorio regionale e' molto frequente che le donne, senza regolare permesso di soggiorno, siano sottoposte a forme plurime di sfruttamento, violenza e molestie. Le istituzioni e il mondo dell'associazionismo cosa fanno?Purtroppo le associazioni stentano ancora a trovare la loro giusta collocazione. I seminari del progetto "Alba chiara" vogliono proprio contribuire alla formazione degli operatori, spesso impreparati a gestire particolari situazioni. In questo settore occorrono figure professionali adeguate per coordinare interventi multidisciplinari. Per quanto riguarda gli enti, bisogna dire che spesso ci siamo scontrati con diffusi pregiudizi e stereotipi da parte di rappresentanti istituzionali, ancora prigionieri di vecchi luoghi comuni sulle donne straniere. Le vostre iniziative?Abbiamo sollecitato attivita' formative, confronti con esperti di numerosi settori; persone in grado di cogliere prospettive e di proporre interventi differenti ma complementari. E' necessario potenziare il lavoro di rete per far cadere quelle divisioni che ancora penalizzano il mondo dell'associazionismo. "Alba chiara" e' un esempio di lavoro di rete. Si. Il progetto "Alba chiara" e' uno delle poche iniziative strutturate a rete che andrebbe ulteriormente promossa e diffusa.NAPOLI, ARRIVANO I VOLONTARI CONTRO ABUSI SESSUALI.Parte dalla Campania e in particolare da Napoli il volontariato civico contro le molestie sessuali a bambini e ragazzini che giocano nei parchi e viaggiano sui mezzi pubblici. L'iniziativa e' dell'assessorato alla Protezione Civile della provincia di Napoli. Questa nuova figura di volontario operera' nei luoghi dove piu' spesso accadono spiacevoli episodi, e quella napoletana e' la prima provincia d'Italia ad averci pensato, assicurano i promotori. "I volontari indosseranno una pettorina- spiega l'assessore provinciale alla Protezione Civile, Francesco Emilio Borrelli- e saranno di aiuto alle forze dell'ordine. Nel senso, cioe', che non interferiranno con il loro lavoro, ma segnaleranno casi anomali e di pericolo». Gia' da ieri, nel Parco Adriano, a Soccavo un quartiere di Napoli, in gruppi di due, i volontari hanno vigilato mentre i ragazzi giocavano in un campo cittadino che appare degradato e a rischio.L'idea del volontario civico nasce su segnalazione di alcune associazioni, tra queste la Onlus Forza Bambini, che qualche tempo fa, aveva inviato a Borrelli un'e-mail per richiedere l'intervento della provincia, in seguito all'arresto di un presunto pedofilo che molestava minorenni sulla linea Sepsa nella tratta da Montesanto, cuore della citta', a Licola, sul litorale Domizio. Ma anche dalla tragica aggressione e abuso sessuale compiuto qualche mese fa da un pedofilo ai danni di un dodicenne che faceva ritorno a casa, dopo una partita a pallone nel quartiere Arenaccia, nei pressi della Stazione Centrale. "Si tratta di persone- ha detto ancora Borrelli- che sono addestrate alla scuola della Protezione civile e che sanno come e quando intervenire. Non sono fanatici mossi da rabbia, ma volontari che pattuglieranno le zone che ci sono state segnalate".FONTE AGENZIA DIRE