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A FIRENZE IL PRIMO TRAUMA CENTER PEDIATRICO ITALIANO.(DIRE - notiziario Minori) Roma, 18 giu. - Dopo un lungo e complesso processo di formazione del personale medico e infermieristico e' partita a pieno ritmo l'attivita' del "Trauma center pediatrico" dell'Ospedale Meyer, prima struttura di questo genere in Italia. La nuova struttura organizzativa e professionale offre un servizio globale a tutti i piccoli pazienti, da 0 a 14 anni, colpiti da trauma minore e maggiore (cioe' con lesioni ossee di alto grado). Il sistema prevede che tutti i casi di trauma maggiore che si verificano nella regione vengano trattati presso il Trauma Center, trasferendo a Firenze i pazienti, una volta stabilizzati, grazie a un sistema di coordinamento con i vari ospedali periferici e a un sistema di trasporto via terra e via aria sicuro. Dal 1° marzo 2009 al 15 giugno 2009 si sono presentati al Pronto soccorso del Meyer 786 piccoli pazienti con trauma a un arto superiore, 477 con trauma arto inferiore, 563 con trauma cranico e 77 con politrauma.Tecnicamente il sistema organizzativo scelto e' quello dello "spoke and hub", caratterizzato dalla concentrazione dell'assistenza a elevata complessita' in centri di eccellenza (centri hub), ai quali i servizi della rete (centri spoke) inviano i pazienti quando una determinata soglia di gravita' clinico-assistenziale viene superata. Il servizio e' in grado di affrontare una casistica particolarmente complessa: fratture scomposte ed esposte di arti superiori e inferiori, fratture di anca e pelvi, sequele post-traumatiche e post intervento, con la possibilita' di accedere anche a una consulenza internazionale di "second opinion". Il Trauma center e' una struttura in cui operano medici specializzati nella traumatologia, ortopedia, anestesia, riabilitazione e rianimazione pediatrica, affiancati da consulenti psicologici e sociali. L'attrezzatura ortopedica pediatrica e' dedicata e il supporto telefonico garantito 24 ore su 24.Particolarmente innovativa e' stata anche l'attivita' di formazione degli operatori, iniziata nel 2007 con l'intervento di docenti americani provenienti dal Children's Hospital di Boston (Massachusetts), dall''Harvard Medical Faculty Physicians e da HealtOne Leading Hospitals di Denver (Colorado). Si e' fatto ricorso in particolare alla simulazione, moderno strumento di formazione per medici e personale ospedaliero. Sono stati utilizzati particolari "manichini" che, collegati ad un computer, consentono la simulazione relativa alla presenza di patologie o di particolari casi clinici complessi, con l'obiettivo di migliorare la qualita' delle prestazioni di soccorso e garantire un livello piu' alto di sicurezza per i piccoli pazienti.BABY-MUSICISTI DI STRADA, DENUNCIATO PADRE-PADRONERAGAZZINI CHIEDEVANO ELEMOSINA IN CENTRO, SEGNALATI DA CITTADINI.(DIRE - notiziario Minori) Ravenna, 18 giu. - Suonavano fisarmoniche e trombe chiedendo monetine in cambio a passanti e negozianti: tre bambini di 10, 12 e 15 anni che ieri pomeriggio, in pieno centro a Ravenna, si guadagnavano cosi' la giornata, hanno pero' insospettito diversi cittadini. Gli agenti della municipale, richiamati dalle segnalazioni, li hanno tenuti d'occhio da via Mentana a via Costa e hanno notato che i tre minori consegnavano il ricavato a un adulto, poi risultato padre di due di loro e zio dell'altro. Per l'uomo, poi rilasciato, un cittadino rumeno di 34 anni, e' scattata la denuncia a piede libero per impiego di minori nell'accattonaggio.DROGHE, SAN MARINO CACCIA GLI SMART SHOPIL MINISTRO PER LE POLITICHE GIOVANILI: "ORA TOCCA ALL'ITALIA".(DIRE - notiziario Minori) San Marino, 18 giu.- Sul Titano e' guerra aperta agli Smart Shop. Il governo sammarinese nei giorni scorsi ha fatto traslocare Iba, societa' a capo del gruppo Alkemico, revocandole la licenza. Una rete di sei negozi in cui poter trovare "droghe furbe", piu' tre di prossima apertura lungo lo Stivale: tutti riforniti dal magazzino presente sul monte Titano dal marzo 2007. Non solo: Iba, attraverso il canale dell'e-.commerce, smerciava in tutt'Italia. Un'attivita' intollerabile per l'attuale governo in carica, che ha tra i suoi obiettivi il "restyling" dell'immagine del proprio Paese. Ma soprattutto, vendere prodotti che promettono "lo sballo" e' un'attivita' inconciliabile con la battaglia intrapresa dal Segretario di Stato per Pubblica Istruzione, la Cultura e le Politiche Giovanili, Romeo Morri. "Mi sono impegnato, in questi cinque anni di incarico, a lavorare per ridurre il piu' possibile il disagio giovanile", spiega intervistato da Dire. Il segretario Morri e', insieme al collega dell'Industria, Marco Arzilli, il promotore della delibera che ha cacciato la societa' Iba da San Marino. Diverse le motivazioni, tra cui quella di "menomare il prestigio e gli interessi della Repubblica". Ma anche perche' "di questo tipo di aziende- taglia corto Morri- non abbiamo bisogno".Di fatto, lo stop alla casa madre di Alkemico vuole essere un segnale forte del "no" incondizionato alla droga da parte delle principali istituzioni sammarinesi. "La politica- chiarisce il segretario di Stato- in questi anni non ha avuto il coraggio di dare messaggi chiari, ma sui problemi come droga, bullismo e alcool ci vogliono posizioni ferme". Percio', compito di chi governa e' inviare ai giovani il messaggio che "non c'e' droga che fa piu' o meno male, o quella di Alkemico, gli va detto di no e basta".Droga, bullismo e abuso di alcolici, ma anche problemi alimentari, sono le forme del disagio giovanile presente nella piccola Repubblica: le percentuali di ragazzi in difficolta' "sono quelle del nostro circondario,- spiega Morri- ma a San Marino questi fenomeni appaiono in modo piu' evidente perche' viviamo in una realta' piu' piccola". Il ministro dei giovani e' convinto che, per fronteggiare il disagio e ridurlo al minimo, il polso fermo delle istituzioni deve essere affiancato dalla prevenzione, in cui "la scuola deve giocare un forte ruolo". Le sue direttive al personale scolastico sono quindi non solo quelle legate alla formazione: "La mia Segreteria chiede alla scuola di attivarsi anche sul fronte della prevenzione delle forme di disagio, stimolando il dialogo con i ragazzi e le famiglie". Ma per questo servira' l'ausilio di nuovi strumenti: "Nessuna improvvisazione-assicura Morri- daremo alla scuola esperti del settore che seguiranno il percorso piu' giusto".Di certo, non aiuta i giovani sammarinesi la vicinanza con il "Divertimentificio" romagnolo, distante appena 10 chilometri da San Marino. E nemmeno il fatto che la normativa italiana contro l'uso degli stupefacenti sia piu' permissiva . Fu lo stesso Morri a promuovere a San Marino, alle fine degli anni '80, una legge che mette sullo stesso piano droghe leggere e quelle pesanti, il consumo allo spaccio. "E' una legge di cui vado fiero- ricorda allora il Consiglio Grande e Generale ha fatto una scelta oculata, votando trasversalmente". Ma Morri non bacchetta i vicini di casa: "Rispetto le leggi degli altri Paesi, io devo pensare a San Marino che non ha le barricate e deve imparare a convivere con questo problema per ridurlo al minimo". Intanto pero', con la chiusura di Iba, il ministro incassa da oltre confine i complimenti di Andrea Muccioli, responsabile della comunita' di San Patrignano, del consigliere regionale dell'Emilia Romagna Silvia Noe' (Udc) e di Marco Lombardi, candidato alla provincia di Rimini del Pdl. "Non mi permetto di dare un giudizio sugli altri Paesi- conclude il Ministro- noi abbiamo chiuso Alkemico, ora tocca a loro".ITALIA AGLI ULTIMI POSTI PER CURA E TUTELA INFANZIAGLI STATI GENERALI DEGLI OPERATORI DEI SERVIZI.Taormina per gli operatori italiani dei servizi contro l'abuso all'infanzia. Spazio infatti agli "Stati Generali del Mal-trattamento all'infanzia in Italia", organizzati dal Cismai, il principale Coordinamento italiano dei servizi contro il mal-trattamento e l'abuso all'infanzia. L'argomento di questo secondo appuntamento sara' "La tutela degli operatori come fattore di protezione del bambino maltrattato". A 20 anni dalla Convenzione dell'Onu e trascorsi i 15 anni di vita del Cismai, gli Stati generali intendono aprire una nuova fase, che, dopo una verifica sugli impatti delle politiche, delle conoscenze e delle prassi in materia di prevenzione e protezione dei bambini maltrattati, rilanci nel Paese e nelle regioni la massima attenzione verso la costruzione di norme, politiche, programmi, servizi, interventi, metodi di prevenzione e di cura piu' avanzati, in grado di ridurre efficacemente il mal-trattamento ed il malessere dei bambini."Le prospettive nuove di lavoro con l'infanzia e l'adolescenzaafferma il Cimai- possono essere definite e disegnate a partire dalla valorizzazione e dalla tutela degli operatori che in questi anni, all'interno dei servizi pubblici e privati, in ogni parte d'Italia, hanno realizzato azioni di qualita' e di valenza, spesso straordinarie, nonostante i limiti delle risorse finanziarie e le difficolta' di coordinamento della rete interistituzionale, salvando, senza retorica ed eroismi, migliaia di bambini e restituendoli ad una crescita sicura. Ed e' dagli operatori professionisti quale risorsa imprescindibile del sistema di prevenzione e protezione che l'incontro di Taormina nasce".L'Italia, secondo i dati che verranno presentati dal Cismai, e' agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le professioni sociali di cura e di tutela dell'infanzia: gli assistenti sociali italiani, che lavorano nei servizi pubblici e privati, sono 37.000, vale a dire che l'Italia ha 6 assistenti sociali ogni 100 mila abitanti contro una media europea di 75 assistenti sociali ogni 100 mila. Gli psicologi italiani in servizio sono, invece, 3 ogni 100 mila abitanti contro una media europea di 23."Sono dati veramente allarmanti- afferma il Cimai- che testimoniano come anche il sistema di prevenzione e protezione dei bambini, che costituisce una fascia importante in questo settore, sia gestito da un numero del tutto insufficiente di operatori. Anche questo rende i pochi operatori piu' vulnerabili nella gestione, spesso solitaria, di tantissimi casi". Il primo nodo critico della tutela fisica e psicologica degli operatori che si occupano di maltrattamento e' quello della prima rilevazione di tutte quelle situazioni che, per le loro caratteristiche di rischio, possono rappresentare condizioni di esposizione al maltrattamento di minori, mai rilevate in precedenza. "Troviamo qui, in prima linea - afferma il Cimai -, una gamma di professionalita' dell'area sanitaria, sociale, educativa, scolastica (pediatri, assistenti sociali, operatori della scuola, ecc...) che per il loro ruolo sono a contatto quotidiano sia con i bambini che con i loro genitori e che hanno con questi rapporti spesso improntati alla fiducia. Essi sono chiamati a rispondere, nella maggior parte dei casi, a richieste spontanee di aiuto. Si tratta di operatori che, in molti casi, manifestano difficolta' e resistenze nel riconoscere e segnalare il maltrattamento per il timore che la loro immagine professionale o istituzionale venga danneggiata e venga meno il rapporto fiduciario che intrattengono con le famiglie e con il contesto di appartenenza. Inoltre, per chi opera in piccole comunita', si aggiunge anche la preoccupazione di poter diventare oggetto di ritorsioni o di atti intimidatori da parte di famiglie che, soprattutto in territori dove esiste una microcriminalita' diffusa o una criminalita' organizzata, si trovano a vivere in condizioni di marginalita' o coinvolte in attivita' illegali, nelle quali non e' raro che si utilizzino anche i bambini, esponendoli a varie forme di violenza diretta e assistita".Il Cimai ricorda poi che nei piccoli centri, "dove sono assenti i servizi socio-sanitari sia a livello comunale che di Aziende Asl, le funzioni di tutela vengono persino svolte da funzionari amministrativi privi di competenza specifica nell'ambito della protezione dei minori con conseguenti danni nell'assunzione delle decisioni e nelle modalita' di esercizio della tutela". "E' comune esperienza alla maggior parte degli operatori socio-sanitari del settore del maltrattamento l'essere stati oggetto di minacce o l'aver subito intimidazioni - conclude il Cimai -. In alcuni casi tali atteggiamenti sfociano nella violenza vera e propria tanto che alcuni operatori sono stati anche assassinati nell'esercizio del loro lavoro. Di questo e di altri argomenti si parlera' nel corso del seminario di Taormina, che si svolgera' presso l'Hotel Villa Diodoro ed al quale parteciperanno centinaia di operatori sociali provenienti da tutta Italia".STATO AIUTI DONNE A POTERSI PERMETTERE FIGLICRESCONO ABORTI PER POVERTÀ, PAROLE GIOVANARDI DIVENTINO FATTI.(DIRE - notiziario Minori) Roma, 18 giu. - Il Moige chiede "che le parole dette a favore della maternita' diventino fatti e che siano predisposte azioni concrete per il suo sostegno", poiche' "questo rappresenta il primo passo necessario ad arginare il crescente fenomeno degli aborti per motivi economici". "E' sempre piu' urgente- sostiene il Movimento genitori- la necessita' di offrire un adeguato sostegno a tutte quelle donne che sono obbligate da motivi economici ad abortire". Un "terribile problema" che dev'essere affrontato dalla "istituzioni competenti", attraverso la predisposizione di "concreti strumenti di sostegno tenendo conto anche del momento particolare di incertezza economica che rischia di esasperare ancora di piu' il fenomeno"."Necessitano di diventare il prima possibile azioni concrete a sostegno delle madri che rischiano di dover rinunciare al proprio figlio a causa delle ristrettezze economiche in cui vivono", afferma Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige, in primis "le dichiarazioni fatte questa mattina dal sottosegretario Giovanardi". L'aborto per motivi economici- continua Munizzi- "e' un fenomeno ingiusto che e' purtroppo da sempre presente nella realta' italiana, in quanto priva di reali forme di sostegno ai futuri genitori, sia di tipo economico sia di servizi realmente accessibili e gratuiti. E' necessario che si affronti veramente il fenomeno aiutando tutte quelle donne che non possono per motivi economici fare la scelta di portare a termine la gravidanza e tenere il proprio bambino".Per Munizzi "la questione delle difficolta' economiche, causa molto diffusa nella scelta di abortire per la donna, deve essere affrontata con decisione, perche' uno Stato civile deve mettere la futura mamma nella condizione di operare una scelta libera, garantendole sostegno economico nel caso decida di portare a termine la gravidanza". Nello specifico "dove ogni interruzione di gravidanza ha un costo per il sistema sanitario di circa 10mila euro, si dovrebbe offrire almeno la stessa cifra a chi decide di portare a termine la gravidanza garantendo cosi' una parita' di trattamento economico per ambedue le scelte".