Nessuno RossoBlù

La finale di Coppa Italia "made in Marche"


"Ma che sei andato a vedere la finale di Coppa Italia di A2?". In questi giorni mi sono sentito rivolgere questa domanda da alcune persone, che conoscono la mia passione per la pallavolo femminile. In realtà queste persone mi conoscono poco. La mia risposta è stata ogni volta questa: "No. A me di Filottrano e di Pesaro non me ne frega niente! A me interessa solo la Pieralisi!". E fine delle trasmissioni.
Domenica avevo già abbastanza impegni, che la finale di Coppa Italia di A2 era davvero l'ultimo dei miei pensieri; però, anche se fossi stato totalmente libero, non avrei mai preso la strada del PalaBaldinelli per vedere una partita tra due squadre che non mi attirano per niente, con giocatrici che non conosco (a parte Chiara Negrini...) e allenatori non di fama nazionale. (foto tuttosport.it). Sono comunque, felice che a giocarsi questo importante trofeo siano state due squadre marchigiane, come sono contento che la Lardini abbia praticamente la promozione diretta in A1 in tasca, mentre Pesaro sarà quasi sicuramente seconda: sono due società serie, che non hanno mai fatto il passo più lungo della gamba, che hanno alle spalle un progetto e lo stanno portando avanti con attenzione. Pesaro soprattutto, è quella che guardo con più curiosità, perché nel 2013 fu costretta a chiudere per la mancanza di risorse (quelle di Banca delle Marche). La fusione con la Snoopy, che giocava in B1, e la successiva creazione del nuovo sodalizio Volley Pesaro è stato l'inizio di un nuovo capitolo, che ha portato il nuovo club a tornare in A2 nel giro di due anni. Ed ora sta lottando per salire in A1. Il merito va certamente alla società, diretta da Sorbini e Barbara Rossi, che seppur senza un budget stratosferico hanno lavorato molto bene. Al di là del campanilismo, credo che bisognerebbe guardare a Pesaro come ad un esempio positivo di gestione societaria, sia economica ma soprattutto tecnica perché costruire squadre competitive quando si hanno a disposizione pochi quattrini non è facile ma se una società ha le competenze giuste, tutto diventa più semplice. Per questo sono del parere che coach Luciano sia la persona giusta per noi e per l'ambiente jesino: pacato, sereno, con grande esperienza ed una grande onestà. La sua figura si equilibra alla perfezione con uno come Gabriele, molto irruento tanto da apparire arrogante. Per la cronaca, la finale di Coppa Italia di A2 l'ha vinta Filottrano, che conta poco meno di diecimila abitanti, un quarto di quelli che ha Jesi. FORZA JESI! by Nessuno.