Nessuno RossoBlù

La mia prima volta al Fontescodella


Alle 20.30 sono già lì, davanti al Fontescodella. Quarantacinque minuti prima dell'inizio del match: "Mi sa che sono partito un po' troppo presto..." penso tra me, mentre guadagno l'ingresso dell'impianto. Nella mia vita di tifoso rossoblu posso dire di aver visto molti palasport. Ho cominciato tantissimi anni fa, era il campionato di A2 (forse il 1997 ma non ci giurerei) ed andati a Tortoreto a vedere la Monte Schiavo, che vinse al tie break (anche qui non ne sono così sicuro) una gara in cui andò via la luce, cosa di cui sono praticamente certo. Sono stato a Bergamo, Ravenna, al Dal Lago di Novara, a Trecate, a Busto prima e dopo l'arrivo di Yamamay, a San Donà, a Firenze dove giocava la Figurella ed al "Mandela Forum", a Castellanza, a Pesaro nell'Astronave, in Fiera e nel capannone di Sant'Angelo in Lizzola. Giusto per citarne qualcuno.
Dalla Decisione sono passato dal salotto del PalaNorda a quello di Moje di Maiolati, a bordo campo nel pallone di Candia, al palazzetto di Marina di Montemarciano (che comunque, fu la Monte Schiavo ad inaugurare ai tempi della A1...), agli scalini della palestra della scuola media di Monte San Giusto, le sedie da giardino di Ponte Valleceppi, fino agli impianti di Corridonia e Civitanova, che la A2 l'avevano pure assaggiata. Il Fontescodella però, mi mancava. Non c'ero mai stato neppure a vedere la Lube. Mentre guardavo distratto il riscaldamento delle due squadre, ho immaginato tutte quelle poltroncine piene, come ero abituato a vederlo dalla tv. Mi sa che doveva essere una bolgia... Sabato sera lo è stata ma solo in parte. E dire che per un set e mezzo le prilline ci avevano provato a zittire tutti. Alla toilette incontro il coach dell'Acqua Roana, Giganti, intento a fumare di nascosto una sigaretta, come fanno gli studenti per non farsi scoprire dai professori. "Mi scusi! - dice educatamente lui, prima di confessare - E' che mi serve per la tensione e perché mi porta fortuna...". Ero tentato di dargli una lavata di testa sui danni del fumo e sull'inutilità di certi riti scaramantici ma ho lasciato perdere: "In fin dei conti è a casa sua. Che faccia come gli pare!" mi sono detto un po' vigliaccamente e gli ho fatto pure l'in bocca al lupo per la partita. Non è da me! Comunque per fregare Macerata dunque, il segreto è non far fumare Giganti nel pre-partita...
Sabato sera effettivamente ero di umore buono, cosa strana visto il tipo di partita. Dall'inizio della gara ho continuamente incitato le prilline, gridando, battendo le mani, senza curarmi delle avversarie, cosa che di solito non faccio mai, anzi... Non ho neppure insultato la palleggiatrice di Corridonia, arrivata tutta in tiro assieme a Crescini, per tifare Macerata... Sinceramente mi sa che quelli attorno a me, che erano tutti tifosi di Macerata, avranno pensato "ma chi è questo scemo che è venuto da solo da Jesi a tifare per la sua squadra?" oppure "che palle questo qui che non fa altro che incitare la Pieralisi! Speriamo che le nostre gli diano una severa lezione così la smette di romperci i maroni!". Il secondo set almeno per me è stata l'apoteosi. Mi sono sentito felice, tra l'altro le prilline avevano giocato benissimo concedendo poco all'Acqua Roana. Valentina Da Col era il mio idolo e cominciava a passare pure Ciccolini: "Vuoi vedere che la serata è propizia?". Avevo cominciato ad accarezzare il sogno di fare punti lì dove nessuno c'era ancora riuscito. A svegliarmi ci hanno pensato Ilenia Peretti e Valentina Bellucci. Sul break del terzo ho capito come sarebbe andata a finire, perché era un film che avevo già visto a Corridonia. Ho continuato ad incitare la squadra ma dentro di me sapevo il finale: 3-1 per Macerata e tutti a casa con la coda tra le gambe. Certe volte non so cosa sia meglio, se perdere 3-0 senza aver lottato e senza farsi troppe illusioni oppure perdere in questo modo, con le prilline che mi fanno sognare di poter giocare alla pari con un avversario più forte salvo poi mollare di schianto. Mah.Ero talmente deluso che ho saltato anche lo "Snack after game" offerto dalla Helvia Recina, non ho salutato nessuno, neppure coach Luciano e me ne sono andato diretto verso casa, salvo sbagliare strada e ritrovarmi lungo la Provinciale che sbocca a Porto Recanati. La prossima volta prendo il treno... FORZA JESI! by Nessuno.