Nessuno RossoBlù

Si stava meglio quando si stava peggio?


Nonostante tra Jesi e Castelbellino ci siano appena venti chilometri, quello che si giocherà sabato pomeriggio al PalaMartarelli è un derby quasi inedito per le due società, da sempre molto amiche. Pieralisi e Castelbellino Volley infatti, si sono sfidate una sola volta a livello di prime squadre, nella stagione 2014/15, la prima in serie C per le prilline retrocesse l'anno prima dalla B2. Al timone di quella squadra c'era come sempre coach Luciano ma la rosa era ben diversa da quella attuale. Era una squadra molto giovane ed anche l'obiettivo era totalmente differente da quello odierno: la salvezza, che arrivò tra mille sofferenze alla finale play-out con il Don Celso di Fermo. La favorita, ieri come oggi, era il Castelbellino, che aveva allestito una formazione in grado di vincere il campionato, cosa che avvenne: arrivò la storica promozione in B2. Le due sfide confermarono i pronostici. La Termoforgia vinse sia l'andata in casa del 15 ottobre 2014, sia il ritorno a Jesi il 6 dicembre, per 3 a 0. Furono due gare senza storia. 
Questa era la rosa della Pieralisi 2014/15: Hawa Bara, Siliva Bassotti, Benedetta Cecconi, Desirè Cervone, Francesca Galuppi, Lisa Burini, Costanza Turchetti, Elisa Bellesi, Beatrice Pettinari, Gaia Bellesi, Chiara Frattesi, Sofia Bianchella, Debora Palmieri, Martina Bachieca, Ilaria Crescini, Elena Duru Chika. Le uniche "superstiti" di quel gruppo sono Benedetta Cecconi (nella foto di pieralisivolley.it) e Elena Duru, ma sabato pomeriggio alcune di queste ragazze la Pieralisi se le ritroverà da avversarie; sto parlando di Silvia Bassotti e Ilaria Crescini, due giovani cresciute nel vivaio rossoblù.Ciò che mi colpisce, ripensando a quei tempi, è il cambiamento dell'ambiente jesino, ed in particolare dell'interesse della Family verso il suo giocattolo. Non gliene fregava niente, nessuno tra Gabriele ed Andrea Pieralisi si fece vedere alle partite di quella stagione. Neppure ai play-out quando le prilline rischiavano di scendere in serie D. Il destino della squadra era in mano a coach Luciano e ad un manipolo di giovani inesperte, che tuttavia erano molto unite, erano libere di sbagliare e di crescere senza troppi condizionamenti esterni. L'esatto opposto di quello che accade oggi, dove ognuna delle giocatrici pensa al suo tornaconto personale, la società non protegge le scelte dell'allenatore, che in tutta questa confusione rischia di pagare per tutti. Verrebbe da dire "si stava meglio quando si stava peggio". Starò sbagliando? Il derby mi dirà la verità. FORZA JESI! by Nessuno.