Nessuno RossoBlù

LK5 come CR7


E' il tema del giorno: la Juventus sarebbe in trattativa per portare in Italia Cristiano Ronaldo, il più forte giocatore del mondo. Ovunque mi giro se ne parla. Al lavoro, in palestra, persino in chiesa! Tutti vogliono dire la loro su questa incredibile notizia di calcio mercato. Ma questo - dirà qualcuno, giustamente - cosa c'entra con la Pieralisi ed in generale con la pallavolo femminile? Ok, la Monte Schiavo non era la Juventus (quella era Bergamo, si diceva...) però io ho pensato subito a Liuba Kilic. 
Era l'estate del 2005 ed in casa Monte Schiavo non tirava una bella aria. La squadra si era per l'ennesima volta arenata nelle semifinali scudetto, battuta da Perugia; l'exploit nei play-off, dove da sesta aveva eliminato la bestia nera Novara partendo dallo 0-2 non aveva impedito l'ennesima rivoluzione estiva. Solo che quella volta a pagare non furono solo allenatore e giocatrici ma anche il team manager, Andrea Pieralisi, che fu messo ai margini del progetto. A prendere il suo posto fu chiamato l'attuale Presidente, Gabriele Pieralisi, allora "solo" general manager. (foto everystockphoto.com). L'epoca dei grandi investimenti, quella del trio azzurro, di Keba Phipps & co era agli sgoccioli e per quella stagione la Monte Schiavo sembrava davvero sul punto di ridimensionare tutto, puntando sulle giovani del posto (in rosa c'erano Orazi, Genangeli e Borgogelli) oltre che alle confermate Ritschelova, Petkova e Togut. Avevano fatto le valige Leggeri e tutte le altre. La piazza era un po' depressa. Poi il 4 giugno ecco il comunicato che mise fine alla ridda di voci: Jesi strappa a Bergamo Liuba Kilic, in quel momento la giocatrice più forte del mondo assieme a Tai Aguero. Come per CR7, si fecero molte ipotesi dallo scambio 1 a 1 con Lo Bianco, fino al vero e proprio colpo piratesco dei Pieralisi verso la dirigenza orobica. Io ero entusiasta ma c'era anche chi criticava la proprietà perché "con tutti quei soldi avrebbero potuto comprarci due buone giocatrici. Con la Kilic da sola non andremo da nessuna parte!". Sta di fatto che Liuba arrivò a Jesi e nella sua prima stagione con la Monte Schiavo riuscì dove tutte in precedenza avevano fallito: portare le prilline in finale scudetto ed in finale di Coppa Italia. Non me ne vogliano tutte le giocatrici che hanno indossato il rossoblù ma lei è stata davvero la più forte che ho visto a Jesi, nella sua prima stagione faceva cose incredibili, riusciva ad attaccare qualsiasi tipo di pallone, aveva una manualità ed una intelligenza che la rendevano unica e difficile da controllare. Una vera campionessa molto umile, quasi timida. Eppure lei avebbe potuto tranquillamente tirarsela visto che...aveva vinto tutto nella sua carriera! Invece, era sempre molto silenziosa, schiva, faceva parlare il campo. Non potrò mai dimenticare la splendida prova in gara 3 dei quarti a Perugia, dove si caricò la squadra sulle spalle e la guidò alla vittoria in un quarto set da corrida oppure quel magico terzo set di gara 1 di semifinale a Pesaro. Le colibrì erano avanti 2-0 e 19-17 ma lei non ci stava a perdere e cominciò a picchiare duro, ben spalleggiata da Togut e l'incredibile si verificò: Jesi vinse in rimonta la sua prima gara in una serie di semifinale. Uno scherzo del destino volle che in entrambi i casi l'avversario delle finali fosse proprio la sua ex Bergamo e furono scintille in campo ma soprattutto fuori, con il tecnico Fenoglio che sfiorò la rissa sia con il pubblico del PalaTriccoli nella serie di finale sia con Gabriele. Purtroppo la vittoria andò sempre alla Foppapedretti, forte soprattutto di una rosa più profonda; la Monte Schiavo giocò la finale sulle ginocchia, stremata da una stagione regolare senza acuti, chiusa al quinto posto ma riscattata dai grandissimi play-off dove eliminò una dietro l'altra Perugia, fresca di titolo continentale, e Pesaro, prima in stagione regolare. La storia tra Liuba e Jesi si interruppe bruscamente l'estate successiva quando lei accettò l'offerta del Murcia, nonostante il biennale con la Monte Schiavo. I Pieralisi non la presero bene ma le strade di Jesi e della fuoriclasse russa erano destinate a incrociarsi di nuovo. Ma quella è un'altra storia. FORZA JESI! by Nessuno.