Nessuno RossoBlù

L'estate della rivoluzione


Lo sapevo, tutti lo sapevamo. Questa sarebbe stata un'estate di cambiamenti in casa Pieralisi, anzi per usare una parola che piace molto alla proprietà rossoblù, una "Rivoluzione". Fin dalla serata triste di Noventa di Piave era chiaro che sarebbero cadute delle teste, che la squadra avrebbe subito una forte rifondazione non solo nei nomi ma anche nella mentalità e negli obiettivi: non più promozione senza se e senza ma, ma un gruppo giovane con tutte '99, 2000 e 2001 (solo due "fuori-quota") per arrivare al top tra due-tre anni. 
A tre mesi da quella infausta notte, la Pieralisi dieci giorni fa si è radunata per iniziare la sua terza stagione in B2. Le uniche sopravvissute alla defenestrazione sono state la centrale Margherita Marcelloni ed il libero Benedetta Cecconi, per il resto la rosa è stata rivoltata letteralmente come un calzino. Nuove sono le quattro schiacciatrici: Gasparroni e Michela Baldoni dalla Conero Ancona, Viscito da Benevento, Coppari dal Vta di Filottrano, Paolucci da Collemarino; nuove sono le due palleggiatrici, Angelini da Offanengo e Sara Baldoni dagli States; nuovo è l'opposto, Pistocchi da Moje di Maiolati; nuove sono due centrali su tre: Alessia Pomili dal Vta di Filottrano e Giulietti da Fabriano. In tutti questi cambiamenti, una persona solamente è rimasta salda al suo posto, il coach Luciano Sabbatini, proprio quello che alcuni dei presenti sulle scalinate della palestra di Noventa, volevano cacciare. L'estate 2018 è stata quella della sua rivincita, dopo una stagione travagliata ed accompagnata dalle continue polemiche. Il coach ha fatto piazza pulita di tutte quelle negatività che avevano impedito alla Pieralisi di spiccare il volo, ha trovato nel Presidente una spalla ideale per costruire il suo progetto di squadra, un gruppo di giovani senza primedonne, che lui conosce bene, desiderose di seguirlo. Detta così può sembrare una bella favola ma come sempre accade nello sport, sarà il campo a dare il giudizio finale. Certo, la Pieralisi 2018/19 non parte con l'obbligo di vincere il campionato (quella è la missione di Castelbellino...), ha solo l'obiettivo di salvarsi il prima possibile e di stupire tutti, me per primo, magari rompendo le scatole alle big del girone. Riuscire a realizzare questo piano sarebbe già una vittoria per il coach ma anche per la società, che in estate è passata dalla depressione più totale (il Presidente voleva addirittura ripartire dalla D!) alla B1 offerta dal presidente Brasili a più riprese. Aver rinunciato a questa opportunità dimostra secondo me, l'intenzione del club di non voler bruciare le tappe ma seguire una politica dei piccoli passi, cosa rara in casa Pieralisi. La domanda che mi pongo è se la gente di Jesi, quel manipolo di tifosi che hanno riempito la "Carbonari" nelle ultime due stagioni, quelle della rinascita, capirà questo ragionamento. Sapere che non si correrà per il bersaglio grosso potrebbe essere un limite? Io sinceramente, all'inizio c'ero rimasto male, speravo che la società continuasse a spingere per la promozione ma era evidente che il gruppo era arrivato al capolinea, quindi meglio rinnovare ora per essere più pronti domani. E' una speranza. FORZA JESI! by Nessuno.