Nessuno RossoBlù

Quella matta di Valentina


Tanti anni di pallavolo femminile alle spalle eppure non riesco proprio ad imparare la lezione numero 1 del tifoso modello: mai affezionarsi troppo alle giocatrici rossoblù, perché arriva prima o poi il giorno che cambiano squadra (alcune magari sbattono pure la porta...) e tu resti spaesato come un povero fesso. Meglio mantenere un certo distacco, ricordandosi che "le giocatrici passano, la società resta"... Niente da fare, io cado sempre nello stesso errore. L'ho fatto tante volte in passato, mi è capitato anche per Valentina Da Col, che ha firmato per la Conero Ancona.
Ero consapevole che neppure lei sarebbe sopravvissuta alla rivoluzione rossoblù di questa estate, eppure quando ho letto la notizia ci sono rimasto male. Una parte di me sotto sotto sperava in un ripensamento del coach o del Presidente, magari per aggiungere un pizzico di esperienza ad un manipolo di giovani di belle speranza, una che si prende le responsabilità quando la palla "pesa". Perché in fin dei conti Valentina questo è stata per me in questi tre anni in rossoblù: quella che si ad un certo punto della partita, quando le cose si mettevano male diceva "tranquille, adesso ci penso io!". Per questo era stata ingaggiata.
Come accadde a Monte San Giusto, lo scorso novembre. La Pieralisi era sotto due set a uno nel bunker dell'Italiana Pellami e Valentina fino a quel momento non aveva giocato una gran partita, anzi a dirla tutta era stata un fantasma. E' bastato che Partenio la apostofasse sotto rete (cose che si fanno sempre...) e lei si è accesa; purtruppo per le avversarie non si è più spenta. Finale della storia: Jesi ribaltò il match e vinse 2 a 3. Di chi fu l'ultimo punto? Da Col of course...Essendo uno abbastanza tranquillo, ho sempre amato le giocatrici come lei, che incitano le compagne nei momenti difficili - quei suoi "Saliamo, saliamo!" oppure il "Attacca!" rivolto alla compagna di turno - e che non le mandano a dire alle avversarie. Nella gara uno di finale di due anni fa, le toscane del Quarrata sotto di due set decisero di buttarla in corrida, lei cadde nel trabocchetto e la Pieralisi finì col perdere partita e serie. Ma Valentina è così, prendere o lasciare.Prima del suo arrivo a Jesi, nell'estate del 2015, neppure sapevo chi fosse. La prima volta che la vidi fu a Candia, lei indossava un insolito numero 46. "Chi è questa matta?" pensai. Effettivamente lei un po' matta lo è stata, almeno in campo. Quante battute ho fatto su questa sua esuberanza. Eppure l'unica volta che ci siamo parlati (era un triste mercoledì sera di ritorno da Imola) mi è sembrata una persona serena e calma, l'esatto opposto della pazza col numero 12. Sapere che ad ottobre lei non ci sarà più, che non sentirò più le sue urla e le sue imprecazioni...sai che silenzio alla "Carbonari"? GRAZIE VALENTINA! by Nessuno.ps. spero che la canzone le piaccia.