Nessuno RossoBlù

Prima la salute (delle atlete)


Proprio quando cominciavo ad abituarmi all'idea di passare il mio sabato pomeriggio in casa come un fesso, mentre la Pieralisi Pan giocava a Lugo di Romagna a porte rigorosamente chiuse, ecco come un tuono dopo il lampo, il comunicato della Fipav: sospensione dei campionati di serie B fino al 15 marzo. "La FIPAV rende noto - si legge nella nota datata 4 marzo - che tale decisione si è resa necessaria in continuità con il senso di responsabilità che deve necessariamente essere alla base di ogni azione intrapresa in queste ore e che l'unico obiettivo è quello di garantire la tutela dei propri tesserati".Per il povero tifoso rossoblù questo significa niente più Lugo a porte chiuse ma neppure la partita casalinga del 14 marzo con Perugia. Tutte rinviate, probabilmente a metà maggio come già accaduto per la gara con San Giovanni in Persiceto, "traslocata" dal 29 febbraio al 16 maggio. In questo momento usare il condizionale è un obbligo, perché dopo il 15 marzo non si escludono di altri provvedimenti, che potrebbero essere partite a porte chiuse fino al 3 aprile (come stabilito per il calcio e per la serie A1 femminile) o addirittura altri rinvii, che allungherebbero la stagione fino a giugno. Certo, come dice il presidente Fipav Bruno Cattaneo nel suo messaggio via YouTube, la salute dei tesserati viene prima di tutto e mette in secondo piano ogni altro aspetto, anche la conclusione dei tornei, però tutti questi sabati così vuoti mi stanno mettendo una grande tristezza addosso.Ho detto che il comunicato della Fipav è arrivato come un tuono dopo il lampo, perché è stata la naturale risposta al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, una risposta in linea con il documento e con l'ormai famoso punto C, che nelle prime righe recita proprio così: "sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato". Detto, fatto; eppure avevo nutrito in un primo momento la speranza che venisse adottata dalla Federvolley una linea meno dura, cioé quella delle gare a porte chiuse, che il Decreto non vieta. E' stata data priorità alla salute degli atleti, che in serie B sono dilettanti puri. Tutto giusto.E adesso? Il povero tifoso rossoblù ha davanti giorni vuoti e un po' tristi, mentre Marcelloni & co continueranno ad allenarsi nel "blindatissimo" centro "Pieralisi" per non perdere ritmo e concentrazione. Se il campionato dovesse davvero ricominciare dopo il 15 marzo, le prilline avrebbero subito il big match in casa della "corazzata" Forlì, seconda in classifica e distante appena tre punti dalle jesine. Certo, non la partita migliore dopo tre settimane senza gare e ci sarebbe da capire in quali condizioni si giocherebbe (normali o a porte chiuse?) ma a quel punto la voglia di volley sarebbe così tanta, che tutti questi problemi passerebbero in secondo piano. FORZA JESI! by Nessuno.