Nessuno RossoBlù

Una salvezza che valeva uno scudetto


Chi l'ha detto che per festeggiare bisogna per forza vincere un campionato o alzare una coppa? Ci sono traguardi magari meno nobili ma che hanno la stessa importanza per una società. E' il caso della salvezza centrata dalla Pieralisi Pan nella scorsa stagione. Proprio il 13 aprile, giorno del successo sul Monte San Giusto (che quando si tratta di Jesi e di feste c'è sempre di mezzo...) Marcelloni & co misero un mattoncino fondamentale per la loro permanenza in B2, certificata poi dal ko di Giulianova ad Oria il giorno successo: anche la matematica era amica delle prilline.Eppure la scorsa stagione non era iniziata nel migliore dei modi per la Pieralisi. La grande rivoluzione estiva voluta dalla proprietà per ringiovanire la rosa aveva prodotto nelle prime sei giornate la miseria di quattro punti (due ko al tie break ed il successo interno sempre al quinto con Recanati) ed un pericoloso decimo posto, appena sopra la zona rossa della classifica solo per un quoziente set migliore di Cerignola. Quello che preoccupava erano la difficoltà della squadra in attacco: l'opposto titolare Pistocchi sembrava un corpo estraneo al gruppo, Viscito e Gasparroni arrancavano e le giovani Paolucci (relegata in panchina) e Pomili erano ancora delle ragazze acerbe.
Il punto più basso le prilline lo toccarono all'inizio del 2019, con il ko di Monte San Giusto, in quello che era uno scontro tra disperate: l'Italiana Pellami era undicesima a quota nove, le jesine addirittura penultime con sette punti. La zona salvezza tuttavia non era molto lontana: solo tre lunghezze. Finì 3 a 2 per Benedetti & co, con la Pieralisi priva di Paolucci già diventata elemento inamovibile dell'attacco. Coach Luciano in quella partita cambiò non so quante volte la squadra per restituire brillantezza ad una fase offensiva davvero sterile. Si consolò col quarto set, vinto in rimonta più di "tigna" che di tecnica. Un punto che tuttavia non migliorava la classifica: la Pieralisi era sempre in zona retrocessione. La svolta ci fu sette giorni dopo, nel match casalingo con Corridonia quarta in classifica, vinto 3 a 1 (primo successo da tre punti) con un nuovo assetto, che escludeva Pistocchi, lanciava Viscito nel ruolo di opposto e metteva Paolucci titolarissima in posto 4 con Gasparroni. Si dice che coach Luciano rischiò la sua panchina per l'esclusione di Pistocchi. Da lì in avanti Jesi non si fermò più: arrivarono 21 punti in dodici partite, Marcelloni & co vinsero tutti gli scontri diretti e festeggiarono la salvezza con ben due settimane di anticipo. Il match decisivo come detto, fu quello del 13 aprile con Monte San Giusto. Le rossoblù erano none a quota 26, l'Italiana Pellami undicesima a 21. Le ospiti puntavano tutto sulla potenza di Benedetti e l'esperienza di Zamponi ma contro l'entusiasmo di Paolucci ed il muro di Pomili ci fu davvero poco da fare. Finì 3 a 1, mancava solo la matematica per blindare la salvezza jesina. Arrivò il giorno successivo. E la Pieralisi festeggiò come e più di uno scudetto. FORZA JESI! by Nessuno.