Chi l'ha detto che per festeggiare bisogna per forza vincere un campionato o alzare una coppa? Ci sono traguardi magari meno nobili ma che hanno la stessa importanza per una società. E' il caso della salvezza centrata dalla Pieralisi Pan nella scorsa stagione. Proprio il 13 aprile, giorno del successo sul Monte San Giusto (che quando si tratta di Jesi e di feste c'è sempre di mezzo...) Marcelloni & co misero un mattoncino fondamentale per la loro permanenza in B2, certificata poi dal ko di Giulianova ad Oria il giorno successo: anche la matematica era amica delle prilline.Eppure la scorsa stagione non era iniziata nel migliore dei modi per la Pieralisi. La grande rivoluzione estiva voluta dalla proprietà per ringiovanire la rosa aveva prodotto nelle prime sei giornate la miseria di quattro punti (due ko al tie break ed il successo interno sempre al quinto con Recanati) ed un pericoloso decimo posto, appena sopra la zona rossa della classifica solo per un quoziente set migliore di Cerignola. Quello che preoccupava erano la difficoltà della squadra in attacco: l'opposto titolare Pistocchi sembrava un corpo estraneo al gruppo, Viscito e Gasparroni arrancavano e le giovani Paolucci (relegata in panchina) e Pomili erano ancora delle ragazze acerbe.
Una salvezza che valeva uno scudetto
Chi l'ha detto che per festeggiare bisogna per forza vincere un campionato o alzare una coppa? Ci sono traguardi magari meno nobili ma che hanno la stessa importanza per una società. E' il caso della salvezza centrata dalla Pieralisi Pan nella scorsa stagione. Proprio il 13 aprile, giorno del successo sul Monte San Giusto (che quando si tratta di Jesi e di feste c'è sempre di mezzo...) Marcelloni & co misero un mattoncino fondamentale per la loro permanenza in B2, certificata poi dal ko di Giulianova ad Oria il giorno successo: anche la matematica era amica delle prilline.Eppure la scorsa stagione non era iniziata nel migliore dei modi per la Pieralisi. La grande rivoluzione estiva voluta dalla proprietà per ringiovanire la rosa aveva prodotto nelle prime sei giornate la miseria di quattro punti (due ko al tie break ed il successo interno sempre al quinto con Recanati) ed un pericoloso decimo posto, appena sopra la zona rossa della classifica solo per un quoziente set migliore di Cerignola. Quello che preoccupava erano la difficoltà della squadra in attacco: l'opposto titolare Pistocchi sembrava un corpo estraneo al gruppo, Viscito e Gasparroni arrancavano e le giovani Paolucci (relegata in panchina) e Pomili erano ancora delle ragazze acerbe.