Nessuno RossoBlù

Da un Dpcm all'altro


Quando ieri sera, alle 21.30 in punto, è apparso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in tv, ho avuto uno strano senso di deja-vù, come un senso di già visto che non mi trasmetteva per nulla tranquillità: troppo recente ancora il ricordo del messaggio a reti unificate dello scorso 9 marzo per annunciare l'inizio della quarantena a livello nazionale. Anche se sapevo che probabilmente non ci sarebbe stato un nuovo lock-down - "che in questo momento avrebbe esiti disastrosi per il paese" ha detto Conte - ho temuto il peggio quando il nostro premier ha iniziato ad affrontare l'argomento sport, che insieme alla "movida" ed alle palestre pare essere uno dei colpevoli dell'impennata dei contagi da Coronavirus. 
Quando Conte ha detto "Non sono consentite gare e competizioni dell'attività sportiva dilettantistica di base. Saranno però, consentite attività in forma individuale e rimarrà consentita come già avviene, l'attività sportiva a livello professionistico affiliata alle varie federazioni" un brivido mi è corso lungo la schiena: "Addio campionato di B1, addio Pieralisi, addio pallavolo!" ho pensato immediatamente ed un po' ingenuamente. Sul momento ho considerato la serie B1 un campionato dilettantistico o comunque, non professionistico, senza ascoltare l'ultima parte del discorso del premier, cioé quel "affiliate alle varie federazioni". Con la tristezza di un lungo inverno senza i colori rossoblù mi sono coricato. Triste. Come capita in questi casi però, più che ascoltare il discorso in diretta nazionale del Presidente del Consiglio è meglio leggere il testo del Decreto, pubblicato stamattina ed un po' più chiaro. Al capitolo sport si legge questo: "Sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato italiano paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali". Morale della favola: il campionato di B1 si giocherà regolarmente, in quanto evento di interesse nazionale di una federazione affiliata al Coni. E questa è una bella notizia.Capitolo pubblico. Il Dpcm del 19 ottobre recita così: "Per tali eventi e competizioni è consentita la presenza di pubblico, con una percentuale massima di riempimento del 15 per cento rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di mille spettatori per manifestazioni sportive all'aperto e di duecento spettatori per manifestazioni sportive in luoghi chiusi, esclusivamente negli impianti sportivi nei quali sia possibile assicurare la prenotazione e assegnazione preventiva del posto a sedere, con adeguati volumi e ricambi d'aria, a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia frontalmente che lateralmente, con obbligo di misurazione della temperatura all'accesso e l'utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, enti organizzatori». Alle regioni comunque, resta la facoltà di emanare deroghe, come fatto da Emilia-Romagna e Veneto, che hanno mantenuto il 15 per cento assoluto.Nel decreto si parla anche degli allenamenti: "Le sessioni degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati». Mi resta il dubbio sui settori giovanili, che ad una prima interpretazione del documento, rischiano di pagare per tutti. Forse, non c'era altra scelta, vista la situazione generale di questa emergenza Coronavirus, che sta tornando su cifre dello scorso inverno. FORZA JESI! Nessuno.