Nessuno RossoBlù

Giallo, arancione e rosso


Avrei voluto scrivere questo post almeno una settimana fa, appena uscito il Dpcm del 4 novembre, quello per interderci che divideva l'Italia (foto Corriere Adriatico) in tre colori, dal giallo, colore delle aree a rischio medio-basso, all'arancione (dove siamo finiti ora noi marchigiani), zone di livello medio-alto, fino alle rosse, quelle col rischio più altro, che adotttano misure di contenimento del Covid-19 molto simili all'Isolamento della scorsa primavera. La scomparsa di Gennaro Pieralisi però, non poteva lasciarmi indifferente, non potevo limitarmi ad un semplice saluto come hanno fatto altre pagine Facebook: chiamiamolo senso di gratitudine per questo bel passatempo chiamato Pieralisi Volley.
Ad almeno dieci giorni dall'uscita del decreto, che ha creato non poco scompiglio in tanti settori del paese, sport compreso, ho sempre più la sensazione che siamo tutti costretti alla navigazione a vista. Ciò che si decide oggi potrebbe non valere domani. Anche la pallavolo femminile ovviamente, ha accusato il colpo. I Dpcm di ottobre avevano imposto misure sempre più stringenti ma i campionati di serie B si erano sempre salvati, grazie alle "precisazioni" della Federvolley, che si era affrettata a chiarire lo svolgimento dei tornei a carattere nazionale, quindi serie A, B ed addirittura la serie C, che molti credevano (me compreso) un campionato di tipo regionale. Proprio la divisione dell'Italia in zone con differenti misure e criticità ha però, dato il colpo di grazie alle speranze di veder partire la stagione 2020/21, già "scivolata" di due settimane. La domanda che mi sono fatto anche io, leggendo tutti i divieti delle varie aree: come può una qualsiasi squadra della Puglia (regione arancione) uscire dal proprio comune per andare a giocare una partita? Per non parlare dell'uscita dalle regioni rosse! Il volley rientra nei "comprovati motivi di lavoro, studio, salute e necessità"? Magari per uno come me, che ama i colori rossoblù, vedere la Pieralisi giocare oramai è diventato quasi un bisogno, vista l'assenza di gare ufficiali dallo scorso 22 febbraio ma non credo valga per tutti.Una risposta l'ha data proprio la Federvolley con la nota federale del 5 novembre: "L'ultimo DPCM anche alla luce della divisione del territorio nazionale in fasce differenti, non consente il regolare svolgimento dell'attività ed un'ottimale programmazione della stessa da parte delle società". Da qui dunque, la decisione di rinviare l'inizio dei campionati a gennaio, una scelta direi inevitabile con la speranza di avere tra due mesi una situazione migliore. Al momento dell'uscita del decreto le Marche erano zona gialla, così come Abruzzo, Umbria, Emilia-Romagna e Lazio, ovvere le regioni delle squadre del girone D di B1, quello della Pieralisi. Oggi solo il Lazio è rimasto tale, le altre sono passate all'arancione, cioé zone a rischio medio-alto, dalle quali è vietato l'ingresso e l'uscita. Cosa succederà tra due settimane?Nella nota federale c'è inoltre, un altro aspetto, che è forse passato in secondo piano: il nuovo format dei campionati. Da qualche giorno sul sito internet della Fipav nella sezione Campionati compare questa scritta: "Il Settore Campionati, alla luce del Dpcm del 4 novembre 2020 e della Nota Federale del 5 Novembre 2020, nei prossimi giorni comunicherà le nuove formule valide per i campionati di Serie B, Maschile e Femminile". Ma già sulla nota si annunciava questa decisione: "Tale sospensione, che si aggiunge a quella precedentemente decretata relativa all'attività di interesse regionale e promozionale, avrà validità, come detto, fino al mese di gennaio, entro il quale verrà rimodulata necessariamente l'attività". FORZA JESI! Nessuno.