Nessuno RossoBlù

L'errore di Gennaro


Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Sarà pure un vecchio detto però, a leggere tutti i commenti ed i ricordi su Gennaro Pieralisi che ho postato qui su questo infelice blog e che ho letto sui vari siti di informazione locale, pare proprio che nella sua vita l'Ingegnere non abbia mai sbagliato un colpo sia nella gestione della Nuova Maip, di cui è stato definito innovatore ed imprenditore lungimirante, sia da presidente della Monte Schiavo Volley, che ha portato fino alla serie A1 ed al palcoscenico europeo. L'azienda e la squadra di pallavolo erano le sue due passioni, lo ha anche sottolineato Henriette Weersing nell'intervista di giovedì scorso: "A Gennaro piaceva paragonare il meccanismo all'interno dell'azienda con quelli della squadra".
Sulla gestione della Nuova Maip non mi azzardo a fare commenti perché non ho né le competenze né le capacità per giudicare il suo operato ma sulla Monte Schiavo Volley qualcosa posso dire, avendo seguito la parabola del club di via Ancona fin dal lontano 1997, quando Jesi era un club tornato da poco in A2, con un budget normale, un tecnico giovane e giocatrici che si chiamavano Toso, Romanin, Marinelli, Cerioni, Luciani e Banchieri, giusto per citare le più famose. Da quella stagione, che per la cronaca si chiuse con una sconfitta in semifinale play-off contro Sesto Fiorentino, ne è passato del tempo e sono cambiate molte cose, in casa rossoblù, le ambizioni sono cresciute e sono arrivate ogni anno giocatrici più forti per tentare il salto di categoria. La storia dal fatico 2001, anno della promozione, la conosciamo un po' tutti. (foto LVF). Cosa si può rimproverare, a livello pallavolistico, al presidente Gennaro Pieralisi al timone del club negli anni della serie A? A freddo mi viene da dire nulla, perché se per nove anni a Jesi sono passate tantissime campionesse e se abbiamo avuto la fortuna di vedere una pallavolo di altissimo livello (roba che altrove se la sognavano...) lo dobbiamo solo ed esclusivamente a lui ed alla sua passione. Qualcuno direbbe alla sua sua "tigna". Senza Gennaro ed i suoi soldi non credo che la Monte Schiavo sarebbe mai arrivata in A1, di sicuro non ci sarebbero state giocatrici come Togut, Phipps, Kilic, Lo Bianco e Ognjenovic, per citare quelle più forti. Eppure per alzare le coppe e vincere gli scudetti non basta avere il budget più alto degli altri e noi di Jesi lo sappiamo bene. Occorre anche saper spendere bene i soldi; anche nella pallavolo come nelle aziende, contano la competenza e l'esperienza. Su questi due aspetti credo che l'Ingegnere e tutta la famiglia Pieralisi abbiano commesso un grande errore, che è poi costato carissimo: quello di non essersi mai affidati a chi conosceva il settore, a chi della gestione di una squadra faceva un mestiere. In una parola, hanno sempre rifiutato l'idea di nominare un direttore sportivo, come c'era nella maggior parte del club di A1, ed hanno sempre seguito loro il mercato con tutti i pro ed i contro. Ho sempre avuto questo dubbio, che purtroppo non vedrò mai sciolto: se Gennaro avesse nominato un diesse, tipo Giovanni Panzetti (al tempo a capo della Foppapedretti Bergamo) o Massimo De Stefano, direttore generale dell'Asystel, cosa sarebbe successo? Forse sarebbe bastato un diesse cresciuto dietro casa, come Marco Oggioni, jesino appassionato e competente, direttore sportivo della Monte Schiavo degli anni della serie A2, quando i soldi erano pochi ma c'era un ambiente bellissimo, molto familiare e più umano, con le giocatrici meno super star e più avvicinabili?  Chissà se la Monte Schiavo avrebbe vinto qualche scudetto o una Coppa Italia? Oppure sarebbe rimasta ugualmente con "zero tituli"? Non lo saprò mai. Di sicuro, questo fatto di non aver mai voluto chiedere aiuto a degli esperti e di aver voluto fare tutto da soli, senza raccogliere mai dei successi, ha esposto la famiglia Pieralisi alle critiche degli addetti ai lavori e dei tifosi. Questo è l'unico rimprovero che posso muovere al buon Gennaro, presidente comunque, appassionato e presente. La speranza è che Gabriele, che ha raccolto l'eredità sportiva del padre, faccia tesoro di questo errore e si lasci guidare nel suo ruolo da chi ha più competenze ed esperienza di lui. Perché dagli errori si può sempre imparare. FORZA JESI! Nessuno.