Nessuno RossoBlù

L'ultima sera prima della tempesta


Sembra passato un secolo fa da quella meravigliosa serata alla palestra "Cercolani" di Lucrezia, quando sul parquet si sfidavano l'Apav di Valeriana Tallevi, forse la miglior giocatrice ad aver indossato il rossoblù negli ultimi dieci anni, e la Pieralisi Pan reduce da una striscia negativa fatta di cinque sconfitte su sei partite giocate. Ed invece, è trascorso solo un anno da quel 22 febbraio 2020, quando Marcelloni & co vinsero per 3 a 0, ottenendo un successo fondamentale, che le rilanciò nella corsa verso la promozione diretta: in fin dei conti la vetta, occupata dalla sorprendente Faenza, era distante appena quattro punti. E con ancora dieci partite da disputare, tutto era ancora possibile, anche puntare al "bersaglio grosso".
"Una reazione di carattere e di gioco" avevo titolato il post successivo al quella vittoria. A leggerlo ora, un anno dopo, mi faccio quasi tenerezza. Ma perché è tanto importante quella partita giocata a Lucrezia? Cosa ha di fondamentale da essere ricordata, lasciando per un momento fuori della porta tutto il casino di Pieralisi Pan-Cesena? Quella tra Apav e Pieralisi del 22 febbraio 2020 è stata l'ultima partita prima dell'emergenza Coronavirus che ha sconvolto le nostre vite, il mondo intero, il mondo dello sport ed ovviamente, anche la pallavolo italiana a tutti i livelli, prilline comprese. Dopo quel match infatti, arrivò lo stop al campionato con i vari rinvii decisi dalla Federvolley (prima di una settimana, poi due e un mese), fino alla definitiva cancellazione della stagione sportiva 2019/20 con l'oramai famosa nota dell'8 aprile. Quasi un anno dopo quel 22 febbraio, il campionato di serie B è ripartito: il 25 gennaio è iniziata la stagione 2020/21, quella della convivenza con il virus, quella dei protocolli da rispettare e soprattutto delle gare a porte chiuse. E questo è un altro aspetto che rende il match con Valeriana e la sua Apav indimenticabile, almeno ora: è stata l'ultima partita della Pieralisi con il pubblico. Quel sabato sera di Carnevale la "Cercolani" era piena come un uovo; c'eravamo noi tifosi jesini, un piccolo ma rumoroso manipolo di appassionati, arrivati fin lì sicuri che le prilline avrebbero giocato con orgoglio dopo la deludente prova nel derby delle Marche con Corridonia alla "Carbonari" di sette giorni prima. C'erano però, anche tanti tifosi dell'Apav, c'erano le bambine del loro settore giovanile che avevano incitato per tutta la gara le loro beniamine; c'erano anche le famiglie delle piccole atlete, insomma una bellissima festa di sport.  Un atmosfera così lontana da ciò che stava per accadere, dalla tempesta che stava per abbattersi su tutti noi. Sulle tribune della palestra di Lucrezia già si discuteva del Coronavirus e c'era già chi temeva la sospensione del campionato ma nessuno poteva prevedere la totale cancellazione della stagione. Ricordo di essere tornato a casa molto lacerato; da una parte ero felice per la vittoria scaccia crisi della Pieralisi ma dall'altra ero assai preoccupato per le notizie che passavano in tv su ciò che stava accadendo a Codogno. Per la paura non mi ero neppure fermato in autogrill al ritorno, tappa fissa di ogni trasferta al seguito delle rossoblù... A leggere ciò che scrivevo un anno fa mi sembra davvero che sia passato un secolo.Oggi invece, siamo qui con un campionato iniziato ma di fatto, già finito per il blocco delle retrocessioni deciso dalla Fipav, con le polemiche per Pieralisi Pan-Cesena, con lo scontro tra il partito del "bisogna rispettate i protocolli" e quello del "viene prima la salute delle giocatrici". Forse questo anniversario dell'ultima partita prima dell'emergenza Coronavirus cade proprio al momento giusto, ci dovrebbe far riflettere un po' tutti - il sottoscritto per primo - sulle vere priorità della vita, su ciò che conta di più e sull'importanza di assaporare ogni attimo della nostra esistenza, di gustarlo fino in fondo. Anche una trasferta all'apparenza insignificante a Lucrezia per vedere la mia amata Valeriana. FORZA JESI! Nessuno.